Viterbo – “Un sacco di gente si vergogna di questa destra”. Filippo Rossi, patron di Caffeina e giornalista, in una lunga intervista dall’Espresso punta il dito contro Meloni e Salvini. Lui che, come si legge, “soffre mortalmente per il dominio del duo estremista” ed è convinto che “la gente vota questa destra perché non ne ha un’altra”.
Intervista di Filippo Rossi su L’Espresso
Nell’articolo viene ricordato come Rossi, per questo, si “è rimesso a fare politica e lavora per fondare un partito, la ‘Buona destra’”.
Parla dunque del centrodestra: “Oggi – dice Rossi nell’intervista – c’è un sistema arroccato, dominato dalla destra populista e sovranista, quella di Lega e FdI che, anche se ha sede in via della Scrofa, non è certo erede di An. Parlano una volta di partito unico, un’altra di federazione: vanno sempre a sbattere” e “non riescono a trovare i candidati per le città: un avvocato per Roma, Enrico Michetti, un magistrato per Napoli, Catello Maresca, un pediatra per Milano, Luca Bernardo”.
Proprio sull’avversario della Raggi: “ma Michetti chi? Lui come candidato è in qualche modo l’altra faccia di Draghi premier. Michetti è la politica che fugge, nascondendosi dietro uno che non è nessuno. Un atteggiamento remissivo, dietro la propaganda della faccia cattiva e della bava alla bocca. Se Meloni si fosse messa in gioco avrebbe vinto, sicuramente, a Roma: non corre perché ha paura di governare”.
Il giornalista gli fa notare che forse la leader di FdI potrebbe essere più interessata a fare il premier: “Meloni premier? Ma quando mai, finché dice ‘fuori dall’Europa’ sarà tagliata fuori e lo sa benissimo” e Rossi chiede di guardare alla realtà” “il paese è governato da Draghi con un’alleanza che va dalla Lega a Leu. C’è dialogo, poi però litigano per il green pass. Sarò pazzo, ma vedo le cose: Salvini governa con Letta ma fa finta che non sia vero, perché non si vuole prendere responsabilità”.
Ala domanda se Draghi dovesse fondare un partito, Rossi replica: “Non gli voglio così male” e ancora “se Salvini e Meloni possono toccare assieme il 40%, la colpa è di chi non offre un’alternativa a una politica che soffia su un’idea di italietta lamentosa e recriminatoria, tiene le bocce ferme e considera di sinistra tutto ciò che non ha la bava alla bocca. A Roma appoggerò Calenda, che è il possibile aggregatore di una destra liberale”.
E infine, su cosa sia rimasto del belusconismo afferma: “E’ niente ormai, il motivo per cui il 4% della Lega si è quadruplicato”.
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