Viterbo – “La scelta di piazza del comune è la scelta più giusta”. Ieri sera Franco Chiaravalli era sulle scalinate della basilica di santa Rosa, ultima tappa del percorso della macchina di santa Rosa. Ogni tre settembre, dopo la partenza da piazza San Sisto-porta Romana e il passaggio nelle vie del centro storico. Chiaravalli, assieme a un altro gruppo di ex facchini del comitato la Rosa, hanno lasciato un vaso con delle rose davanti all’urna che contiene il corpo della patrona di Viterbo. All’interno del monastero. Con loro, ad accompagnarli, anche suor Francesca delle Alcantarine.
“Piazza del comune – prosegue Chiaravalli – è anche un importante snodo cittadino. Meglio di piazza del teatro. La scelta fatta dal sindaco è giusta. L’importante è avere santa Rosa nel cuore tutto l’anno”.
Viterbo – Il comitato la Rosa davanti all’urna della santa patrona
Sono le 7 e mezza di sera. Il gruppo di ex facchini si ritrova sul sagrato della basilica. Ci sono Franco Chiaravalli, Giulio Delle Monache, Benedetto Rossi, Sandro Marinetti, Stefano Piergentili, Luigi Viventi, Antonio Pizzichetti, Paolo Mattioli, Rolando Venanzi e Roberto Capoccioni. Quest’ultimo ex capo facchino prima di Sandro Rossi. Fanno parte del comitato La Rosa, 22 persone in tutto. “Ci vediamo due o tre volte all’anno – racconta Chiaravalli -, facciamo delle cene e con il ricavato offerte per il sociale, per aiutare chi ha bisogno. Il tutto senza polemiche. Il comitato è aperto a tutti”.
Viterbo – Franco Chiaravalli
“Siamo qui per festeggiare la nostra patrona – riferendosi poi alla deposizione dei fiori accanto all’urna della santa all’interno del monastero – Una festa che deve durare tutto l’anno, ma è soprattutto in questi giorni che è più viva nei cuori dei viterbesi”.
Contemporaneamente agli ex facchini, dall’altra parte del centro storico, a palazzo dei Priori, il presidente del sodalizio Massimo Mecarini e il capo dei facchini Sandro Rossi incontravano il sindaco per un chiarimento in merito alle polemiche dei giorni scorsi attorno al trasporto e alla scelta di Arena di mettere la macchina a piazza del comune fino al 13 settembre. Domani, la messa solenne alle 18,30, in basilica, e alle 21 l’accensione della macchina. All’ora in cui sarebbe dovuta partire. Il rischio è che i facchini non si presentino in divisa, come nei giorni scorsi ha detto Mecarini. Un rischio che il sindaco vorrebbe in qualche modo scongiurare.
“Portiamo questo cesto di fiori a Rosa – continua Chiaravalli – in un momento molto difficile non solo per la città, ma per il mondo intero. Un modo per dare un valore in più a questa festa che, come tutte le feste in Italia, non si possono fare perché c’è il Covid”.
Viterbo – L’urna di santa Rosa
Gli ex facchini del comitato la Rosa dopo che si sono incontrati sulle scale della basilica, sono entrati in chiesa, hanno attraversato il monastero e raggiunto la sala dove si trova l’urna della santa. Lì hanno lasciato i fiori, fatto una preghiera con suor Francesca e, andandosene, sono prima passati per il chiostro dove c’è una statua di Rosa che veglia sul piazzale di fronte.
“In tutta Italia non è stato fatto niente – commenta Chiaravalli a proposito delle discussioni attorno al trasporto -. Non si capisce perché doveva passare la macchina di santa Rosa. Tutte le manifestazioni non si sono tenute, speriamo nel prossimo anno. Il confronto attorno al trasporto è partito da lontano, con le incertezze dell’inizio, ed è finita male. Mi dispiace per le tradizioni che ruotano attorno alla festa, ma se c’è un’emergenza nazionale le cose stanno così. Difficile tenere le piazze vuote se passa Santa Rosa”.
Infine, “nessuna contrapposizione con il sodalizio – conclude Chiaravalli -. Questa è la festa della città, dei facchini e degli ex facchini”.
Daniele Camilli
Fotocronaca: Il comitato la Rosa
– Arena: “3 settembre, il clima è sereno ma per il momento i facchini restano in borghese”
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