Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Il progetto coordinato “L’innovazione delle biotecnologie nell’era della pandemia Covid-19”, composto da 21 atenei e dal laboratorio nazionale Cib (Consorzio interuniversitario per le biotecnologie) ha ricevuto un finanziamento dal ministero dell’ Istruzione Università e Ricerca. Circa 13.300 euro per ciascuno. Tra gli atenei è presente anche l’Università della Tuscia. Il responsabile della ricerca è il professor Giuseppe Scapigliati del Dibaf.
Viterbo – Università della Tuscia
Il test messo a punto dal gruppo di ricerca potrebbe permettere di verificare la presenza di una immunità per SARS-Cov-2 a lungo termine dopo infezione, vaccinazione, richiamo. Le ricerche che verranno effettuate nel progetto dal titolo “Development of an innovative Cell-based Elisa assay to assess memory IgG produced in vitro by B cells specific for spike protein of SARS-CoV-2” riguardano analisi diagnostiche per la determinazione, nello stesso soggetto, della presenza di anticorpi (IgG) circolanti nel sangue e della produzione di anticorpi in vitro da parte di plasmacellule.
La possibile applicazione biotecnologica in diagnostica deriva dal fatto che gli anticorpi circolanti possono diminuire e svanire nel tempo, mentre le cellule della memoria anticorpale, se ristimolate in vitro possono fornire indicazioni sullo stato effettivo di immunizzazione. Il gruppo di ricerca è composto, oltre che dal professor Scapigliati, da ex-studenti dottori di ricerca, e da collaboratori presso l’Irccs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) Santa Lucia di Roma.
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