Viterbo – Egregio dottore, non entrerò più di tanto nel merito della medicina; nel valutarne la caratura scientifica e il ruolo sociale, potrei farlo in virtù di certe mie competenze, ma lasciamo stare.
Parliamo di libertà.
Francesco Mattioli
E’ vero, c’è una guerra contro l’umanità, come sostiene un cartello dei no-greenpass a cui lei aderisce. Ma è quella che sta conducendo il Covid-19 contro di noi e ha causato quattro milioni e mezzo di morti, centoquarantamila in Italia. Non le tornano i conti? Faccia assieme a me un atto di umiltà e creda agli esperti nazionali e internazionali, oppure si rivolga ai familiari di quelli che, l’anno scorso, furono portati via nelle bare a cura dell’esercito italiano.
Faccia un atto di umiltà e lei, da esperto dermatologo ma certo non un tuttologo della medicina, si fidi dei virologi, dei biologi, dei biotecnologi, dei genetisti, di coloro che presiedono enti di ricerca nazionali e internazionali, che stanno lì perché – suvvia – qualche competenza ce l’hanno, magari qualcuno di loro è perfino Premio Nobel.
E si fidi della medicina, della sua storia, della comunità scientifica internazionale che sì, ospiterà anche qualche becero, ma è comunque una comunità “peer” dove le sciocchezze non si dicono impunemente, perché vengono presto a galla. Una comunità che, nell’ultimo secolo, ha fatto salire la speranza di vita dell’uomo di trent’anni, innovando, rischiando, progredendo.
Se poi lei è un complottista che vede il marcio di Danimarca in ogni dove, vabbé, non continuiamo oltre, perché sarebbe un dialogo tra sordi, tra un sottoscritto che sa come funziona la società – l’ho studiata per quarant’anni – e il simpatizzante di un fronte che annovera nelle sue file persino i terrapiattisti. Credo – e spero – che lei non sia un complottista.
Mi era sembrato di capire che la sua riottosità al vaccino anti-Covid fosse dovuta ai suoi timori sulla natura ogm del preparato e che quindi la sua riottosità al greepass derivasse dal fatto che esige vaccinarsi con “quel” vaccino. Su questo, rimando a quanto detto poche righe sopra. Guardi che anche io ho fantasticato di ritrovarmi un giorno con la coda da coccodrillo o il muso di un gorilla – hai visto mai, ‘sti geni… – ma chi ne sa più di me mi ha assicurato che non è così, e siccome credo, oltre che nella scienza, anche nel principio di precauzione, oggi preferisco proteggermi e proteggere chi mi è intorno, piuttosto che ipotizzare fantascientifiche mutazioni del dopodomani.
Tuttavia lei, ora, tira fuori altre argomentazioni; leggo su Tusciaweb che condivide appieno l ‘idea che contro i provvedimenti anti-Covid del Governo la resistenza diventa un dovere. Lei è contro le restrizioni domiciliari, il distanziamento sociale, l’obbligo di trattamenti sanitari, denuncia la persecuzione dei medici non allineati, il controllo dell’informazione e la censura del dissenso.
Infine, accusa lo Stato di aver causato la paralisi economica, di aver creato masse di disoccupati e di aver pregiudicato i diritti civili e alle garanzie costituzionali. Accidenti, altro che Stalin o Hitler, altro che pasdaran e talebani! In Italia, in Europa, negli Sati Uniti, in Giappone come in Australia si respira la più bieca e subdola dittatura! Forse dovremmo invidiare i brasiliani che Bolsonaro ha lasciato liberi di fare come gli pare, senza green pass di sorta, magari perché lui è troppo impegnato a fare affari con i distruttori della foresta Amazzonica. Seicentomila morti di Covid in Brasile? Lei e i suoi sodali certamente lo considereranno un dato falso, calcolato ad arte dalle multinazionali del vaccino ogm…
In realtà, delle due l’una: o lei esprime una ideologia o lei si appropria di saperi che non conosce a fondo e padroneggia male.
Nel primo caso, nulla quaestio. Ognuno ha le sue idee, anche le più sballate; veda come la pensano i ventenni dell’ultimo rave-party (dove lei forse sarebbe stato accolto da eroe: perché non ci ha fatto un salto? ). Nel secondo caso, siamo all’ignoranza espressa dal complottismo, alla concezione della libertà in senso anarchico, individualista, ad una idea di Costituzione che non corrisponde a quella dei suoi padri fondatori che, al contrario, insistevano molto sulla responsabilità individuale. Si legga Sartori; si legga Cassese; ma le racconto una battuta di Boldrini, raccolta direttamente dalla sua voce: “Non so se tutti hanno capito che la Costituzione contiene sì i diritti, ma anche i doveri, che l’abbiamo scritta per garantire l’interesse di tutti e non di pochi”.
Quanto al greenpass, che attesta semplicemente che una persona è vaccinata (quindi non rischia più di tanto e potenzialmente porta con se una ridotta contagiosità) lo consideri come la patente di guida, un documento che ti permette di fare certe cose.
La patente di guida non è mica obbligatoria, ma per guidare è necessaria. Anche la patente di guida è un vulnus alla libertà? Alla Costituzione? Mah, veda lei.
Ah, dimenticavo. Si goda la popolarità che le riservano alcuni media; ma si ricordi che, come sosteneva John B. Bogart, per i giornalisti la notizia è l’uomo che morde il cane, non il contrario. Che lei sia l’unico medico della Asl viterbese, assieme ad un suo più taciturno collega, che è stato sospeso per non aver seguito i dettati istituzionali della sua professione, l’ha reso famoso più di quanto non siano di per sé i no-mask, i no-vax, e persino i no-greenpass e le loro singolari argomentazioni.
Ma la notorietà da sola non basta, servirebbe anche una credibilità che lei, e i suoi novelli compagni di lotta, mostrate di non possedere, quanto meno presso gli oltre cinquanta milioni di Italiani vaccinati o in procinto di farlo, che non si sentono pecore, ma soltanto dei semplici cittadini responsabili.
Buona vita,
Francesco Mattioli
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