Viterbo “La crisi non è soltanto una disgrazia, ma un’opportunità. Dobbiamo fare della crisi un’opportunità. Perché dalla crisi non si esce da soli, ma tutti quanti insieme”. E infine: “Dobbiamo sapere vedere santa Rosa con gli occhi del cuore”. Sono le parole che il vescovo Lino Fumagalli ha rivolto alla città, questa sera, durante la messa in onore ai facchini di santa Rosa.
Santa Rosa 2021 – La messa del 3 settembre
A Viterbo nella basilica dedicata alla patrona. Il 3 settembre, giorno del trasporto, ma nell’anno 2021. Il secondo di Covid e il secondo senza il passaggio di Gloria per le vie del centro storico.
Di fronte al vescovo ci sono il sindaco Giovanni Arena e il presidente del sodalizio dei facchini Massimo Mecarini assieme ai facchini. In giacca e cravatta, come deciso dal direttivo. Cravatta rossa. Anche il sindaco ha la cravatta del sodalizio, quella gialla.
Arena e Mecarini nelle scorse settimane a ono stati protagonisti di un confronto, passato per dichiarazioni stampa e incontri, sull’opportunità o meno di fare il trasporto. In alternativa alla macchina, anche la santa oppure il cuore come gli stessi Mecarini, Arena e il prefetto Giovanni Bruno aveva immaginato. Ipotesi alla fine scartata anche perché il vescovo aveva da poco emesso una direttiva che vietava, in tempi di pandemia, le processioni in tutta la diocesi.
Alla fine la decisione, presa direttamente dal sindaco. Il montaggio della macchina di santa Rosa in piazza del comune. Fino al 13 settembre. L’accensione, questa sera alle 21. Con una cerimonia semplice officiata dal vescovo. Con temporale te alla decisione del sindaco, quella dei facchini. Presentarsi alla messa e all’accensione di questa sera senza la divisa ufficiale. Solo in giacca e cravatta.
Santa Rosa 2021 – La messa del 3 settembre – Il sindaco Giovanni Arena con il presidente del sodalizio Massimo Mecarini
Parole, quelle del vescovo rivolte al sindaco e ai facchini. Seduti ai banchi assieme al prefetto Giovanni Bruno.
L’esempio evidenziato dal vescovo è quello di santa Rosa. Nelle specifico una serie di virtù che il vescovo elenca mettendole in sinergia con la lettura del vangelo di Matteo. L’elogio della sapienza. “Hai tenuto nascoste le cose ai sapienti e le hai rivelate ai deboli. Imparate da me che sono mite e umile di cuore. Il mio cuore è dolce e il mio carico leggero”.
“La sapienza – ha detto il vescovo -, ossia – ha poi precisato – quella virtù che ci permette di leggere la realtà di ogni giorno con gli occhi di Dio. La sapienza ha bisogno dell’intelligenza e della scienza per comprendere la realtà. Ma non basta uno sguardo razionale. Bisogna anche elevarlo e leggere la realtà e la storia con gli occhi stessi di Dio. Le cose in importanti non si vedono con gli occhi della mente ma con gli occhi de cuore. E bisogna vedere santa Rosa con gli occhi del cuore”.
Rosa è descritta dal vescovo come “vergine, santa e prudente”. La prima parola chiave. Prudenza, fondamentale per gestire le dinamiche e i confronti. Anche gli scontri. Non a caso il vescovo cita l’esilio della santa, sopportato responsabilmente. Una responsabilità politica, non intesa come incarichi, ma come responsabilità nei confronti della città e del suo buon andamento. “Soprattutto – ha detto il vescovo – in una fase difficilissima come questa”. L’emergenza Covid, non solo sanitaria, già di suo gravissima, ma anche e sempre più sociale. Un tema su cui più volte il vescovo si è espresso a chiare lettere. Come questa sera alla messa per i facchini. Prudenza, perché poi, ha lasciato intendere il vescovo, gli scontri lasciano il segno, soprattutto sulla città.
Santa Rosa 2021- La messa del 3 settembre
Poi gli altri valori e modi d’essere della santa. “Umilità”, “collaborazione”, “accoglienza”, “saper camminare accanto agli altri adattandosi al loro passo” e “assenza di protagonismo”. Virtù religiose, virtù anche laiche.
“Dopo le prime volte sotto la macchina di santa Rosa – ha detto il vescovo – nasce un’empatia profonda per la macchina. E’ successo anche a me, la prima volta e tutte le volte successive. Un’emozione fortissima, e immagino perfettamente quella dei facchini. Sentono santa Rosa come parte della loro vita. E bisogna tutti quanti sentire la santa come parte della nostra”.
“L’esperienza dei facchini – ha poi proseguito – ha bisogno della prova del trasporto. Quando sento il capo facchino che dà l’ordine, sono il primo ad emozionarmi”.
Il vescovo si siede di fronte all’altare principale. Attorno i sacerdoti in abito bianco. Davanti a sè la navata centrale, piena di gente, nel rispetto della normativa. Fin dall’ingresso. Parla a tutti. Parla ai facchini e alle istituzioni. Parla al sindaco Arena, seduto al primo banco con il prefetto. Dall’altra parte, nei banchi di sinistra, Mecarini e il direttivo. Il clima è disteso. Il sindaco e il presidente del sodalizio si salutano senza alcun problema e si lasciano fotografare insieme.
“I facchini vivono il trasporto – sottolinea il vescovo – con gioia, generosità e orgoglio positivo che segnano la vostra vita di cittadini e di credenti”. Poi rivolgendosi a tutti gli interlocutori: “pensate alle difficoltà del tempo che stiamo vivendo facendone non solo una disgrazia ma anche un’opportunità. Dobbiamo fare della crisi un’opportunità. Perché dalla crisi non si esce da soli, ma tutti insieme”. E il trasporto della macchina di santa Rosa è l’evento cittadino più importante e importante di sempre.
Santa Rosa 2021 – La messa del 3 settembre
Tenendo ben presente una cosa. “Il signore – ha concluso il vescovo rifacendosi al vangelo di Matteo – le cose importanti non le ha rivelate ai ‘capoccioni’ del mondo ma alle persone umili, come santa Rosa”.
Poi, rivolgendosi solo ai facchini: “Anche quest’anno non avete fatto il trasporto, ma avete fatto esperienza dell’amore e della presenza della santa. E questa sera ci sentiremo tutti sotto la macchina e la protezione di santa Rosa”.
Infine, la benedizione con il cuore della santa ai facchini. Dall’altare. Domani, durante la messa delle 10 e 30 al duomo, la benedizione con il cuore della patrona alla città.
Daniele Camilli
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