Viterbo – (g.f.) – Fratelli d’Italia lo grida. No alla violenza sulle donne, no a ogni tipo di maltrattamento fisico, ma anche psicologico. E attenzione a sette segnali che possono essere un campanello d’allarme.
In strada, a piazza della Rocca, questo pomeriggio il partito di Giorgia Meloni si è schierato a fianco delle troppe vittime.
Viterbo – Manifestazione FdI contro la violenza sulle donne
Solidarietà, ma anche una richiesta forte d’invertire un trend tristemente negativo. Come spiegano da FdI, nel 2020 sono aumentate in modo esponenziale le richieste d’aiuto ai centri antiviolenza, trend che non si è invertito nell’anno in corso. Un femminicidio ogni tre giorni e il più delle volte in ambito domestico.
“Purtroppo – spiega Serenella Bovi, responsabile FdI dipartimento tutela vittime – in Italia sono troppo poche le donne che riescono a denunciare la violenza o i maltrattamenti che stanno subendo”. Viterbo non fa eccezione. “Casi vengono alla ribalta della cronaca – osserva Bovi – quando c’è una vittima, ma molti rimangono sommersi. Da tempo ci occupiamo di questi temi, ogni anno durante questa settimana vogliamo essere presenti con manifestazioni, per lanciare un segnale chiaro”.
Serve un cambio culturale, retaggi da eliminare, ma nel frattempo FdI vuole aiutare le donne, renderle più consapevoli.
Per questo, a piazza della Rocca sono stati distribuiti volantini su cui sono riportati i sette segnali di pericolo, da riconoscere subito, prima che sia troppo tardi. Gli stessi, riportati nei cartelli esposti nel flashmob attorno alla fontana.
Lui organizza la tua vita, è ossessionato dalla gelosia, ti denigra, ti suscita sensi di colpa, è prepotente, di umore instabile, paranoico. Atteggiamenti tutti da non trascurare.
“Segnali di allarme – prosegue Bovi – ma indichiamo anche quali debbano essere le tappe da affrontare, il cammino di una persona che sta provando a uscire da una situazione tanto difficile”.
Il volantino distribuito descrive pure come tutto può iniziare: “Prima arrivano gli spintoni e le minacce, poi passa allo schiaffo, infine ai ceffoni pesanti e alle percosse”.
Una spirale di violenza da fermare chiudendo immediatamente la relazione.
“Lui non lo fa perché ti ama – spiegano nel volantino predisposto da FdI – lui non cambierà e lui non ti lascerà andare perché o sei sua o di nessun altro.
Importante perciò riconoscere il problema, non perdere tempo giustificandolo e chiedere subito aiuto”. Chiamando le forze dell’ordine o tramite le app Youpol o Mytutela, si raccomandano da FdI.
“Anche quando sembra che ci sia intenzione di andare in soccorso di chi denuncia – osserva Serenella Bovi – a volte ci si trova di fronte a diffidenza, sospetti. S’indaga. Una richiesta d’aiuto va accolta, anche in questo occorre sensibilizzare.
Vanno attivate forme d’aiuto verso la donna, ma si deve lavorare anche per cambiare il modo di pensare di chi maltratta, un cambio culturale. Altrimenti non ci sarà mai un recupero vero e proprio”.
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