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Santa Rosa - Il vescovo Fumagalli: "Viterbo ha bisogno di un rinnovato patto di solidarietà" - Questa mattina la messa solenne - FOTOCRONACA

“Il bene comune deve prevalere su quello dei singoli e dei partiti”

di Daniele Camilli
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Viterbo - 4 settembre - Il vescovo Lino Fumagalli

Viterbo – 4 settembre – Il vescovo Lino Fumagalli


Viterbo – “Viterbo ha bisogno di un rinnovato patto di solidarietà per far fronte ai problemi economici e sociali che la affliggono e che, purtroppo, verranno accentuati dalla pandemia”. Messa solenne del vescovo Lino Fumagalli. Questa mattina nella basilica di santa Rosa a Viterbo. Con la benedizione fatta con il cuore della patrona a fine celebrazione.

“Dobbiamo risvegliare il senso di appartenenza e di servizio alla città – ha sottolineato il vescovo – Il bene comune deve prevalere sul bene dei singoli e dei partiti, passando dalla logica dell’io a quella del noi”.

Un messaggio politico chiaro. Lanciato da Fumagalli alle istituzioni e alla politica, ai fedeli e agli uomini e donne di buo0na volontà. A tutti quanti i viterbesi. Basta divisioni, corporazioni, litigi. La città o è unita oppure non va avanti. Quanto meno non scavalla la fase che si sta attraversando. Quella del Covid, da più di due anni. Con i trasporti mancati che stanno lì, ormai, a segnare il tempo che scorre. Così come il passaggio di Gloria, l’inizio dell’anno per i viterbesi.



“Non possiamo dire le risorse non ci sono – prosegue il vescovo – ma bisogna dar vita a una nuova solidarietà che coinvolga politici, istituzioni e volontariato. Per far fronte alle tante urgenze che purtroppo aumenteranno nel prossimo futuro. Serve unità. Serve un patto di solidarietà per il bene comune.È il bene comune che fa crescere la città. Non gli individualismi e i particolarismi. Chi è fermo sulle proprie posizioni non cresce. E blocca il bene della comunità”.

In chiesa tante le persone. Ci sono i facchini, con il presidente del sodalizio Massimo Mecarini, il sindaco Giovanni Arena, il presidente della provincia Pietro Nocchi, il senatore Umberto Fusco e il consigliere regionale Enrico Panunzi, l’assessora regionale Alessandra Troncarelli e quella comunale, Antonella Sberna, entrambi alle politiche sociali, snodo essenziale lungo tutta la pandemia, il prefetto Giovanni Bruno e il rettore Stefano Ubertini. Poi le forze armate e dell’ordine, i carabinieri ai lati dell’altare, le associazioni e gli ordini cavallereschi, l’architetto di Gloria, Raffaele Ascenzi, e il suo costruttore, Vincenzo Fiorillo. La Croce rossa, l’Avis e le Alcantarine con suor Francesca, che il vescovo ringrazia a fine messa. “Hanno fatto del monastero di santa Rosa – ha detto il vescovo – un punto di riferimento per tutta la città”.


Viterbo - 4 settembre - La messa solenne nella basilica di santa Rosa

Viterbo – 4 settembre – La messa solenne nella basilica di santa Rosa


Il coro è diretto da Roberto Bracaccini, la messa servita anche da don Emanuele Germani, portavoce di Fumagalli, e vicario don Luigi Fabbri. Attorno i sacerdoti delle chiese viterbesi che durante il lockdown e tutta quanta l’emergenza in corso hanno rappresentato una struttura fondamentale per far fronte a tutte quante le difficoltà del territorio. Da quelle sanitarie, in stretto contatto con la Asl, a quelle più schiettamente sociali.

“Basta con le divisioni tra gruppi, famiglie e associazioni – ha ribadito più volte il vescovo -. Le divisioni ci portano solo a lotte continue e all’accentuarsi del protagonismo e delle contrapposizioni. Dobbiamo impegnarci tutti per il bene della città. Prestando particolare attenzione ai più poveri e bisognosi”.


Viterbo - 4 settembre - Il vescovo Lino Fumagalli

Viterbo – 4 settembre – Il vescovo Lino Fumagalli


“Viterbo – ha poi aggiunto Fumagalli – in questi anni è cambiata. E se non siamo ‘tutti di un sentimento’, la macchina non si alza e ognuno va per conto suo. E se la macchina non si alza, allora crolla. Dobbiamo risvegliare il senso di appartenenza e di servizio alla città. Il bene comune deve prevalere sul bene dei singoli e dei partiti, passando dalla logica dell’io a quella del noi. Dobbiamo realizzare quelle condizioni economiche e sociali che permettano la crescita culturale, spirituale e lavorativa dei viterbesi, garantendone diritti e dignità. Un cammino di crescita in cui tutti quanti ci dobbiamo sentire coinvolti”.

Infine, Fumagalli si rivolge ai cattolici della città. “Abbiamo bisogno di una nuova evangelizzazione – ha concluso – e di un annuncio credibile che passi attraverso la testimonianza stessa della nostra vita. Abbiamo bisogno di comunità attraenti e scelte missionarie capaci di trasformare ogni cosa. Con una pastorale ordinaria più espansiva e aperta. In grado di mettere sacerdoti e laici in un percorso di rinnovamento della chiesa e in costante atteggiamento di uscita”.

Daniele Camilli


Fotocronaca: La messa solenne del 4 settembre 


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4 settembre, 2021

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