Rudy Guede
Viterbo – Rudy Guede, la pena è finita. Il 20 novembre potrebbero essere scaduti i termini. Considerando gli sconti di pena legati al suo percorso carcerario. Esattamente 14 anni dopo la sua cattura in Germania, il 20 novembre 2007.
Rudy Guede, unico condannato in via definitiva per concorso nell’omicidio di Meridith Khercher, uccisa a Perugia nel novembre del 2007, ha chiesto 45 giorni di sconto sul fine pena, anticipandolo al 20 novembre, in aggiunta ai 1100 già ottenuti nel corso della detenzione. A decidere sarà il magistrato di sorveglianza.
Nel 2017 Guede tentò la revisione del processo, respinta all’ultimo momento dopo una battaglia legale portata avanti volontariamente da un gruppo di persone organizzatosi attorno ad una cooperativa di Viterbo all’epoca appena nata, il Centro per gli studi criminologici, dove poi Guede ha passato la fase successiva all’uscita dal carcere già più di un anno fa, catalogando i libri dell’archivio del centro studi.
Viterbo – Rudy Guede
Si chiude così così anche per Guede, che ha scontato tutta la pena, una delle vicende di cronaca più controverse degli ultimi decenni. Una vicenda drammatica che ha innanzitutto distrutto la vita di una giovane donna e di un’intera famiglia. In questo caso per sempre. Un dolore che va al di là di tutto.
Una vicenda nel corso della quale Rudy Guede si è ogni volta dichiarato innocente, e chi lo ha sostenuto lo ha sempre fatto a partire da questo principio, trovando, mano mano che si andava avanti nella battaglia per la revisione del processo, una solidarietà sempre più ampia nei confronti di un ragazzo, diventato oggi un uomo di 35 anni, che ha comunque sia scontato fino all’ultimo la sua pena, nel pieno rispetto delle sentenze dei tribunali. E lo ha fatto in maniera esemplare. Dipinto prima come un criminale, con continui riferimenti alle sue origini ivoriane, alla fine molti si sono posti diversi interrogativi e dubbi sulla sentenza di colpevolezza, che ha scontato per intero a Viterbo, al carcere di Mammagialla.
Ha ricominciato da capo le scuole superiori e poi si è iscritto all’Università di Roma Tre dove ha preso già la triennale. Deve adesso discutere la tesi per la laurea specialistica. Una volta uscito dall’istituto ha iniziato a lavorare con il Csc, la Caritas, la mensa, e la parrocchia di Santa Maria della Verità, oltre ad essere animatore di altre attività, come il torneo di scacchi al Bistrot del teatro e almeno un paio di tornei di basket a campetti tra Bagnaia e la Quercia.
Un percorso, quello di Rudy Guede in carcere e poi nell’ultimo anno in libertà con una casa in affitto nel centro storico, che ha avuto per protagonisti anche una rete di persone che nel corso di questi anni lo ha sostenuto volontariamente costruendo assieme a lui la possibilità di un futuro affatto scontato per una persona che si è sempre proclamato innocente. Innanzitutto Claudio Mariani e Cristiana Cardinali, suoi tutor fin dall’inizio, il Centro per gli studi criminologici di Rita Giorgi e Marcello Cevoli e la Caritas di Luca Zoncheddu con don Elio di Santa Maria della Verità. Gli avvocati Fabrizio Ballarini, Tommaso Pietrocarlo e Monica Grossi. Infine, il Bistrot del teatro con Vanessa Sansone, Giuseppe Berardino e Nicoletta Mazzucca che hanno coinvolto Guede nell’organizzazione di un torneo di scacchi con l’associazione scacchistica di via Asiago e la Rete degli studenti medi la primavera scorsa. Così come il sindaco Giovanni Arena e il consigliere comunale Alfonso Antoniozzi che ne hanno tagliato il nastro.
Daniele Camilli
Fotogallery: La nuova vita di Rudy Guede – Il primo permesso – Il lavoro al Csc – Il torneo di scacchi al Bistrot – Video: Fuori dal carcere