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Bruxelles - Il presidente ungherese: "La nostra legge non è contro i gay, non la ritiriamo"

Tutti contro Orban per i diritti Lgbt, Draghi: “Il trattato europeo difende le libertà”

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Bruxelles – Diritti Lgbt, tutti contro il premier ungherese Viktor Orban al vertice europeo. 


Mario Draghi

Mario Draghi


L’infuocato dibattito sulla legge approvata in Ungheria che vieta la “promozione dell’omosessualità ai minori”, vede in prima fila Olanda e Lussemburgo contro Budapest.

Il primo ministro olandese Mark Rutte ha affermato che l’Ungheria non dovrebbe far parte dell’Unione europea a causa della sua nuova legge che vieta i contenuti Lgbtq nelle scuole. “Per me, l’Ungheria non ha più posto nell’Ue”, ha detto Rutte ai giornalisti poco prima di partecipare al vertice Ue a Bruxelles insieme al suo omologo ungherese. 

Il premier italiano Mario Draghi seduto al tavolo del consiglio europeo ha aspettato che i toni del dibattito si placassero prima di intervenire. Poi lo ha fatto, ricordando a Viktor Orban che l’articolo 2 del trattato della Ue è stato scritto per un motivo preciso. Perché l’Europa “ha una storia antica di oppressione dei diritti umani e per questo esiste l’articolo 2 del trattato, sottoscritto anche dall’Ungheria, è lo stesso che nomina la commissione guardiana del trattato stesso; spetta alla commissione stabilire se voi l’avete violato o meno”.


Bruxelles - Il consiglio europeo

Bruxelles – Il consiglio europeo


La posizione del presidente ungherese era già chiara al momento del suo arrivo a Bruxelles. “Non abbiamo una legge” contro l’omosessualità in Ungheria. “Abbiamo una legge che difende genitori e bambini. È sempre meglio leggere prima e poi reagire”, aveva affermato il premier arrivando al vertice europeo. Orban ha detto di aver risposto in questi termini ai leader che lo hanno criticato, ed ha ricordato di aver “lottato per la libertà sotto il regime comunista, anche per i diritti gay”. “Non si tratta di omosessualità”, ha insistito, dicendosi disponibile al confronto. Ma non ritirerà la legge, “già approvata e in vigore”.

Intanto, sono saliti a 17 i paesi Ue che si sono uniti all’iniziativa del Belgio a difesa dei diritti Lgbt in Europa. Lo annuncia la ministra degli esteri belga, Sophie Wilmes su Twitter. A firmare la missiva sono i leader di Belgio, Danimarca, Germania, Italia, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Finlandia, Svezia e Austria.


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25 giugno, 2021

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