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Roma - Il premier ieri alla Camera per presentare il Piano nazionale di ripresa e resilienza - Oggi il passaggio al Senato

Draghi: “Nel Recovery plan c’è il destino dell’Italia”

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Mario Draghi

Mario Draghi


Roma – “Nel Recovery plan c’è il destino dell’Italia”. Il premier Mario Draghi non lascia spazio a dubbi e fraintendimenti mentre illustra alla Camera il piano da oltre 220 miliardi di euro di investimenti. 191,5 finanziati attraverso il programma europeo Next Generation Eu. I restanti 30,6 miliardi attraverso un Fondo complementare finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato pochi giorni fa dal Consiglio dei ministri.

“Sbaglieremmo tutti a pensare che il Piano nazionale di ripresa e resilienza pur nella sua storica importanza sia solo un insieme di progetti, di numeri, scadenze, obiettivi. Nell’insieme dei programmi c’è anche e soprattutto il destino del paese” spiega.

“Metteteci dentro le vite degli italiani, le attese di chi ha sofferto la pandemia, l’aspirazione delle famiglie, le giuste rivendicazioni di chi non ha un lavoro o di chi ha dovuto chiudere la propria attività, l’ansia dei territori svantaggiati, la consapevolezza che l’ambiente va tutelato e rispettato”, spiega il premier. 

Dopo il passaggio di ieri a Montecitorio, oggi il presidente del consiglio sarà alla prova del Senato. Il suo discorso è atteso per le 15. 


Draghi illustra alla Camera il Piano nazionale di ripresa e resilienza: ecco le misure


Nel Pnrr, illustra ancora il premier Draghi, c’è “la misura di quello che sarà il ruolo dell’Italia nella comunità internazionale, la sua credibilità e reputazione come fondatore Ue e protagonista del mondo occidentale. È questione non solo di reddito e benessere, ma di valori civili e sentimenti che nessun numero e nessuna tabella potrà mai rappresentare” aggiunge Draghi. “Dico questo perché sia chiaro che nel realizzare progetti, ritardi, inefficienze e miopi visioni di parte peseranno sulle nostre vite soprattutto su quelle dei più deboli, i figli e nipoti e forse non ci sarà più tempo per porvi rimedio”.

“L’opera fallirà se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini pronti a sacrificarsi per il bene comune. A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani” conclude.


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27 aprile, 2021

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