Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Il cambio dei vertici senza l’applicazione dell’esito referendario non può essere presentata come soluzione.
La tutela dei beni comuni si afferma con la conclusione della esperienza privatistica e partitocratico clientelare della Talete e una nuova gestione pubblica e partecipata dell’acqua.
Applicazione della legge di iniziativa popolare approvata all’unanimità dal consiglio regionale del Lazio nel 2014 e rimasta inspiegabilmente nel cassetto.
Quella legge che recepisce la volontà popolare espressa con il referendum per giustizia e coerenza dovrebbe essere immediatamente applicata.
Intanto il presidente Nocchi quale governatore delle acque del viterbese convochi un’assemblea per permettere ai sindaci quali espressione di comunità fondate sul bene comune di chiudere la triste pagina Talete e ridare speranza con una nuova gestione pubblica e partecipata.
Bengasi Battisti
Coordinamento nazionale enti locali per l’acqua pubblica
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