Castel Sant’Elia – Un femminicidio-suicidio premeditato, secondo gli investigatori, quello avvenuto sabato sera nelle campagne di Castel Sant’Elia. Ciriaco Pigliaru ha ucciso la moglie Anna Cupelloni e poi si è ammazzato con un fucile che sarebbe stato rubato a un amico poche ore prima del delitto. Le salme dei coniugi, lui di 65 anni e lei di 57, sono ancora all’obitorio del cimitero di Viterbo a disposizione della magistratura: il pm deve decidere se disporre o meno l’autopsia.
Intanto proseguono le indagini dei carabinieri della compagnia di Civita Castellana che stanno cercando di fare luce anche sul movente. Secondo le prime ipotesi degli investigatori, al fatto che la coppia si stesse separando (da giugno non vivevano più insieme) si sarebbe intrecciato l’aspetto economico e patrimoniale. Diversi i dissidi tra Pigliaru e Cupelloni proprio su quest’ultima questione.
Castel Sant’Elia – Il casale del femminicidio-suicidio
Un femminicidio-suicidio premeditato e avvenuto sotto gli occhi della figlia maggiore: Valentina, di 31 anni, in stato di shock come la sorella 27enne Valeria. Ma, ripetono i carabinieri, prima “non ci sono stati segnali” che potessero far presagire la tragedia. Contro la violenza di genere il comandante provinciale dell’Arma, Andrea Antonazzo, ha promesso massima allerta. “La pandemia – dice – non ci ha aiutato ad arginare il fenomeno. È fondamentale la collaborazioni tra istituzioni, associazioni ed enti locali per recuperare la pace tra i generi ed evitare che questi gravi fatti si verifichino. L’obiettivo è provare ad arginarli anche quando non ci sono segnali né spie”.
Pigliaru “non aveva armi” e il suo porto d’armi sarebbe risultato in fase di rinnovo. Nelle scorse ore i carabinieri hanno sentito il proprietario del fucile utilizzato per il delitto: il suo racconto è in fase di approfondimento. L’uomo, amico del 65enne, avrebbe detto di essere stato aggredito e rinchiuso nel suo casale proprio da Pigliaru che poi sarebbe scappato con l’arma. Liberato, ore dopo perché impossibilitato a chiedere aiuto, avrebbe sporto denuncia per furto.
Castel Sant’Elia – Il casale del femminicidio-suicidio
Il femminicidio-suicidio è avvenuto in una manciata di secondi poco dopo le 20 di sabato. Pigliaru, ex allevatore sardo, secondo testimonianze raccolte in paese, quella sera avrebbe lavorato nella tabaccheria della figlia a Nepi, acquistata dopo la vendita dei terreni e del gregge. Pare sia stato proprio lui a chiudere il negozio, per poi dirigersi nel casale di famiglia dove si è consumato il dramma. Entrato nel giardino, l’uomo si è nascosto nel buio e ha atteso la moglie e la figlia. Sbucato dal nulla, davanti alla porta di casa e sotto gli occhi della ragazza, ha sparato a distanza ravvicinata alla donna e poi ha rivolto il fucile contro di sé uccidendosi. È stata la primogenita a chiamare i carabinieri, chiedendo aiuto tra urla e pianti disperati. Ancora incredulità a Castel Sant’Elia e Nepi, paese di origine di Anna Cupelloni.
Sui corpi non verrà effettuata alcuna autopsia.
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