Milano – La sua latitanza è terminata. Antonino Calì, condannato a 29 anni e 8 mesi e destinatario di un mandato di arresto europeo, è stato arrestato nella mattinata di ieri dalla polizia a Milano. Aveva fatto perdere le sue tracce nell’ottobre del 2019.
Polizia
Ne dà notizia il sito della questura di Milano. Antonino Calì era stato arrestato l’ultima volta nel 2013, al termine di una complessa indagine nei confronti di un’associazione dedita a varie attività illecite tra le quali traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, reati contro la persona, riciclaggio e reimpiego di risorse economiche di provenienza illecita in attività imprenditoriali. Dopo un periodo trascorso in carcere, nel maggio del 2018 Calì era riuscito a ottenere i domiciliari da scontare presso la clinica “Villa Ardeatina” di Roma. il 3 ottobre di quel mese, però, dopo aver manomesso il braccialetto elettronico, ha fatto perdere le sue tracce.
La polizia riesce nuovamente a localizzato nel 2020 a Valencia, in Spagna. Inizia dunque una collaborazione tra gli agenti italiani, la polizia spagnola per cercare di localizzare il preciso indirizzo di Antonino Calì. Recentemente, però, come riferisce la questura di Milano, l’attività investigativa registra che il latitante ha fatto ritorno in Italia, precisamente a Milano.
Inizia dunque l’attività della polizia per ottenere riscontri sull’effettiva presenza di Calì a Milano e il cerchio comincia piano piano a stringersi attorno alla zona di Porta Venezia. Una volta individuato il possibile appartamento, gli agenti cominciano i servizi di osservazione ininterrotti per due giorni, appostandosi in una terrazza che si affaccia dall’alto sul cortile del condominio dove si pensava si trovasse il latitante.
Nella mattina di ieri, gli agenti hanno notato un uomo con sembianza simili a quelle del latitante che usciva dall’appartamento sotto osservazione e si dirigeva a piedi verso la stazione della metropolitana, e lo hanno pedinato. Una volta avuta la conferma che si trattava di Antonino Calì, l’uomo è stato bloccato dagli agenti delle squadre mobili. Portava con sé un documento falso.
Una “carriera” di lungo corso quella di Antonino Calì, iniziata nel 1998 con il traffico di droga. L’anno successivo viene condannato perché faceva parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Pe questo reato Calì sconta un lungo periodo di detenzione domiciliare, tornando poi libero nel 2003. Da quell’anno ricomincia trattare la droga, finchè nel 2007 viene nuovamente arrestato per possesso di armi clandestine. Una volta scarcerato, Calì riprende gli affari illeciti nel mondo degli stupefacenti, facendo parte di importanti associazioni finalizzate al traffico di droga, anche con i Casamonica, i Gambacurta e i Pelle di Locri, ma soprattutto con il clan camorristico dei Pagnozzi.
“Il provvedimento della procura generale presso la Corte di appello di Roma – si legge nel sito della questura di Milano – per il quale si arriva ad una pena di 30 anni, è stato emesso nel mese di maggio 2020, dopo aver computato tutte le pene detentive alle quali era stato condannato proprio per i reati associativi volti ad agevolare attraverso il traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti l’associazione mafiosa dei Pagnozzi”.
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