![]() Giacomo Barelli |
Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – “Quo usque tandem abutere, Giovanni Arena, patientia nostra?”.
Fino a quando Giovanni Arena abuserai della nostra pazienza?
Il sindaco di Viterbo così come Catilina, citato da Cicerone è stato abbandonato dai suoi sostenitori, ma a differenza di quest’ultimo Arena non sta abusando della pazienza dei senatori romani ma della sopportazione di tutti i Viterbesi, di qualsiasi estrazione politica, che non ne possono più dello stato in cui ha ridotto la città e delle continue gaffes ed errori (vedasi l’ultima sulla fiera di Santa Rosa) di cui è costellato il suo mandato da oltre tre anni.
Tutto ciò aggravato in questi ultimi tempi da una certa prosopopea nelle dichiarazioni che più che dimostrare sicurezza evidenziano il timore di chi teme di perdere la poltrona da un momento all’altro e cerca affannosamente di rinviarne la data.
Tuttavia è umanamente comprensibile l’atteggiamento di Arena, certo ormai che nessuno vorrà ricandidarlo, di cercare almeno di arrivare in fondo a una consiliatura piena di insuccessi e fallimenti.
Inaccettabile invece nonché dimostrazione di uno scarso senso delle istituzioni, più volte purtroppo palesato, in questa consiliatura, è l’affermazione odierna in cui il sindaco dichiara che non si dimetterà anche se i partiti risponderanno negativamente alla sua proposta di uscita dalla crisi, negandogli di fatto la fiducia.
Una affermazione istituzionalmente grave di un sindaco che smentendo se stesso, “andrò in consiglio dimissionario” così testuale dichiarò a Tusciaweb pochi giorni fa, dimostra di non avere nessun rispetto per la città ed i suoi cittadini anteponendo il suo interesse politico a “restare in sella” a quello di Viterbo di essere governata a questo punto meglio di lui anche da un commissario prefettizio.
Che l’interesse principale del primo cittadino fosse il “suo particulare” rispetto ai Viterbesi era già chiaro venti giorni fa quando invece di dimettersi egli stesso, come previsto dalla legge in caso di difficoltà ed avviare i 20 giorni di consultazioni per rifare giunta o andare a votare, ha preferito con un artificio politico, mandare a casa i suoi assessori, rimanendo l’unico in carica in attesa di tempi migliori…
Se non fosse stato per una parte della opposizione che richiedendo il consiglio di domani ha posto un limite a tale indecente balletto chissà per quanto sarebbe andato avanti tra selfie e comparsate…
A breve questa ennesima triste pagina scritta dalla politica viterbese, fatta solo di richieste e scambi di poltrone tra partiti “cannibali “, si concluderà miseramente con la stessa giunta e gli stessi assessori di prima, a cui forse verranno rimescolate un po’ di deleghe.
Quale sarà il risultato di questa crisi è facile da prevedere basta applicare la proprietà commutativa per la quale in aritmetica “cambiando l’ordine degli addendi la somma o totale non cambia….” così è anche in politica.
C’è però una grande novità che ci consegna l’ultima “Crisi balneare” al comune di Viterbo e cioè la certezza che non sarà Giovanni Arena il prossimo sindaco di Viterbo in quanto la sua stessa maggioranza (ormai ex ‘maggioranza’) ha deciso di non ricandidarlo.
Tale novità nel breve periodo agiterà molto la politica cittadina regalando altri giorni difficili ai Viterbesi con un sindaco ed una giunta ormai “scaduti” e dunque politicamente delegittimati.
Tuttavia si è già aperta a Viterbo una grande riflessione tra tutti i cittadini di destra, centro o sinistra che vedono nella fine della consiliatura Arena una luce in fondo al tunnel per far finalmente rinascere la nostra città attraverso il buon governo di amministratori seri e competenti.
La fine politica di questa amministrazione oggi conclamata ci lascia la forte consapevolezza che anche a Viterbo non saremo condannati a scegliere, come invece è stato con Arena, il male minore, ma per il futuro finalmente potremmo sceglierci un governo dei migliori che non è più rinviabile.
Giacomo Barelli
Capogruppo Viva Viterbo forza civica
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