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Viterbo - Santa Rosa - La proposta di Raffaele Ascenzi - Il Covid impedisce quello tradizionale e l'ideatore di Gloria ne immagina uno spirituale e religioso - Partenza al tramonto col corpo della santa, dietro la macchina, in diretta tv e senza pubblico

“Un trasporto buio e senza persone, colmo di significati e messaggi di speranza”

di Giuseppe Ferlicca
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Viterbo – “Un trasporto buio e privo di persone, colmo di significati e messaggi di speranza”. Santa Rosa, arriva la proposta suggestiva, dell’ideatore di Gloria, Raffaele Ascenzi.

Mentre si discute sul prossimo 3 settembre, con il sindaco Arena che ha spiegato come per l’evolversi della pandemia Covid, anche stavolta la Macchina di Santa Rosa non uscirà per le vie di Viterbo, Ascenzi racconta via social la sua visione. 


Trasporto macchina di Santa Rosa - Raffaele Ascenzi

Raffaele Ascenzi


Partendo dalla Via Crucis a porte chiuse di papa Francesco, Ascenzi immagina qualcosa di simile anche per Santa Rosa. Un trasporto che guardi alla parte spirituale, religiosa. “Un trasporto che tutta la città potrebbe custodire per sempre nel cuore come unico e irripetibile gesto di amore”. Da mostrare al mondo, con ripresa trasmesse su canali tv e online, magari anche con riprese particolari, da droni. Soluzioni che le ragioni di sicurezza, in un normale trasporto non consentirebbero.

Una proposta che non è volersi mettere in contrapposizione con chi è chiamato a decidere sulla fattibilità o meno dell’iniziativa. “Desidero premettere che ogni decisione finale nel merito mi troverà comunque favorevole – precisa Ascenzi nel post con cui dal suo profilo Facebook ha lanciato la proposta – dal momento che la gestione di un simile evento non può essere lasciata al caso e sarà sicuramente frutto di studio e valutazioni di tutte le componenti che lavorano per la sicurezza e per il bene pubblico.

Il mio pensiero di oggi non vuole andare in alcun modo in contrasto con le recenti dichiarazioni dell’amministrazione comunale o con le regole che tutelano la salute di chi dovrebbe compiere o assistere al trasporto, ma si pone come una riflessione sul significato che ha la nostra secolare tradizione”. Che Ascenzi ricorda.


Macchina di Santa Rosa - Gloria


“Il corpo di Santa Rosa, dopo essere stato riesumato e trovato intatto a metà del 1200, è stato fatto trasportare per volere di papa Alessandro IV sulle spalle di quattro cardinali in solenne processione, percorrendo le vie dall’ossario in cui la giovane Rosa era stata sepolta, verso il convento dove la Santa aveva chiesto di entrare in clausura ed è ancora esposta alla venerazione in un’urna.

Sono almeno quattro secoli che, nonostante difficoltà di varia natura, i viterbesi con grande devozione, trasportano Macchine sempre più alte e pesanti per onorare la loro giovane Rosa”.

Una tradizione che si è interrotta lo scorso anno e per il Covid, così come pare anche per il prossimo 3 settembre.

“La pandemia in corso non ha facili soluzioni – prosegue Ascenzi – e ci costringe a mantenere la massima prudenza per tutelare i più deboli, per questo motivo sono spinto a trovare idee alternative al tradizionale trasporto e vorrei che uscisse con grande forza lo spirito dei nostri luoghi, nell’esaltazione di una processione spirituale che non può e non deve confondersi con una festa di folklore”.

Un’idea che parte da qualcosa che è avvenuto, quando sempre per la pandemia, la tradizionale Via Crucis, in Vaticano sono stati costretti a ripensarla sempre per il Covid.

“Considero la Via Crucis a porte chiuse di papa Francesco, le cui potenti immagini hanno fatto rapidamente il giro del mondo, una delle espressioni di fede più efficaci degli ultimi anni, eppure, difronte al pontefice in apparenza non c’era nessuno, solo un crocifisso bagnato dalla pioggia e l’emozione di un’intera comunità. Immagini di speranza piene di energia vitale”. Da qui la proposta.


I ciuffi di santa Rosa


“Un trasporto commovente che invece sarà vita. Ecco cosa ho sognato una notte di quest’estate: un trasporto che tutta la città potrebbe custodire per sempre nel cuore come unico e irripetibile gesto di amore.

Un percorso buio e privo di persone, ma colmo di significati e messaggi di speranza.

Io vedo il coinvolgimento della chiesa in questo progetto che dovrebbe organizzare il trasporto del corpo della santa in processione silenziosa a precedere di pochi metri l’incedere della macchina di Santa Rosa per le vie del tradizionale percorso.

Sarebbe per tutti i sensi la rievocazione del primo passaggio, con una commistione di fede e di sforzo di un’intera città in sinergia con i facchini che da secoli svolgono questo sacro rituale.

La potenza di questo gesto avrebbe un eco ben maggiore anche dal punto di vista mediatico e divulgativo, ponendo Viterbo per un giorno al centro del mondo, con delle riprese televisive dal carico spirituale così dirompente da meritare la trasmissione diretta, finalmente, dei principali canali nazionali.

Nella mia folle immaginazione, farei partire la solenne processione con le ultime luci del sole per terminare nel buio più assoluto e avvolgente davanti alla basilica della nostra Santa.

Dobbiamo trasformare il dramma che stiamo tutti vivendo in un’occasione irripetibile per far conoscere al mondo quanto forte sia il nostro messaggio. Ho già i brividi! Viva, sempre, Santa Rosa”.

Giuseppe Ferlicca 


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22 luglio, 2021

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