Viterbo – “L’obiettivo è continuare a costruire sogni. Perché Caffeina è un sogno che non si ferma”. Filippo Rossi torna e parte da qui. Caffeina Oro Festival. Una settimana di quello che una volta era il festival Caffeina a Viterbo. Soltanto a Caprarola e sotto Palazzo Farnese. “Grazie anche – ha ricordato Rossi – al sindaco Eugenio Stelliferi”. Dopo i debiti, il crollo e una città senza festival e più niente.
Un decennio di Caffeina, l’estate viterbese. “Pensavamo al festival – ha detto Rossi – come a un’esperienza inchiudibile. La città ci ha dimostrato che era chiudibile”. “Una città economica e istituzionale che nei confronti di Caffeina – ha proseguito Rossi che oggi, assieme a Giorgio Renzetti, è uno dei direttori artistici del festival – è stata tra il respingente e il darla per scontata”. Tuttavia, “se le cose non hanno funzionato – ha poi aggiunto – il primo responsabile sono io”.
Festival Caffeina Oro Festival, a margine dell’incontro con Piero Pelù e il giornalista Aldo Cazzullo.
Caprarola – Filippo Rossi
Filippo Rossi, Caffeina torna di nuovo nella Tuscia. Con quali prospettive?
“Caffeina è un sogno che non si ferma. Caffeina, come tutte le grandi sfide, ha avuto grandi successi e grandi sconfitte come è normale e giusto che sia. Ma Caffeina non si ferma e andiamo avanti. E, senza retorica, ringrazio il sindaco di Caprarola Eugenio Stelliferi che ci ha accolto e aiutato a fare questa edizione in un posto in cui la meraviglia è dogma. Vedremo che cosa succederà nei prossimi anni”.
L’obiettivo è tornare anche a Viterbo?
“L’obiettivo è continuare a costruire sogni. E lo dico da cittadino viterbese, vedere una Viterbo senza Caffeina piange il cuore. Quindi l’obiettivo è continuare a fare cose anche a Viterbo. Caffeina da quest’anno, anche a seguito della ristrutturazione del sistema della comunicazione dovuta al Covid, è diventato un festival globale. Tutti gli eventi che facciamo vanno in onda sui nostri canali social e Caffeina continua ad essere sempre più conosciuta in tutta Italia. Abbiamo fatto Pienza, adesso Caprarola. A settembre faremo un festival più politico a Viterbo. Il format di Caffeina funziona e ogni volta che giro l’Italia, ogni volta capisco quanto abbiamo costruito in questi anni”.
Le manca Viterbo?
“Mi manca Viterbo con Caffeina, mi manca Viterbo piena di cultura e viva. Mi manca la scommessa. Non mi manca Viterbo in sé. Sono una persona che cerca sempre nuove sfide e ormai sono concentrato talmente tanto sulla mia sfida politica che più vado avanti e più vivo l’Italia. Mi manca la sfida di cambiare Viterbo. Una città che vedo sempre più immobile e sempre più chiusa su se stessa. Come se fosse il suo destino. Continuo però a pensare che non sia questo il suo destino e che invece bisogna continuare a combattere affinché non finisca in questo modo”.
Caprarola – Caffeina Oro Festival
Dopo l’esperienza Michelini e adesso Arena, come si cambia secondo lei Viterbo?
“Mi interessa pochissimo attaccare l’amministrazione Arena per lo stato di degrado evidente della città. Sono stato talmente critico nei confronti di tutte le amministrazioni che ormai mi vengono a noia tutte. Quello che Viterbo deve fare è ascoltare la lezione della sfida. Se Viterbo non decide di investire su se stessa non ha speranza. Continuerà ad essere una terra di emigrazione”.
E di chi è la responsabilità?
“Se la situazione è questa, non è soltanto colpa degli amministratori. E’ anche colpa di una classe imprenditoriale miope e dei viterbesi che si accontentano. E chi si accontenta muore”.
Caprarola – Caffeina Oro Festival
Rispetto al festival Caffeina e a come è finita, che cosa rimprovera alla città e che cosa alla gestione del Festival e delle realtà che lo hanno caratterizzato?
“Se le cose non hanno funzionato, il primo responsabile sono io. Ma non è questione di colpe. Le crisi esistono. La grave colpa che ho avuto è stata volare troppo alto, ma forse era l’unico modo per costruire il mito di Caffeina. Non me la posso prendere con chi non ha seguito le mie follie. Però so, e lo dicevo anche anni fa, che un grande festival o è grande o non è. Se ci si accontenta di un piccolo festival, e adesso a Viterbo non c’è nemmeno quello, fatto per il passatempo dei viterbesi, allora non si va da nessuna parte. Bisogna invece creare un circuito e moltiplicare economico e di turismo che con Caffeina abbiamo dimostrato che si può fare. Certo, non ho un buon carattere. E il mio carattere forse mi ha portato a fare degli errori”.
Secondo lei, ai viterbesi manca il festival Caffeina?
“La città economica e istituzionale, tranne eccezioni, e un’eccezione vera sono state le Terme dei Papi, è stata tra il respingente e il dare Caffeina come cosa scontata. Quello che è successo dimostra invece che scontata non era”.
Ma non stavate facendo un festival e altro un po’ al di sopra delle vostre possibilità?
“Io l’ho sempre detto che stavamo facendo un festival al di sopra delle nostre possibilità. Problemi di debiti ci sono stati e non li abbiamo mai smentiti. Sapevamo che cercavamo ogni volta il passaggio ulteriore per costruire una cosa che pensavamo inchiudibile. La città ci ha dimostrato che era chiudibile”.
Caprarola – Caffeina Oro Festival
Per il momento in città non ci sono ancora alternative a Caffeina. Se dal prossimo anno arrivasse qualcun altro e occupasse lo spazio culturale gestito un tempo dal festival, lei come la prenderebbe?
“Se ci fosse qualcos’altro sarei felice. Se ci fosse un’altra scommessa globale, un’altra scommessa nazionale, un’altra creazione di marchio viterbese forte, come cittadino sarei solo che felice e non avrei alcun tipo di invidia o di astio. Vedo purtroppo il nulla. Vedo la piccolezza di una piccola città di provincia che vuole rimanere tale”.
Daniele Camilli
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