Viterbo – (sil.co.) – Centro massaggi orientali a luci rosse in via Garbini, 30 euro per la prestazione semplice e 15 euro per l’extra. Quarantacinque euro in tutto per il servizio completo, secondo uno dei due “avventori” sentiti ieri in tribunale, un 26enne e un pensionato di 75 anni. I carabinieri lo hanno chiuso a luglio di quattro anni fa.
A processo esercizio di una casa di prostituzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione davanti al collegio presieduto dal giudice Elisabetta Massini è finita una cinese di 40 anni, Z.F., difesa dall’avvocato Emilio Lopoi in sostituzione del legale Piero Lorusso del foro di Roma.
Centro massaggi orientale a luci rosse in via Garbini
Ieri sono stati sentiti altri due clienti, un 26enne e un 75enne, entrambi italiani e viterbesi, quest’ultimo accompagnato dai carabinieri in quanto, nonostante le ripetute citazioni, finora si era sottratto alla testimonianza. Qualcuno ha ipotizzato, maliziosamente, per paura che lo scoprisse la moglie.
Lo avrebbero chiamato “massaggio benessere”, l’extra da 15 euro, le massaggiatrici che accoglievano uomini di tutte le età in succinti abitini di paillettes al civico 183 di via Garbini a Viterbo, dove il continuo via vai di clienti, a tutte le ore del giorno, ha insospettito i carabinieri.
I militari hanno avviato le indagini nel 2016, scoprendo come al suo interno il personale, tutto cinese e femminile, esercitasse contemporaneamente due professioni, una delle quali la prostituzione.
Ha fatto il “finto tonto” il 75enne, dicendo di essersi recato presso il centro solo una volta, diventate 3-4 nel corso della testimonianza.
“Ci sono andato per problemi a una spalla”, ha detto negando risvolti hot durante la sua permanenza al centro. “A me nessun massaggio intimo, le parti intime le avranno forse toccate ma niente di più”, ha detto l’anziano, interrogato dalla pm Chiara Capezzuto.
Più “espansivo” il 26enne, andato al centro una sola volta con un amico, già ascoltato all’udienza dello scorso 3 marzo.
“Ho pagato 30 euro per un massaggio orientale normale, alla schiena. Poi, quando la massaggiatrice mi ha chiesto se volevo il ‘massaggio benessere’ con un extra di 15 euro, ho accettato e mi ha masturbato”, ha spiegato il giovane.
Nessuno dei due, guardando delle foto, è riuscito a identificare con certezza la ragazza cinese che a suo tempo era stata identificata dai clienti del centro massaggi orientali sul book fotografico dei carabinieri. “Le ragazze cinesi sono tutte uguali”, si è giustificato il pensionato.
Il processo è stato rinviato al 2 marzo 2022 per sentire gli ultimi testimoni.
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