Viterbo – “Parlare dei poveri dà fastidio, e anche noi cristiani ci siamo accomodati. I poveri invece a Viterbo crescono e il Covid ha fatto peggiorare la situazione in maniera tremenda”. Il vescovo non c’è, ma il suo vicario non è da meno. Don Luigi Fabbri.
Lino Fumagalli, per un contrattempo, non ha potuto celebrare. La messa è solenne e parla di San Lorenzo. Patrono di Viterbo, fedele nel ministero e glorioso nel martirio. Caduto per mano dei romani il 10 agosto del 258 d.C.. Spagnolo morto a Roma durante la persecuzione voluta dall’imperatore Valeriano.
Viterbo – La messa per San Lorenzo – Don Luigi Fabbri
A dire messa ieri pomeriggio, in una cattedrale vuota, nonostante la festa sia solenne, don Luigi Fabbri, vicario del vescovo Fumagalli. Di fronte gli ordini di Malta, SmoM, e di San Giorgio, la pastorale della salute e le suore. Su tutte suor Francesca dell’ordine delle Alcantarine, monastero e Santuario di Rosa, presente anche lei, qualche giorno fa all’incontro tra sindaco, sodalizio dei facchini e prefetto di Viterbo convocato nell’ufficio del primo cittadino per discutere il passaggio del cuore della Santa il prossimo tre settembre.
Viterbo – La messa per San Lorenzo
Fuori c’è il green pass, entrato in vigore cinque giorni fa, con la ministra dell’interno Lamorgese che ha dovuto precisare che i gestori dei luoghi al chiuso non sono tenuti a chiedere il documento. Un pass preso comunque sia male. Con fastidio soprattutto. Tant’è che si ipotizza un altro sabato di contestazioni in piazza del comune. Come i tre precedenti che hanno visto quanto meno invariato il numero dei partecipanti. Nonostante sia agosto.
Viterbo – Don Luigi Fabbri
“Si sente spesso dire, tanto le cose non cambiano – ha sottolineato don Fabbri durante l’omelia -, ma questo non va e non può andare. I cristiani vanno chiamati al dovere della carità e le istituzioni devono dare risposte concrete”.
Viterbo – San Lorenzo
I mali della città, come un convegno convocato tanti anni fa a Roma, voluto sempre da un altro prete, protagonista la Caritas. Don Luigi Di Liegro. 1974. Negli stessi anni in cui Lino Fumagalli, come lui stesso ha raccontato per il cinquantenne del suo sacerdozio, era prete di borgata a Saxa Rubra e poi lungo il litorale. Gli anni della partecipazione attiva dei cattolici alle vicende politiche del paese e della città”.
Viterbo – Il duomo
“Tantissime persone a Viterbo – racconta don Luigi – chiedono un pasto caldo alla Caritas, ogni giorno. Ma non fa notizia. Centinaia di persone ricevono il pacco viveri nelle nostre parrocchie. Ma non fa notizia. Nuove forme di povertà e di solitudine sono ormai all’ordine del giorno. A Viterbo. Ma anche questo non fa notizia. Così come non fa notizia l’impegno di tante associazioni di volontariato che in questi due anni hanno messo anima e corpo per far fronte all’emergenza Covid e alle sue conseguenze sanitarie e sociali. La povertà non fa notizia. La povertà, anzi, dà fastidio”.
Viterbo – La messa per San Lorenzo
Una situazione arrivata ai limiti, e che la diocesi va denunciando da tempo. La povertà a Viterbo, col Covid, è cresciuta in maniera esponenziale. E ogni dato sarebbe azzardato, certamente, però, non rassicurante. Una situazione cui la diocesi ha fatto fronte attraverso la Caritas, l’emporio di Santa Barbara e le parrocchie sparse sul territorio. Nonostante forze limitatissime e problematiche legate alla gestione dei beni non da poco. La Caritas di Viterbo, come sta scritto sul suo sito internet, durante la pandemia ha raccolto più di 15 mila euro di donazioni volontarie con cui ha potuto far fronte alla “consegna di generi alimentari di prima necessità, aiuti straordinari alle famiglie, sostegno alle persone senza fissa dimora ospiti del dormitorio presso il monastero di Santa Rosa”.
Viterbo – La messa per San Lorenzo
Accanto alle attività assistenziali, la Caritas ha sviluppato un progetto di co-housing. Si chiama AbitiAmo e l’appartamento a disposizione si trova in centro storico. Un progetto che, come sta sempre scritto sul sito internet della Caritas Diocesana di Viterbo, “promuove l’esperienza di formazione universitaria offrendo ai giovani l’opportunità di vivere insieme per crescere come persone in realtà di condivisione, di accoglienza e di servizio. Il progetto prevede la disponibilità, a titolo gratuito, di una casa per studenti motivati allo studio e desiderosi di vivere un’esperienza significativa. La Caritas diocesana, attraverso la realizzazione di questo progetto, intende valorizzare il protagonismo e la partecipazione attiva dei giovani nella comunità, promuovendo lo sviluppo di competenze relazionali per il benessere della persona, attivando modelli di economia di scambio finalizzati alla reciprocità”. Molti dei ragazzi e delle ragazze che hanno preso parte al progetto hanno costituito la spina dorsale del volontariato all’interno di mense e dormitorio durante tutti i mesi della pandemia.
Viterbo – La messa per San Lorenzo
Lo spunto, per don Luigi, è la festa del patrono cui è dedicata la cattedrale di Viterbo. San Lorenzo martire. Quando morì aveva 33 anni. Nel 257, papa Sisto gli affidò il compito di responsabile delle attività caritative di Roma. Oltre 1500 persone povere. La chiesa che si strutturava all’interno dell’impero romano. L’anno dopo, l’editto di Valeriano. Tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi devono essere messi a morte. Roma puntava a distruggere l’intero gruppo dirigente della nascente, e ormai consolidata, comunità romana.
Sisto venne ucciso il 6 agosto assieme a 4 diaconi, tra cui Innocenzo. Sorpreso nelle catacombe di Pretestato sulla Via Appia a Roma mentre celebrava l’eucarestia. Il 10 agosto fu la volta di Lorenzo.
Viterbo – La messa per San Lorenzo
“Quando San Lorenzo è stato arrestato – ha detto don Luigi – gli venne chiesto di consegnare entro tre giorni i tesori della chiesa, altrimenti sarebbe stato ucciso. Lorenzo rispose che il suo solo tesoro erano i poveri. Tesori eterni che non vengono mai meno, ma crescono. San Lorenzo era un cristiano autentico, senza compromessi”.
“Il messaggio di San Lorenzo – ha proseguito don Luigi – è un messaggio di servizio ai poveri. Come ha già detto papa Francesco, la chiesa deve uscire da sé per incontrare gli altri. Per creare una cultura dell’incontro”.
Viterbo – La messa per San Lorenzo
“La chiesa povera tra i poveri – ha concluso infine don Luigi – non è la chiesa che delega alle istituzioni il dovere della carità. Il cristiano non delega niente a nessuno. La chiesa è invece la comunità in cui ogni cristiano è responsabile, e si impegna in prima persona di fronte alla povertà”.
Daniele Camilli
Fotocronaca: La messa per San Lorenzo
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