Viterbo – Per Talete tre buchi nell’acqua, più due. Tanti quanti sono stati gli ordini del giorno presentati per andare in soccorso della società idrica in difficoltà, più quelli mancati, naufragati nella seduta fiume di consiglio comunale di ieri.
Tre quelli dell’opposizione, bocciati col no della maggioranza e l’astensione di parte della minoranza (quella che non li aveva presentati). Proposti da Pd, Ciambella (che è sempre del Pd), e poi da Viterbo 2020, Forza Civica e M5s.
Ce n’era anche uno di Forza Italia, ritirato dal capogruppo Giulio Marini. Politico navigato, quando ha compreso che la sua proposta sarebbe naufragata, bocciata anche dalla sua coalizione, perché conteneva punti non condivisi a cominciare dalle tariffe, lo ha ritirato.
Infine, quello arrivato a navigazione ormai avviata, in pieno consiglio, da Lega e FdI, sottoscritto anche da FI e Fondazione.
Da regolamento non è possibile discuterne nell’immediato, se tutti i consiglieri non sono d’accordo. E ieri alcuni non lo erano. Così, su sollecitazione del capogruppo Pd Alvaro Ricci, il suo collega della Lega Andrea Micci ha acconsentito a rinviare il voto. Lo farà il 2 febbraio.
Morale di 10 ore di consiglio comunale su Talete: la maggioranza non ha una posizione, non avendo avuto modo di discuterla, mentre l’opposizione ne ha fin troppe. È la sintesi di Giacomo Barelli (Forza Civica) uscito da palazzo dei Priori.
Talete, senza cda e senza il piano d’adeguamento tariffario naviga a vista. Serve un aumento di capitale. Lo ha ricordato Ricci (Pd). I soci avrebbero dovuto provvedere da tempo. “Consentirebbe alla società di aumentare il rating e darle credibilità – osserva Ricci – oggi come fa a chiedere credito, se si ritrova con decreti ingiuntivi da parte dei suoi stessi soci?
Senza un aumento di capitale Talete non va da nessuna parte, chi ha posizioni semplicistiche su questo, la vuol far fallire. Ma se accade, il giorno dopo entrano i privati, con un bando per l’affidamento del servizio”.
C’è l’altro tema della riscossione morosità. Fatti salvi casi di necessità accertati. Poi le bollette e costi relativi. L’aumento delle tariffe. “Lo sapevamo da tempo – precisa Giacomo Barelli (Forza Civica) – nei dup che abbiamo approvato a più riprese c’era scritto che non sarebbe bastato aumentare le tariffe”. Serve e serviva altro. Ma dove sia la sorgente cui Talete potrà attingere per sopravvivere, al momento non è dato sapere. Dal consiglio comunale nessuna indicazione.
Dalla maggioranza, lo prevede l’odg di prossima discussione, il capogruppo Lega Andrea Micci ha chiesto che prima di decidere sia necessario capire. Una due diligence sulla società idrica. “Spese per il personale – dice Micci – recupero crediti, i grandi morosi chi sono, i debiti coi comuni. Molti aspetti non li conosciamo. Serve un’operazione trasparenza”. Su cui la maggioranza si ritrova e l’opposizione, seppure non del tutto contraria, ritiene che ci sia ben poco da capire.
Sul cda da rifare, Micci ha le idee chiare. Non lo vuole. “Per noi della Lega, la scelta dell’amministratore unico, lontano dalla politica, va benissimo. Non abbiamo ruoli all’interno della società e non li chiediamo”. Appoggiando la preferenza del sindaco Arena, formalizzata a inizio seduta. Salvo ripensamenti coi suoi colleghi-soci.
Ne dovrà ancora scorrere d’acqua sotto i ponti, prima che la politica indichi una via per la società idrica e il tempo che passa non aiuta. Nel novembre 2019, altro consiglio comunale su Talete. Almeno all’epoca fu prodotto un documento. Approvato. Peccato che dopo oltre un anno, gran parte, se non tutte le indicazioni contenute siano rimaste lettera morta.
“Larga parte delle proposte avanzate dall’ordine del giorno Erbetti Frontini Barelli – fa sapere Luigi Maria Buzzi capogruppo FdI – sono già state votate e fanno parte di quel documento in cui si esprimeva contrarietà all’aumento della tariffa, che la nostra posizione. L’ordine del giorno presentato lo rispetto ma è una fotocopia”.
Così come si ripetono gli scontri in consiglio tra le varie forze politiche. L’argomento Talete è anche l’occasione per lavare i panni in pubblico tra i vari gruppi. Anche all’interno degli stessi. Del resto, trattandosi di acqua, lavare è quantomeno appropriato. Nessuno si scandalizzi, eventualmente si può sempre dare la colpa alla stampa. Chiamata in causa, seppure l’acqua e l’inchiostro è noto che non vadano molto d’accordo.
È anche il giorno in cui Giulio Marini, il “papà” di Talete, società nata quando era presidente della provincia, chiama in causa la politica: “Oggi registriamo tutti la sconfitta della politica. Negli anni si sono avvicendati in regione centrodestra e centrosinistra, sono 23 anni che diciamo come il nostro sia un Ato debole e nessuno ha fatto niente”.
La chiosa è del sindaco Arena. “Ho cercato in questo periodo di capire come stanno le cose in Talete – precisa a fine consiglio – ci ho provato in tutti i modi, bene l’operazione trasparenza da un organismo esterno”. Perché: “È chiaro che se vai a chiedere all’oste se il vino è buono, difficilmente dirà che non lo è”. In questo caso si tratta d’acqua, ma meglio non chiedere all’oste politico com’è stato il consiglio comunale straordinario (molto di nome e poco di fatto) su Talete. Leviamolo dall’imbarazzo.
Giuseppe Ferlicca
Articoli: Arena: “Nessuno penso che in questo momento possa dare credito a Talete” – È il giorno di Talete
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