Viterbo - Il presidente dell'associazione culturale islamica Mohammed Kdib - L'altro giorno l'ottava īd al-aḍḥā in città - Preoccupazione della comunità per l'uccisione di El Boussetaoui a Voghera - FOTO

“E’ la festa della pace e della condivisione per costruire insieme il futuro”

Viterbo – “E’ la festa della pace e della condivisione. La scelta di guardare al prossimo e di costruire insieme il futuro”. Mohammed Kdib dell’associazione culturale islamica. L’altro giorno, ai campetti sportivi Meschini di Santa Barbara, l’ottava īd al-aḍḥā a Viterbo di una comunità che oggi in città conta oltre 2500 persone. Fino alle seconda, in alcuni casi terza generazione. Fanno i braccianti e gli operai. Sono professionisti e titolari di aziende. In alcuni settori, come l’agricoltura, rappresentano il grosso dei lavoratori. Presenti e radicati nei sindacati, come mediatori culturali e segretari di categoria.

Viterbo – La Festa dell’offerta a Santa Barbara

La comunità islamica viterbese si è data appuntamento in settimana per la “festa dell’offerta”. “Un giorno – spiega Kdib – che ricorda il sacrificio sostitutivo effettuato con un montone da Abramo obbediente alla richieste di Dio di sacrificare il figlio Ismaele, prima di venire fermato dall’angelo. E’ la festa della fede in Dio”. E la festa che simboleggia anche il passaggio alla società di diritto e di fatto all’habeas corpus. Come se quel momento la società patriarcale riconoscesse per la prima volta autonomia ai figli.

Viterbo – Mohammed Kdib dell’associazione culturale islamica

Il 32% della popolazione straniera residente a Viterbo e 29 nazionalità presenti in città. La comunità islamica viterbese è la più numerosa, assieme a quella ortodossa, 32-33% anch’essa. A Viterbo, in via Garbini, c’è anche una sala di preghiera gestita dall’associazione culturale presieduta da Kdib che fa parte dell’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche d’Italia, che proprio in questi giorni ha condannato duramente l’uccisione di Youns El Boussetaoui da parte dell’assessore di Voghera Massimo Adriatici. Con un colpo di pistola. Un episodio che sembrerebbe aver colpito molto l’opinione pubblica islamica in città. Proprio di īd al-aḍḥā, la Festa dell’offerta.

Viterbo – La Festa dell’offerta a Santa Barbara

“Si chiamava Youns El Boussetaoui – spiega Ucoii con una nota stampa – era una persona con delle difficoltà. Prima di tutto era questo Youns, ucciso nella tarda serata del 20 luglio da un assessore di Voghera ed ex poliziotto, per giunta con un incarico votato alla sicurezza dei cittadini. Youns era poi anche un marocchino e, in ultimo, un extracomunitario irregolare. Se anche, come sembra essere accertato, avesse avuto precedenti penali nulla, e ripetiamo nulla, può aver giustificato un atto del genere. Paradossalmente questa amara banalità, ossia la mancata percezione che prima di tutto è stato ucciso un uomo, viene resa ancor più amara da un altro fatto: il repentino cambiamento delle reazioni mediatiche, dapprima costernate contro l’assessore, per cambiare da quando si è saputo che ora il signor Massimo Adriatici potrebbe essersi difeso ‘legittimamente’. Improvvisamente – conclude Ucoii – appaiono subito le ‘specifiche religiose, razziali e giudiziarie’ della vittima come a insinuare un principio di giustificazione. Allora vorremmo capire se è possibile rigirare la domanda: e se è stato ucciso proprio per quelle ‘specifiche’? Spereremmo di no, sarebbe terribile. Ma alcuni dati anche ultimi al riguardo non ci confortano”.

Daniele Camilli

Fotocronaca: La Festa dell’offerta a Santa Barbara