Caprarola – “E’evidente che è il suo momento, ed è evidente che per la prima volta c’è una donna che conta non per delega di qualche maschio”. Il direttore del Tg La7 Enrico Mentana parla della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni dal palco di Caffeina Oro Festival, a Caprarola, ieri sera. Ad intervistarlo, Giorgio Renzetti, giornalista e direttore artistico del festival. “Giornalismo tra webeti e fake news”, il titolo dell’incontro sotto palazzo Farnese.
Per quanto riguarda i 5 stelle, secondo Mentana questi, invece, “non hanno più ragion d’essere. Hanno svenduto tutti i principi. Non sanno più cosa fare. Non gli resta più niente”.
Caprarola – Caffeina Oro Festival – Enrico Mentana e Giorgio Renzetti
Tornando poi alla Meloni, “l’ironia della storia – prosegue Mentana – è che questo succede a destra, mentre le ansie femminili e femministe erano soprattutto a sinistra. L’unica che ha detto il partito lo fondo io, lo guido io e lo faccio crescere io è stata una donna. Determinata e che conosciamo, Giorgia Meloni, cui, come a tutti gli altri, io auguro un gran bene. Ma nessuno è in grado di dire tra un anno o due come andranno le cose”. L’assist è di Renzetti, che poco prima aveva domandato a Mentana se Giorgia Meloni, in caso di vittoria del centrodestra alle prossime elezioni, potesse diventare presidente del consiglio visto che il Tg che dirige nei giorni scorsi ha pubblicato un sondaggio che dava il partito di Meloni primo partito”.
La leader di Fdi Giorgia Meloni
Il punto di vista di Mentana riguarda anche la presidenza della Repubblica. Mattarella ha detto che è stanco e che non vuole essere rieletto. Per Mentana invece “se ci fosse una logica questo parlamento non eleggerebbe il presidente della Repubblica. Gli andrebbe chiesto di restare per un altro anno o due. E’ stato Mattarella ad indicare e volere Draghi, una figura affatto improvvisata. E’ l’ex governatore della banca d’Italia e della banca centrale europea. E’ la persona giusta e dovrebbe restare al governo per tutto il piano di resilienza, fino al suo completamento”.
Il giornalista Enrico Mentana
Se poi si dovesse per forza eleggerne un altro, allora per Mentana “dovrebbe essere una donna che non viene dal mondo della politica, che non deve dire grazie a nessuno e che non sia cooptata dal maschio del suo partito”. Mentana precisa subito che non pena a Meloni, ma alla costituzionalista e ministra della giustizia Marta Cartabia. “Una figura specchiata – spiega il giornalista – che piace molto a Mattarella. Un presidente uomo – aggiunge poi – e un primo ministro donna. Oppure un primo ministro uomo e un presidente della Repubblica donna”.
“La pandemia è stato vissuta come un grande incidente d’auto – ha commentato Mentana rispondendo alle domande di Renzetti – con lo stato che ti dà i soldi per riparare la macchina. L’italia è il paese del ‘come stiamo stiamo bene’, con la politica che non è in grado di dare soluzioni”.
Caprarola – Palazzo Farnese – Caffeina Oro Festival
Mentana punta il dito anche verso il movimento 5 stelle, travolto in questi giorni da uno scontro feroce interno ai vertici. “Hanno tentato di stare tutti al governo – ha sottolineato infatti Mentana -, anche i 5 stelle, la grande novità, con tre governi diversi. Destra, sinistra, e stanno ancora al governo”. Perché stanno vivendo questo periodo turbolento? Domanda Renzetti. Risposta: “Stanno vivendo un momento turbolento perché i 5 stelle non hanno più ragion d’essere. Hanno svenduto tutti i principi. Non sanno più cosa fare. Chiedete a un 5 stelle quali sono le loro proposte per il futuro. Non saprà cosa rispondervi Le hanno utilizzate tutte. Vitalizi, taglio parlamentari, reddito di cittadinanza. Non gli resta più niente”.
Il problema, tuttavia, è generale. E riguarda l’intera classe politica. “Prima i partiti – ha commentato Mentana – parlavano di futuro e come cambiare l’Italia. Oggi i partiti si dividono tra quelli del buon governo e quelli delle pulsioni immediate, la destra. Somigliano però tutti quanti alle macchine di formula uno che stanno dietro la safety car. Fanno delle grandi sgassate, ma arrancano. E qualcuno li vorrebbe mandare pure ai box. Nei partiti, non c’è un leader del futuro, e non si sa cosa accadrà da qui a due anni”.
Caprarola – Palazzo Farnese – Caffeina Oro Festival
Dulcis in fundo, Giuseppe Conte, l’ex presidente del consiglio sostituito da Draghi dopo più di un anno di pandemia e rettamente alle prese con Grillo. “Conte avrebbe potuto pure restare – spiega Mentana – se la sua ultima fase fosse stata più sobria. Conte stava però gustando il sapore del potere esecutivo. E il bastone da maresciallo nello zaino lo volevano tutti. Ma serviva avere sia il bastone sia lo zaino. Conte a un certo punto ha provato a rafforzare la propria leadership ed è lì che, almeno ai miei occhi, ha sbarellato”.
L’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte
Mentana interviene infine sui mass media, il loro ruolo e una comunicazione profondamente cambiata dopo due anni di Covid. “È cambiato il modo di rapportarsi all’informazione – ha evidenziato il giornalista -. Nel 900 l’informazione era quello che succedeva alle 8 di sera. Oggi un giovane non si fa dire a che deve essere informato. Ora il giovane tira fuori dalla rete la cosa che più gli interessa e lo attrae. Modalità Netflix”.
Caprarola – Caffeina Oro Festival – Enrico Mentana e Giorgio Renzetti
Non solo, ma una volta i giornali erano “identitaria e il lettore sceglieva anche la linea editoriale che voleva seguire. Tutto questo adesso non c’è più. Oggi l’idea del quotidiano e della sua cadenza, sono superate. Inoltre posso stare pure tre giorni senza informarmi e recuperare poi dopo e tutto quanto insieme. E ci si può anche informare a partire dal motore di ricerca e con la parola chiave trovi tutte le notizie”.
Quale è invece il rovescio della medaglia? “Un cittadino – risponde Mentana – che si informa solo su quegli argomenti. Con gli algoritmi di internet che gli propongono aggiornamenti sulle stesse cose”.
Daniele Camilli
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