Viterbo – “Ho toccato con mano la povertà. Il mio sacerdozio è una storia d’amore costante”. La storia d’amore con la chiesa del vescovo Lino Fumagalli, uno dei suoi costruttori. Costruttore di pace anche a Viterbo, di cui è vescovo da 10 anni. Così come, 50 anni fa, era sacerdote, a Saxa Rubra. Poi a Santa Marinella e Santa Severa, lungo il litorale. Infine, Anagni, il primo rettore non gesuita del Pontificio collegio Leoniano.
“In 33 anni – ha aggiunto Fumagalli – ho preparato al sacerdozio 200 tra preti e religiosi. Tra loro ci sono anche 8 vescovi”. E di fatto, ha costruito anche due chiese dalle fondamenta. A Saxa Rubra e Santa Severa. La terza a Viterbo, a Villanova.
Viterbo – Il vescovo Lino Fumagalli
Questa mattina le celebrazioni al duomo della città per il mezzo secolo di sacerdozio. Il giubileo sacerdotale. Don Lino Fumagalli, che è stato anche docente della prestigiosissima università Gregoriana, gesuita. In ambito diocesano è stato poi vicario episcopale per la pastorale e la vita religiosa. Insignito del titolo di prelato d’onore di sua Santità nel 1985, l’ultimo giorno del 1999, “l’ultimo del millennio”, come Fumagalli stesso ha fatto notare, Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo di Sabina e Poggio Mirteto. Nel 2010 Benedetto XVI lo incarica della diocesi di Viterbo.
Viterbo – Il giubileo sacerdotale del vescovo Lino Fumagalli
Lino Fumagalli è del ’47 e quando prese i voti aveva solo 24 anni, nel 1971. Nel pieno di una contestazione che stava coinvolgendo tutto il mondo e soprattutto i ragazzi della sua età. Il lungo ’68. Con la stessa chiesa in subbuglio. Con posizioni radicali contro il sistema politico ed economico sempre più evidenti, i preti operai e i gesuiti, con cui Fumagalli manterrà un legame profondo, anche per i linguaggi, i temi stessi e il metodo per affrontarli, che in America Latina andavano ad alimentare la teologia della liberazione prima e la guerriglia sandinista poi. In mezzo dittature, colpi di stato, tentati colpi di stato e strategie straviste e della tensione che hanno attraversato il paese, assieme ad organizzazioni criminali varie, per oltre vent’anni. Con i cattolici trasversali un po’ a tutto e un giovane prete, come Fumagalli, che veniva mandato subito in borgata. Dopo essere cresciuto
Viterbo – Il giubileo sacerdotale del vescovo Lino Fumagalli
Nasce così, 50 anni fa, don Lino. Una delle autorità morali più importanti oggi a Viterbo. Tra le poche, e per giunta, persino colte. Capace, Lino Fumagalli, di trasmettere, a chi lo ascolta, innanzitutto il senso profondo di ciò che dice e, facendo parte di un’istituzione millenaria, lo precede pure, successore degli apostoli e dell’euangélion di cui sono parte e semina nel mondo.
Viterbo – Il giubileo sacerdotale del vescovo Lino Fumagalli
“Ho toccato con mano la povertà – ha raccontato dall’altare Fumagalli ricordando, commosso, i primi passi -. La chiesa era in un sottoscala”. Piena borgata romana, dove mancava di tutto e le battaglie per “il pane e le rose” furono drammatiche e memorabili. La conquista dei diritti, direttamente sul campo. Con i preti di allora in prima fila. Costanti, non a caso, i continui richiami di Fumagalli alla solidarietà e al rispetto della dignità e della libertà di tutti. Così come alla necessità di farsi ogni giorno costruttori di un mondo migliore. Cinquant’anni dopo, a Viterbo, durante l’emergenza Covid.
Viterbo – Il giubileo sacerdotale del vescovo Lino Fumagalli
“Le cose non cambiarono nemmeno a Santa Severa e Santa Marinella – ha proseguito Fumagalli -, comunità a cui resto legatissimo ancora oggi. La chiesa, lì, era in un capannone di eternit. Un forno d’estate e una ghiacciaia d’inverno. Per costruire la chiesa abbiamo fatto un mutuo enorme e l’8 per mille nemmeno c’era”.
“Ho perso 15 chili, ma è stato provvidenziale – ha aggiunto Fumagalli -. A Santa Severa ho conosciuto anche una signora la cui famiglia aveva fatto le cambiali per comprare casa. Cambiali da 100 mila lire al mese, che allora erano tantissime. Lavorava in 7-8 case. Se non pagava, gli portavano via tutto in poco tempo. Ogni volta che questa signora pagava una cambiale, veniva da me e lasciava 3 mila lire per la costruzione della chiesa e come dono alla Madonna per la cambiale che era riuscita a pagare”.
Viterbo – Il giubileo sacerdotale del vescovo Lino Fumagalli
In chiesa c’erano tutte le istituzioni e le autorità del territorio. Il sindaco Giovanni Arena, il presidente della provincia Pietro Nocchi, il consigliere regionale Enrico Panunzi, il procuratore capo Paolo Auriemma, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle forze armate che gli si sono stretti attorno, anche a titolo di amicizia. Come tutti i sacerdoti della diocesi, l’assemblea, le suore e gli ordini cavallereschi. Il coro di don Roberto Bracaccini ha fatto il resto.
Viterbo – Il giubileo sacerdotale del vescovo Lino Fumagalli
Infine un pensiero alla madre che, quando lo nominarono vescovo di Viterbo aveva 88 anni. “Una madre – ha concluso Fumagalli – ci insegna innanzitutto ad avere cura degli altri, così lei ha avuto cura di noi, continuando a farlo ogni giorno. Tutti i giorni. Quando mi hanno nominato vescovo di Viterbo, non sapevo proprio come dirlo a mia madre. Pensavo la prendesse male. Un altro trasferimento, alla sua età. Quando sono salito in appartamento, con la testa un po’ bassa, ho detto a mia madre che mi avevano trasferito a Viterbo. Mi ha guardato, abbracciato e detto: il Signore ci aiuterà. Da lì, sono arrivato qui”.
Daniele Camilli
Fotogallery: Il giubileo sacerdotale del vescovo Lino Fumagalli – 50 anni di sacerdozio
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