Civitavecchia – “Bisogna ritornare alla normalità e lo stiamo facendo. Pensiamo che il 31 dicembre l’emergenza Covid vada chiusa”. Pierpaolo Bombardieri è il segretario nazionale della Uil. Ieri pomeriggio era alla festa della Uil di Civitavecchia organizzata dal segretario territoriale Giancarlo Turchetti per discutere di sindacato e sviluppo del territorio. I temi sul tavolo: lavoro, manifestazione di domani a Roma dopo l’attacco squadrista contro la Cgil di sabato scorso e sviluppo di Civitavecchia dove c’è in ballo la trasformazione della centrale a carbone di Torrevaldaliga nord. Enel vuole il turbogas, la Uil, assieme al Fronte del No, l’investimento sulle energie alternative, a partire da idrogeno ed eolico offshore.
Civitavecchia – Il segretario nazionale della Uil Pierpaolo Bombardieri
Segretario Bombardieri, da oggi il green pass si applica anche ai lavoratori.
“E’ stata una scelta che non abbiamo condiviso. Dall’inizio abbiamo chiesto al governo di non applicare il green pass sul lavoro e quando ha deciso di farlo abbiamo chiesto i tamponi gratuiti. Quando si parla di sicurezza sul lavoro i costi non devono ricadere sulle spalle dei lavoratori ma sulle aziende. Applicare il green pass ai lavoratori è stata una scelta sbagliata. Giusta per le grandi manifestazioni, i concerti, le partite e lo stadio, ma per il lavoro andava fatta una scelta diversa”.
E se un lavoratore senza green pass alla fine fosse licenziato, cosa farà il sindacato?
“Questo non è possibile. I licenziamenti non potranno essere effettuati in caso di mancata vaccinazione”.
Cosa ne pensa del movimento contro il green pass?
“Ho il massimo rispetto nei confronti di chi ha dei dubbi ed è preoccupato se vaccinarsi o no. Abbiamo fatto una battaglia dicendo che il green pass non va applicato sul posto di lavoro e se questo dovesse avvenire bisognava dare campioni gratuiti e che doveva essere un fattore di sicurezza sul lavoro senza però essere a carico dei lavoratori ma delle aziende. Bisogna però ricordare che l’85% delle persone si sono vaccinate garantendo le condizioni migliori per chi va a manifestare in piazza. Non vorrei che una minoranza, che giustamente rivendica i diritti, poi riesca a condizionare un mondo che vada in modo diverso. L’idea del rispetto della vita e della sicurezza sul lavoro per noi sono determinanti. Ed è da questi che dobbiamo ripartire per la ricostruzione di questo paese. E se non lo facciamo noi, non ce lo regala nessuno”.
Tensione sociale, licenziamenti, aziende che chiudono. Cosa vi aspettate dall’autunno? Quale è l’aspettativa del sindacato?
“I morti dovuti al Covid ci dovevano cambiare, ma credo che ci abbiano cambiato in peggio. Se vedo alcune scelte che vengono fatte, ho la sensazione che non ci sia un miglioramento. Dobbiamo intervenire sulle diseguaglianze sociali del paese, aumentate con la pandemia. Bisogna fare scelte precise verso il lavoro e i lavoratori attenuando queste disuguaglianze. Questo per noi è il primo punto all’ordine del giorno, collegato all’aumento della povertà. Poi ci sono temi di carattere economico, come la riforma fiscale e quella delle pensioni. Ci aspettiamo un confronto su questi temi con il governo e di avere delle risposte precise. Ad esempio, in questi due anni, non c’è stata alcuna misura economica a favore dei pensionati”.
Bisogna continuare anche a dare i soldi alle aziende?
“Durante il Covid pare che siano andati alle aziende circa 170 miliardi di finanziamenti. Basta con i soldi alle aziende, adesso bisogna ridare i soldi ai lavoratori attraverso il cuneo fiscale. Abbiamo contestato le scelte economiche dell’Europa, abbiamo visto il disastro della sanità pubblica e privata, il disastro dell’assistenza territoriale e della qualità del lavoro. Abbiamo registrato più di 1200 morti nell’anno della pandemia. Queste sono le scelte su cui dobbiamo impegnarci. Non solo nelle sede sindacali, ma con le nostre famiglie e amici, che possiamo costruire un paese diverso. Per i nostri figli e i nostri nipoti. I luoghi di aggregazione sono sempre di meno, i momenti di aggregazione sono sempre di meno. Se vogliamo discutere dobbiamo trovare un luogo del sindacato, aperto a chi vuole partecipare. Dobbiamo rivendicare un cambiamento di questo paese”.
Civitavecchia – La centrale
Trasversale, ferrovia, infrastrutture…è possibile che questo territorio debba essere sempre condannato all’isolamento e quanto pesa quest’isolamento nella gestione dei soldi del Pnrr?
“Potrebbe pesare tanto perché lo sviluppo del territorio è una delle priorità che dobbiamo seguire. In modo particolare su Civitavecchia dove c’è il porto. Bisogna fare uno sforzo tutti insieme per rivendicare uno sviluppo e un riconoscimento diversi a questo territorio”.
