Viterbo – Biometano Tuscia chiede la “convocazione urgente della terza e conclusiva conferenza dei servizi”. Il comitato del No punta invece alla sospensiva e pare stia pensando anche di richiedere al sindaco di Viterbo Giovanni Arena e al presidente del consiglio comunale Stefano Evangelista di convocare un consiglio comunale straordinario.
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Biodigestore Acquarossa. Biometano Tuscia chiede alla regione Lazio di chiudere l’iter procedurale che porta alla costruzione della stazione di riciclaggio per lo smaltimento dei rifiuti organici. Rifiuti che poi vengono trasformati in energia. Il comitato dell’Acquarossa invece il Biodigestore non lo vuole perché teme un ritorno di immagine negativo per la zona e per possibili investimenti futuri. Un confronto che si fa sempre più serrato. Nel frattempo, il comitato sta anche gestendo la notizia del progetto per la costruzione di un depuratore per il trattamento delle acque di risulta da parte di un’altra realtà aziendale sempre nella zona industriale dell’Acquarossa dalle parti del mattatoio. Due società diverse, biodigestore e depuratore, con i lotti che pare siano stati venduti dallo stesso proprietario.
“Il termine perentorio entro il quale le amministrazioni interessate devono esprimere il loro parere in merito alla decisione oggetto della suddetta conferenza dei servizi – spiega nella lettera rivolta alla regione Lazio, la Biometano Tuscia – è 90 (novanta) giorni dalla data della prima riunione, ovvero entro il 12.5.2021, ai sensi dell’art. 14-ter della Legge 241/1990 e del DGR 132/2018. Trascorso tale termine, i pareri di competenza e gli atti di assenso comunque denominati si intendono acquisiti ed equivalgono ad una assenso senza condizioni, sia nel caso in cui il rappresentante delle suddette amministrazioni non abbia partecipato alle riunioni, ovvero pur partecipandovi, non abbia espresso ai sensi del comma 3 dell’art. 14-ter della Legge 241/1990 la propria posizione, ovvero abbia espresso un dissenso non motivato o riferito a questioni che non costituiscono oggetto della Conferenza dei servizi”.
Viterbo – La zona dell’Acquarossa destinata al biodigestore
Per tutte queste ragioni, la Biometano chiede poi alla regione “l’urgente convocazione della suindicata terza conferenza dei servizi. D’altra parte, non sussistono motivi plausibili, men che meno aspetti oggettivi che ostino all’iter procedurale a tal uopo necessario. Ciò posto, si è dell’avviso che i principi costituzionali della trasparenza e del buon andamento della pubblica amministrazione, con ogni ricaduta in termini di corretto operato, impongano una cortese vostra sollecita attivazione”. La richiesta della Biometano, l’ultimo sollecito, è della seconda metà di luglio.
A fine luglio anche il comitato per il No al biodigestore dell’Acquarossa ha fatto la sua mossa, chiedendo la sospensiva della procedura di Via, cioè di non tenere, per il momento, la conferenza dei servizi conclusiva. La richiesta è stata inviata, tramite gli avvocati Daniele Sterrantino e Stefania Buco, alla regione Lazio e al comune di Viterbo, assieme ad altre istituzioni per conoscenza.
Viterbo – La zona dell’Acquarossa
Il comitato chiede di “sospendere il procedimento di Via e quindi di concedere ai nostri assistiti e al pubblico un termine di almeno giorni 90 (tenuto conto del periodo estivo e di ferie) prima di fissare la data della terza conferenza dei servizi, al fine di poter legittimamente valutare tutta la documentazione inerente il progetto e quant’altro depositato presso la regione, nonché al fine di poter elaborare osservazioni in merito, anche da parte dei nostri tecnici e ottenere le osservazioni e le note delle amministrazioni ed enti ancora oggi assenti ma che saranno sollecitati dai sottoscritti in tal senso; dare l’opportunità al pubblico di essere informato del progetto e delle conseguenze e ascoltare le loro richieste, dare la possibilità alla società proponente il progetto di confrontarsi con il pubblico e con i nostri rappresentati per i dubbi e le criticità sollevate al fine di assicurare ed eliminare ogni dubbio sul progetto”.
Viterbo – I cartelli lungo la Teverina che invitano ad opporsi al biodigestore
Il comitato per il No al biodigestore propone infine “un’inchiesta pubblica tenuto conto della rilevanza del progetto in termini di impatto ambientale e sulla salute nonché sulla qualità della vita dei lavoratori (oltre 300) che operano nella località artigianale-industriale Acquarossa e dove insistono numerose attività commerciali (ristoranti e hotel), strutture sportive (Padel), attività agricole e artigianali, mercati generali frutta e verdura, trattamento carni bianche e industrie”.
Daniele Camilli
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