Viterbo – Si fingevano clienti e rubavano nelle gioiellerie, sgominata banda di ladri seriali.
Nei giorni scorsi personale della squadra mobile della questura di Viterbo, al culmine di una complessa attività d’indagine, ha sgominato una banda di ladri seriali appartenenti alla comunità “Sinti”, specializzati in furti con destrezza in gioiellerie e negozi di lusso.
I malviventi si sarebbero resi responsabili di una decina di episodi criminosi, commessi in varie province del centro nord tra i mesi di gennaio e aprile.
“Gli indagati, tre donne e due uomini – si legge nella nota della questura – si spostavano con estrema facilità da un territorio all’altro, anche in violazione delle limitazioni imposte dalle normative sanitarie anti-Covid, utilizzando autovetture a noleggio o comunque non direttamente a loro riconducibili.
I componenti del gruppo criminale – viene spiegato nella nota -, attraverso un consolidato modus operandi, individuavano preventivamente gli obiettivi da colpire, dove accedevano in tre o quattro contemporaneamente, fingendosi clienti interessati all’acquisto di articoli vari al fine di distogliere l’attenzione degli esercenti e consentire ad uno dei complici di impossessarsi di oggetti di valore destinati alla vendita e/o di beni di proprietà dei titolari”.
Le indagini sono iniziate nei primi giorni di marzo quando gli indagati si sarebbero resi responsabili di un tentativo di furto in una nota gioielleria del capoluogo viterbese e di un furto in una pellicceria del centro storico.
L’attività investigativa, supportata anche dallo scambio informativo su scala nazionale, ha consentito di accertare che i componenti del sodalizio criminale avrebbero operato con analoghe modalità anche in altre località del nord Italia.
“Le risultanze delle indagini – spiegano dalla questura – coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Forlì, hanno consentito di identificare compiutamente tutti i componenti della banda, acquisendo fondamentali elementi probatori a carico di ognuno di essi, nei confronti dei quali (già pregiudicati per analoghi reati predatori) sono state emesse altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere”.
I destinatari delle misure, all’esito di accurate ricerche effettuate dagli operatori della squadra mobile di Viterbo (con la collaborazione degli omologhi uffici di Latina, Lucca e Venezia), sono stati rintracciati e portati nelle carceri di Lucca e Roma Rebibbia.
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