Bruxelles – “Appena avremo l’approvazione dall’Agenzia europea del farmaco, l’obiettivo è quello di recapitare all’Unione europea 17 milioni di dosi entro la fine di febbraio. Di queste, 2,5 circa in Italia”. Con queste parole Pascal Soriot, il ceo dell’azienda farmaceutica Astrazeneca, ha voluto rassicurare il nostro paese in merito alla consegna delle dosi di vaccino anti-Covid. Lo ha fatto nel corso di un’intervista concessa alla Repubblica, replicando anche alle accuse, giunte proprio dall’Italia e dall’Ue, relative ai ritardi nelle consegne dei sieri. “Non c’è alcun obbligo verso l’Ue”, ha precisato Soriot, “nel contratto con gli europei c’è scritto chiaramente: ‘best effort’. Ossia: ‘faremo del nostro meglio’”, ha detto.
Un vaccino contro il Covid
Il ceo Soriot ha aggiunto che Astrazeneca consegnerà una “quantità sufficiente” di vaccini nonostante l’annunciato taglio del 60 per cento delle dosi nel primo trimestre di quest’anno, aggiungendo che nei contratti, che non sono pubblici, si prevede che l’azienda farmaceutica britannico-svedese faccia “del suo meglio” per produrre le dosi previste, senza particolari vincoli.
Immediata la reazione dell’Unione europea. Stando a quanto riferisce l’Ansa, che lo apprende da fonti Ue, Bruxelles contesta le dichiarazioni del ceo Soriot e chiede lo svincolo dalla clausola di segretezza per poter pubblicare il contratto. In particolare, le fonti chiariscono che non è previsto che la produzione delle dosi per l’Ue debba essere limitata alla fabbrica in Belgio, ma può avvenire anche nel Regno Unito. Oggi alle 18.30 è prevista una riunione del comitato direttivo sui vaccini Ue con AstraZeneca, in cui si insisterà sulla consegna delle dosi.
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