Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
    • Facebook
    • Twitter
    • LinkedIn
    • Google Bookmarks
    • Webnews
    • YahooMyWeb
    • MySpace
  • Stampa Articolo
  • Email This Post

Viterbo - È il capitano 34enne Lucia Dilio - In Sardegna ha fatto arrestare il boss Ismail Rebeshi

Carabinieri, una viterbese al comando della compagnia di Siena

Condividi la notizia:

Lucia Dilio

Il capitano Lucia Dilio


Viterbo – (sil.co.) – E’ una viterbese il nuovo comandante della compagnia dei carabinieri di Siena. Si tratta del capitano Lucia Dilio, 34 anni, che dall’ottobre 2017 era al timone della compagnia di Carbonia, in Sardegna.

E’ lei che il 26 novembre 2018, quando era in Sardegna, ha fatto finire in carcere il boss di mafia viterbese Ismail Rebeshi che il successivo 25 gennaio, a distanza di due mesi, è stato poi raggiunto in carcere dall’altra ordinanza di custodia cautelare, quella dell’operazione Erostrato, che ha smantellato il sodalizio criminale italo-albanese, responsabile di avere letteralmente messo a ferro e fuoco Viterbo tra il 2017 e il 2018. 

Nata il 25 aprile 1987 a Viterbo, Lucia Dilio prende il posto del maggiore Alberto Pinto, trasferito nella capitale per assumere la guida dell’importante compagnia di Roma Trionfale. Finora solo un’altra donna era stata ai vertici dell’arma senese, Stefania Riscolo, che dal 2013 al 2016 ha guidato il nucleo operativo e radiomobile a Siena e ora è capitano ad Acireale. Il suo arrivo sarà ufficializzato a giorni dal colonnello Nicola Ferrucci. 


Lucia Dilio

Il capitano Lucia Dilio


Laureata in giurisprudenza – come la sorella Arianna, avvocato del foro di Viterbo – Lucia Dilio, tra il 2007 e il 2008, ha frequentato il 12esimo corso bennale marescialli della scuola di Velletri quindi è stata ammessa al 190esimo corso carabinieri dell’accademia militare di Modena. Nominata sottotenente dell’arma il primo settembre 2010, ha frequentato il corso d’applicazione e poi di perfezionamento.

Nominata tenente il primo settembre 2012, si è laureata in giurisprudenza nel 2013. Il 30 agosto dello stesso anno ha assunto il suo primo incarico operativo a Perugia, dove è arrivata fino al comando del Norm della compagnia. Poi la promozione e l’invio a Carbonia, dove ha compiuto molte operazioni con arresti per droga, tra cui quello del boss di mafia viterbese Ismail Rebeshi, in carcere dal 26 novembre 2018 quando fu arrestato nell’ambito dell’operazione Ichnos. Ha inoltre condotto indagini per aggressioni ad anziani, lottando contro le baby gang, sempre presente a convegni su cyberbulismo e codice rosso.


A gennaio maxiblitz contro la banda dei portavalori

In Sardegna si è distinta, tra l’altro, nell’ambito delle indagini sfociate lo scorso mese di gennaio nel maxiblitz dell’operazione “Maddalena”, conclusasi con l’arresto di ben 32 presunti componenti di un’organizzazione criminale che si sarebbe resa responsabile di un tentativo di assalto a un portavalori nel 2018 e che sarebbe stata pronta a mettere a segno rapine sia in Sardegna che in Toscana. Gli indagati sono accusati a vario titolo di traffico di droga, detenzione di armi e esplosivi e di fare per l’appunto parte di una rete specializzata nell’assalto ai furgoni portavalori.


L'operazione Ichnos dei carabinieri - Nel riquadro: Ismail Rebeshi

L’operazione Ichnos, nel riquadro Ismail Rebeshi


Tre anni fa l’arresto del boss Rebeshi

Tornando a Rebeshi, l’albanese 38enne ai vertici con Giuseppe Trovato di “mafia viterbese”, tra novembre 2017 e febbraio 2018 avrebbe fornito agli “isolani” otto chili di droga. Lo scorso 14 gennaio è stato condannato a in primo grado a sei anni con lo sconto di un terzo della pena del rito abbreviato dal tribunale di Cagliari. 

Quasi due secoli ai 23 imputati, da un minimo di 4 a un massimo di 18 anni. In carcere è finita una banda di presunti narcotrafficanti, specializzati nell’importazione di ingentissimi quantitativi di eroina e cocaina nell’isola, che avrebbe avuto epicentro nell’Ogliastra.

Il 38enne, secondo le indagini dei carabinieri di Carbonia (guidati dal capitano viterbese Lucia Dilio e coordinati dai pm Alessandro Pili e Rita Cariello della Dda di Cagliari), in soli tre mesi, da novembre 2017 a febbraio 2018, mentre a Viterbo si moltiplicavano gli attentati incendiari e i gesti intimidatori, sarebbe riuscito a rifornire il gruppo sardo di un chilo e mezzo di eroina e di sei chili di cocaina.

Cocaina purissima. Pura al 93 per cento, dicono le carte dell’operazione Ichnos. Secondo le accuse, in pochi mesi, la banda avrebbe acquistato 85 chili di droga per complessivi 3 milioni di euro che poi, sul mercato, avrebbero moltiplicato fino a oltre tre volte il loro valore.


Condividi la notizia:
1 settembre, 2021

                               Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564PRIVACY POLICY

Test nuovo sito su aruba container https://www.tusciaweb.it/e-il-nostro-primo-natale-facciamoci-un-in-bocca-al-lupo/