Viterbo – Due consiglieri per un assessore. Questa è la regola non scritta ma vigente in comune. Non scritta ma vigente e non applicata. L’insofferenza di Fratelli d’Italia, partito di maggioranza che ha chiesto la verifica e per essere abbastanza convincente, con Fondazione ha fatto saltare l’ultima seduta di consiglio, parte da qui. Da qui inizia la crisi e la giunta azzerata.
Matematica applicata alla politica. Due consiglieri, un assessore. Quindi Forza Italia a quota 4 in consiglio ne ha due. Certo, poi esprime anche il sindaco. Nella Lega sono in otto e ne hanno 3, più il vicesindaco.
Poi c’è Fratelli d’Italia. Tornati in 6, ma in giunta sono rappresentati da due assessori. Lo stesso numero di Fondazione, che però di consiglieri ne ha soltanto due.
In totale la giunta è nove. Seguendo il manuale Cencelli di palazzo dei Priori, mal distribuiti tra le varie forze.
FdI ha chiesto, in sostanza, che si ritorni al punto di partenza, quando aveva 6 consiglieri. Poi diminuiti per varie defezioni e quindi recuperati. Oggi i 6 “fratelli” in consiglio aspettano il loro terzo assessore. Che Arena non può aggiungere, ma concedere solo togliendolo a un alleato.
Fondazione è il gruppo chiamato a sacrificarsi, visti i numeri espressi. Ma pare che in una delle ultime riunioni, gli uomini di Santucci abbiano suggerito che a cederne uno debba essere Forza Italia.
Gli azzurri manco ci pensano e il sindaco pare poco propenso. C’è, anzi, chi lo spinge senza indugio a ridurre la quota Fondazione in giunta. E se poi esce dalla maggioranza, se ne faranno una ragione. Non è un caso che la lista civica vada a braccetto con FdI ultimamente. Fronte comune. Chissà se e quanto terrà.
Fratelli d’Italia punta comunque ad avere il pacchetto completo dei Lavori pubblici da assegnare a Laura Allegrini, anche la parte di competenza di Elpidio Micci. C’è chi ipotizza come in alcuni incontri abbiano proposto anche d’avere l’Urbanistica. Settore che va a braccetto coi Lavori pubblici.
E siccome la Lega ha tre assessori, dovrebbe cedere il vicesindaco, fino alla revoca era Claudio Ubertini. Tante ipotesi sul tavolo. Quando si apre una trattativa si chiede sempre parecchio. Non è detto che si ottenga tutto.
L’idea degli uomini del capogruppo Buzzi era anche quella di ridistribuire le deleghe ai consiglieri, in modo che abbiano incarichi, rappresentanti dello stesso partito dell’assessore di riferimento. Così che non ci sia più un Matteo Achilli di Forza Italia allo Sport, alle strette dipendenze di un assessore, Marco De Carolis, di FdI. L’esempio non è a caso.
Si è anche parlato di richieste per i Servizi sociali, ma qui vale quanto detto sopra. Chiedere è lecito, ottenere è cortesia. E forse il sindaco Arena non sarà così cortese, a meno che non immagini una giunta monocolore o quasi. Di certo ha molto su cui lavorare.
Le discussioni sulle posizioni di potere, volgarmente parlando le poltrone, non devono scandalizzare nessuno. Normale che se ne discuta. Forse meno normale è che durante nelle riunioni di maggioranza si sia parlato di chi deve fare cosa, di chi deve andare dove, ma a quanto pare nessuno si è soffermato nemmeno un istante ad analizzare, mettere in discussione l’operato dei rispettivi assessori. Valutare eventuali criticità e capire se ci sia la persona giusta al posto giusto. Tabula rasa.
Nessuno ha speso nemmeno mezza parola per far notare che nella giunta a nove, così come sono distribuite le deleghe, c’è chi ha da fare e chi, invece, beato lui (o lei) tempo libero non gliene manca. Quasi disoccupato.
Se lo avessero fatto, la logica conseguenza sarebbe stata: altro che 9, portiamo la giunta a 8, magari a 7 o 6. Avanzerebbero comunque. Manco per sogno, ormai questi discorsi non li fa più nemmeno il Movimento 5 Stelle.
Per fortuna che la legge mette paletti precisi ai numeri. Nove è il limite massimo. Altrimenti la crisi in comune si sarebbe risolta in battibaleno. Il tempo di contare fino a 10, magari 11…
Giuseppe Ferlicca
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