Il teatro del bistrot
Viterbo – Eventi culturali, la ripartenza del 26 va bene, ma il tutto riprenderà soltanto in autunno. Dopo il liberi tutti della scorsa estate e il ritorno a casa a ottobre perché la pandemia Covid aveva di nuovo preso a galoppare, non si fida più nessuno. “Programmare adesso qualcosa – dicono sia Mauro Morucci, Tuscia Film Fest, sia Marco Trulli, Arci Viterbo, sia Giuseppe Berardino, teatro di via Cavour – potrebbe essere controproducente. Il grosso degli eventi culturali riprenderà solo a partire dal prossimo autunno”.
Viterbo – Mauro Morucci del Tuscia Film Fest
Un anno senza cinema, teatri e associazioni in piazza. Da lunedì si può tornare di nuovo nelle sale, ma a metà capienza e a stagione finita. Soprattutto per quanto riguarda il cinema. Giovedì prossimo, una delle cento sale in Italia, riaprirà anche il Cine Tuscia Village di Vitorchiano. L’unico cinema rimasto nei pressi di Viterbo.
“Quello del cinema – spiega Morucci – è stato uno dei settori più colpiti. Adesso si riparte con la speranza di avere continuità. Il cinema offre poi un contenuto particolare. Propone dei film. E questo significa che i film, soprattutto quelli più commerciali, non usciranno prima del prossimo autunno quando le aspettative di incasso saranno migliori. La vera stagione partirà dopo ferragosto. Ma già da adesso, anche se non ci sono le condizioni ottimali, è importante dare un segnale. Ed è per questo che un centinaio di sale in tutta Italia hanno deciso di aprire, e tra questi anche il Cine Tuscia Village”.
Vitorchiano – Una sala del Cine Tuscia Village
“Sono poi convinto – aggiunge Morucci – che le persone torneranno al cinema. Non da subito. Sarà un processo. Ma la voglia di socialità è evidente. E’ come l’acqua a casa. Scontata finché c’è, ci fa dare di matto quando manca”.
Pronto a ripartire anche il Tuscia Film Fest di cui Morucci è direttore organizzativo. “Abbiamo parlato con il comune – dice Morucci – e siamo pronti e felici di poter tornare in piazza San Lorenzo a luglio. Per il momento la situazione è in stand by. Ci stiamo però organizzando e se ci saranno le condizioni contiamo di tornare. Bisogna essere ottimisti. Come se fossimo una macchina di Formula uno dietro la safety car. La safety car a un certo punto se ne andrà, e dobbiamo farci trovare pronti. Bisogna rimboccarci le maniche, ripartire al meglio e il prima possibile. Il quando sarà poi il Covid a deciderlo”.
Viterbo – Il Bistrot del Teatro
Dal 26 aprile possono riprendere le attività anche le associazioni culturali, sebbene tra mille incertezze e continue nebbie all’orizzonte. Anche in tal caso, l’attenzione vera su quel che accadrà dopo l’estate.
“La riapertura del 26 aprile – commenta il presidente di Arci Viterbo, Marco Trulli – a livello associativo non è completamente definitiva. Le associazioni hanno vissuto quest’anno a fasi alterne, rispetto soprattutto alle aperture. Ad esempio le associazioni che hanno anche il bar sociale sono potute rimanere aperte fino a ottobre quando è intervenuta una circolare ministeriale che le ha fatte chiudere. Un provvedimento cassato a marzo… un giorno prima dell’ingresso in zona rossa del Lazio. Quando ci hanno accordato la possibilità di aprire, la zona rossa ci ha costretto a restare chiusi di nuovo”.
Anche dal punto di vista culturale le associazioni vivono una fase articolata e in via di definizione. “Le attività rivolte al pubblico – sottolinea infatti Trulli – possono essere svolte. Invece le associazioni che svolgono attività rivolte ai soci, negli spazi associativi interni, non sanno ancora se possono fare spettacoli e concerti. C’è pure tutto il mondo legato alla formazione, piccoli corsi di teatro, musica e altro, anch’esso in un limbo. Con l’arrivo dell’estate ci sarà sicuramente una riapertura più allargata, ma per il momento c’è un’incertezza di fondo. In particolar modo nel programmare. Anche perché, per mesi e mesi, siamo andati a fasi alterne”.
Viterbo – Marco Trulli di Arci
Una fase di stallo e attesa che, secondo Trulli, può essere scavallata “attraverso una programmazione e una progettazione pubblico-privato. Serve riconoscere la necessità di accompagnare le riaperture. Gli spazi associativi hanno bisogno di un sostegno e di capire cosa voglio fare le amministrazioni la prossima estate. Dal punto di vista amministrativo, va fatto poi lo sforzo di andare incontro alle associazioni anche dal punto di vista delle procedure. Procedure che vanno semplificate. Un ragionamento che bisogna iniziare a fare”.
Infine Trulli avanza un’ulteriore proposta. “Questa è la fase del turismo lento, del turismo di prossimità – dice il presidente di Arci -. Queste cose vanno legate agli eventi culturali. Quindi vale la pena ragionare su processi territoriali che devono stare attenti alla qualità, al radicamento e al coinvolgimento. I grandi eventi faranno fatica a lavorare con tempi brevi di programmazione e con poche risorse a disposizione”.
Viterbo – Un evento in piazza San Lorenzo
Una fase pandemica che, dal punto di vista culturale, ha lasciato sul terreno diverse macerie. “S’è persa la quotidianità del lavoro artistico – evidenzia Trulli -. E’ stato il momento dell’individualità. Tutti si sono ritirati nei loro studi e nelle loro case. Sono aumentati invece i lettori, un dato positivo su cui riflettere e improntare una politica culturale a livello locale, partendo dal rapporto con le scuole e il lavoro che fanno biblioteche e librerie. Chi fa musica dovrà poi reinventarsi perché sarà difficile tornare a come si era prima”.
Viterbo – Giuseppe Berardino del Bistrot del teatro
A rialzare il sipario anche il teatro di via Cavour a Viterbo. Sempre a partire dal prossimo autunno. “Quando a settembre siamo partiti con l’attività – dice Giuseppe Berardino del Bistrot del teatro – avevamo messo a budget un importo legato al teatro. Incasso che poi con il Covid non c’è stato. Questo ha significato tirare la cinghia ancora di più. Sono venuti anche a mancare tutti i progetti che avevamo in mente. Dalle compagnie teatrali alle scuole”.
“Come vediamo il futuro? – chiude Berardino -. Con la solita incertezza. Adesso possiamo riaprire con metà capienza. E in questo modo non puoi pensare di fare produzioni teatrali importanti. Ci stiamo confrontando con tutta una serie di soggetti per riavviare dei progetti. Sicuramente dal prossimo autunno. Le cose cambiano talmente tanto rapidamente che programmare qualcosa adesso rischia di diventare controproducente. Un lavoro immane che non conviene fare”.
Daniele Camilli
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