Roma – Continua ad aumentare velocemente in Italia il numero dello infezioni da Covid-19. La fascia più colpita dal virus, al momento, è quella dei giovani tra i 10 e i 29 anni.
Silvio Brusaferro
È questa la fotografia della situazione pandemica in Italia che il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro ha presentato oggi durante la consueta conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia. “L’infezione sta crescendo in molti paesi europei e anche nel contesto italiano sta crescendo – ha affermato Brusaferro -. Sono 3mila 845 i comuni in cui si rileva almeno un caso, quasi 900 in più rispetto alla scorsa settimana. La circolazione del virus è soprattutto nelle fasce più giovani tra 10 e 29 anni”.
Il presidente dell’Istituto superiore di sanità ha anche specificato che “l’età media di chi contrae l’infezione è di 27 anni e la maggioranza dei casi che si sviluppano sono autoctoni, cioè si generano nella stessa regione”. Poi ha aggiunto: “49 anni è l’età media per i ricoveri in ospedale e 63 per chi entra in terapia intensiva”, ha aggiunto.
Brusaferro ha confermato che la variante Delta del Covid è ormai diventata dominante che nel nostro paese: “La prevalenza delle varianti mostra come la Delta sia ormai dominante in Italia, la gamma è invece contenuta ed è in declino la variante alfa. Anche contro la Delta il primo e più importante antidoto è completare il ciclo vaccinale. La vaccinazione riduce in modo significativo il rischio di contrarre infezione, di ospedalizzazione e morte e questo vale per tutte le fasce di età e per tutti i vaccini”.
Durante la conferenza stampa Gianni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, ha risposto a una domanda sulla possibilità di una terza dose del vaccino anti-Covid. “Nel giro di un mese bisognerà decidere chi vaccinare e in quali tempi con la terza dose. È una decisione che va meditata bene ma probabilmente le persone più fragili e immunodepresse avranno una terza dose ma non abbiamo ancora deciso quando. Sulla terza dose c’è indecisione perchè non ci sono ancora evidenze forti per poter dire che la faremo a tutti piuttosto che ad alcuni”.
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