Roma – Al termine di una giornata molto tesa che ha visto anche la sospensione per circa due ore del Consiglio dei ministri, è arrivata l’intesa tra le varie anime politiche della maggioranza sulla riforma del processo penale promossa dalla ministra della giustizia Marta Cartabia. Anche il Movimento 5 stelle ha dato l’ok.
La ministra Marta Cartabia
L’intesa sulla riforma è stata quindi raggiunto dopo oltre otto ore di difficili trattative tra le parti politiche.
Stando a quanto si apprende, l’accordo sarebbe stato unanime. Il risultato di questa lunga mediazione è che la riforma ora prevederebbe tempi più lunghi, fino a sei anni in appello, per i processi per delitti con aggravante mafiosa, nella fase transitoria di entrata in vigore della nuova prescrizione, fino al 2024. Dal 2025 l’appello dovrebbe poi scenderà a 5 anni. La proposta, frutto della mediazione del Pd con il ministro del lavoro Andrea Orlando, è stata accettata dai ministri del Movimento 5 stelle, che nutrivano forti dubbi sull’improcedibilità per l’articolo 416 bis.1 del codice penale, sull’aggravante mafiosa.
“Questa non è la nostra riforma, ma abbiamo lavorato costruttivamente per dare un contributo a migliora – ha commentato il leader cinque stelle Giuseppe Conte al termine dei lavori per la riforma della giustizia -. Non potevamo transigere sui processi per mafia e terrorismo, è un risultato che abbiamo ottenuto. Questi processi non si dissolvono nel nulla, non si estinguono”.
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