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Viterbo - Cinalli (Tavolo per la pace): "La situazione dei rifugiati nella Tuscia è priva di monitoraggio"

“La prefettura non aggiorna i dati sui migranti dal 2014”

di Daniele Camilli
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Viterbo – “La prefettura non aggiorna più i dati sui rifugiati dal 2014. Quelli che abbiamo li possiamo desumere solo da quelli dell’Istat. Non solo, ma il comitato sicurezza migranti non si riunisce più da anni. In sintesi, la situazione dei migranti e dei rifugiati in provincia di Viterbo è completamente priva di monitoraggio. Non si sa quello che succede”. Il tavolo per la pace di Viterbo riparte dalle parole di Umberto Cinalli e dalla marcia per Assisi. La marcia per la pace che parte da Perugia per raggiungere la città di san Francesco. La 24esima che quest’anno si terrà il 10 ottobre.

“Il tema della pace – ha poi aggiunto Cinalli – è strettamente legato a quello della condizione dei migranti e dei rifugiati. Tutti quanti. Una condizione dimenticata, lasciata lì in attesa. E ogni attesa, è un’attesa colpevole”.


Viterbo - Umberto Cinalli del tavolo per la pace

Viterbo – Umberto Cinalli del tavolo per la pace


Il tavolo per la pace torna quindi a riunirsi. “Per voler essere di nuovo protagonisti – ha detto Cinalli -, anche alzando un po’ i toni. Per dire le cose con forza maggiore e chiamare prefettura e provincia alle proprie responsabilità”.

L’incontro del tavolo ieri pomeriggio. In sala Anselmi, via Saffi. Di fronte alla provincia di Viterbo, che patrocina le iniziative del tavolo. A partire appunto dalla marcia della pace del 10 ottobre. Per l’occasione, in partenza dalla Tuscia, sono previsti 6 pullman. Tre sono coordinati dal tavolo per la pace. Uno partitaria da Viterbo e due da Vetralla. Ci sono poi altri due pullman in partenza dal capoluogo. Uno di Cgil e Auser, l’altro di un gruppo di cittadini. Infine, un ultimo mezzo partirà da Ronciglione.

Assieme a Cinelli, in sala Anselmi sono intervenuti anche Piero Arcangeli del circolo della conoscenza di Rifondazione comunista, Chiara De Carolis del Cds, Mario Di Marco della Caritas e Mario Sarnari di Unicer.


Cultura - La marcia della Pace da Perugia ad Assisi

Cultura – La marcia della Pace da Perugia ad Assisi


“Le statistiche sui migranti della prefettura – spiega Cinalli – sono ferme dal 2014. Inoltre, la commissione sicurezza migranti, sempre della prefettura, non viene più convocata da anni. In sintesi, la situazione dei migranti e dei rifugiati in provincia di Viterbo è completamente priva di monitoraggio. Non si sa quello che succede. Salvo quando i sindaci si alzano per chiedere che gli sia ‘data’ una famiglia afghana. Questi sindaci sono soltanto ipocriti”.

“La partecipazione emotiva al dramma dell’Afghanistan – spiegava già un comunicato del tavolo – è significativa ma fuorviante. Quando si dimentica il ruolo negativo delle forze della Nato e degli Usa, i morti a causa della guerra e la responsabilità nell’aver lasciato un paese corrotto e arretrato nelle mani dei talebani, facciamo un’operazione di rimozione intollerabile. Che diviene più frustrante quando si assiste alla discriminazione tra profughi e al mercato dei disperati. Pochi quelli accolti con i corridoi umanitari, troppi quelli che saranno lasciati alle frontiere, sulle rotte in balia di stati canaglia, che chiederanno denaro in cambio della buona coscienza dell’Europa che non li vuole alle proprie porte, seppellendoli in campi profughi lontani dalle telecamere. Ed è singolare e paradossale che si parli di accoglienza e di dovere morale nei confronti di poche migliaia di afghani, mentre a persone nate in Italia si continua a negare la cittadinanza e si continuano a tollerare i respingimenti di grandi masse di profughi di altre guerre, i centri di detenzione e tortura in Libia e le crisi umanitarie nei campi profughi dei Balcani o altrove, nel silenzio pressoché generale”.


Viterbo - Mario Di Marco della Caritas

Viterbo – Mario Di Marco della Caritas


“L’80 per cento dei profughi – commenta alcuni dati Cinalli – si fermano nei paesi in via di sviluppo. Di solito il paese che si trova immediatamente dopo lo stato da cui se ne vanno. In Europa arriva soltanto il 3 per cento. Nella Tuscia, lo scorso anno sono nati 250 bambini da famiglie straniere, e molte di queste sono famiglie di profughi. Che accoglienza gli diamo? Che tipo di sostegno?”.

Il tavolo per la pace si è fatto da qualche anno promotore di una proposta che punta a dare la cittadinanza onoraria ai bambini nati da famiglie straniere residenti nella Tuscia. La proposta era stata prima avanzata al comune di Viterbo durante la giunta del sindaco Leonardo Michelini, che ha però portato in discussione la questione l’ultimo consiglio utile prima di andare alle elezioni del 2018. Il punto non è stato nemmeno discusso. “Abbiamo di nuovo presentato la proposta all’attuale amministrazione. Arena – ha sottolineato Cinalli -, ma siamo stati bellamente trascurati”.


Viterbo - L'incontro del tavolo per la pace

Viterbo – L’incontro del tavolo per la pace


“Non ci siamo però dati per vinti – ha detto Mario Di Marco della Caritas – e abbiamo proposto la delibera al presidente della provincia Pietro Nocchi che si è impegnato a portarla in consiglio. Con la delibera la provincia invita i comuni della Tuscia a far adottare dai propri consigli il provvedimento che prevede la cittadinanza onoraria ai figli nati da famiglie straniere residenti in provincia di Viterbo”.

Una proposta con un invito. “Quello ad approvarla il prima possibile – conclude Umberto Cinalli -, prima del 30 novembre, data per la quale intendiamo organizzare una giornata, in coincidenza con la giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, invitando i sindaci a sostenere la proposta. Prendendo posizione in merito all’accoglienza e contro il razzismo”.

Daniele Camilli


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30 settembre, 2021

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