Claudio Durigon
Roma – Scorie radioattive nella Tuscia, presentata alla Camera un’interrogazione del deputato del Carroccio Claudio Durigon.
Il coordinatore regionale del Lazio Lega Salvini Premier chiede l’intervento del governo, paventando il rischio di possibili tensioni sociali e sollecitando un immediato confronto con gli enti locali.
“I cittadini – dice – non accetteranno a nessuna condizione che la Tuscia diventi una pattumiera nucleare che arrechi ulteriori danni alla sua economia e alla salute”.
Nel Viterbese, come è noto, sono stati individuati ben 22 siti potenzialmente idonei, 5 dei quali classificati in categoria A1, ossia massimo grado di priorità.
“È necessario – avverte Durigon – adottare maggiore attenzione nel coinvolgimento della popolazione per l’individuazione definitiva nella Cnai dei siti in territori con alta densità abitativa o particolare vocazione agricola”.
“Il Lazio e la provincia di Viterbo ha già dato molto”, fa notare, riferendosi agli ettari e ettari di terreno sacrificati a centralo termoelettriche, fotovoltaico e pale eoliche ed evocando la presenza di sorgenti e falde termali di.importanza naturalistica e produttiva elevate.
“Le amministrazioni locali non sono state informate preventivamente. Adesso vanno informate sulle effettive e congrue compensazioni economiche e di riequilibrio ambientale e terrororiale che dovranno essere assegnate ai territori che ospiteranno il deposito nucleare “, sottolinea Durigon, soffermandosi sulla vocazione ambientale del territorio e ribadendo come le scorie richiedano fino a 300 anni di isolamento, “un gravame permanente e che peserebbe sulle generazioni future”.
“Questa provincia- conclude – ha incentrato la maggioranza della sua economia nel settore agricolo, con produzione di eccellenze enogastronomiche, e nel turistico, con un indirizzo sempre più green”.
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