La trasversale va avanti da decenni e adesso è stata di nuovo bloccata da una sentenza del Tar…
“Questa storia del falco grillano se non fosse vera sembrerebbe una barzelletta. La trasversale è uno dei grandi temi che dovrà essere affrontato nell’ambito delle grandi opere infrastrutturali con il massimo rispetto verso l’ambiente, ma con la lucida determinazione a terminala”.
Sul Turbogas a Civitavecchia invece quale la posizione del sindacato?
“Se noi vogliamo un paese diverso, dobbiamo parlare anche di qualità della vita e dell’impatto sociale. Quindi, primo dato, l’impatto occupazionale. Quanti posti di lavoro darà un progetto che andrà ad impattare sul territorio. Posti di lavoro sicuri, non precari. Dopodiché, chi paga? Le aziende che hanno inquinato facendo grandi profitti. Deve pagare chi ha inquinato in questi anni. Dobbiamo anche ragionare sul percorso di sostenibilità che accettiamo. Se diciamo, utilizziamo l’idrogeno da domani mattina, questo non si può fare. prenderemmo soltanto in giro la gente. Quale è il percorso più utile? Dobbiamo capire come chiudere la centrale a carbone, fare investimenti e andare verso l’idrogeno, continuando di avere le luce accesa e la produzione che cammina. E questo è un tema non facile, che va misurato nel merito delle questioni. Questo è il dato oggettivo che deve distinguere la nostra proposta dalla demagogia. La proposta reale di un’organizzazione abituata a stare nel merito delle questioni e che valuta i fatti. Se questo è il percorso che condividiamo come territorio, rivendichiamo una scelta nazionale. Dobbiamo convincere le persone che questa scelta porta poi a dei risultati per la qualità della vita e per l’occupazione”.
Roma – L’assalto alla sede della Cgil del 9 ottobre
Sabato c’è la manifestazione dei sindacati contro l’attacco fascista della scorsa settimana che ha visto i fascisti assaltare la sede nazionale della Cgil…
“Quello di sabato scorso non è stato soltanto un attacco alla Cgil, ma a tutto il sindacato confederale. Non faccio distinzioni. Dietro questo tentativo di strumentalizzazione ci sono alcune scelte. Quella di sabato sarà una grande manifestazione democratica contro il fascismo in questo paese che ancora non è sparito, nonostante le timidezze della politica e della magistratura. Per applicare una legge sullo scioglimento di un movimento che fa riferimento al partito fascista, non se ne dovrebbe discutere in parlamento, ma i magistrati avrebbero dovuto già farlo prima, non aspettare una discussione. La violenza non è dibattito politico, perché rischiamo di tornare agli anni ’70”.
Altro tema di sabato è il lavoro…
“La dignità del lavoro e la sua sicurezza sono i temi da cui ripartire. Abbiamo avuto un confronto con il governo che è andato bene e portiamo a casa alcuni risultati importanti. Domani ci sarà un consiglio dei ministri. Da dopodomani le imprese che violano le norme della sicurezza saranno sospese nella propria attività. Così come avevamo chiesto un anno fa. La norma prevedeva che le aziende potevano essere sanzionate se recidive nei cinque anni. Peccato che non c’era una banca dati unica che mettesse in fila le violazioni. Non c’era una banca dati unica. Sarà prevista anche questa, una banca dati unica che mette insieme quelle esistenti. Le aziende che verranno sospese dovranno continuare però a pagare gli stipendi ai lavoratori. Fino a quando l’aziende non viene rimessa a norma”.
A proposito di lavoro, crede veramente che dare incentivi alle aziende sia la strada migliore per raggiungere la partita salariale?
“A titolo personale mi dà un po’ fastidio che c’è una legge passata in un ramo del parlamento sulla parità salariale e poi diamo fino a 50 mila euro alle aziende perché lavorino sulla parità salariale come se quell’obbiettivo debba essere ancora raggiunto attraverso un incentivo alle aziende. Però mi dicono che è un passo avanti. Io però registro il dato che continuiamo a dare soldi alle aziende”.
Viterbo – La Trasversale
Secondo lei, c’è di nuovo il rischio di manovre eversive che possano approfittare dello stato di tensione che si respira da qualche mese a questa parte?
“Mi pare chiaro che ci siano organizzazioni fasciste che utilizzano lo squadrismo e l’assalto alle sedi sindacali come elemento di confronto democratico. Il tema è che esiste una modalità che è una modalità fascista. Per questo dobbiamo andare in piazza. Per dire che questo paese è una repubblica antifascista fondata sull’antifascismo”.
Forza nuova secondo lei va sciolta?
“Sì, e mi pare che la costituzione dica in modo chiaro che partiti come Forza nuova vadano sciolti. E forse avrebbero dovuto già farlo prima”.
L’emergenza Covid invece va prorogata oltre il 31 dicembre oppure no?
“No. Per noi basta. Bisogna ritornare alla normalità e lo stiamo facendo. Pensiamo che il 31 dicembre l’emergenza vada chiusa”.
Daniele Camilli
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