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Viterbo - Nel 1921 fu estratto il cuore per conto delle autorità vaticane - Soffriva di una patologia che uccide i neonati - Il professor Luigi Capasso: "Un miracolo che sia vissuta fino a 18 anni"

Cento anni fa prima ricognizione scientifica sul corpo di santa Rosa

di Silvana Cortignani
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Santa Rosa - Centenario ricognizione scientifica

Il corpo incorrotto di santa Rosa nel centenario della prima ricognizione scientifica


Viterbo – Cento anni fa la prima ricognizione scientifica sul corpo di santa Rosa, morta appena diciottenne nel 1251.

E’ passato un secolo tondo da quando, nel 1921, avvenne l’estrazione del cuore, prelevato dal corpo incorrotto della patrona per conto delle autorità vaticane. L’anniversario è stato celebrato il 28 agosto presso il monastero.

Nel 1921 ci fu la prima ricognizione. Nel 1962 la seconda e nel 1996-1998 la terza ed ultima ricognizione, più approfondita, coordinata dal professor Luigi Capasso, presente in videocollegamento.

Medico antropologo, Capasso ha ricevuto, tra gli altri, l’incarico di accertare le cause della morte del banchiere Roberto Calvi a Londra nonché moltissimi interventi nel campo dello studio e della conservazione di resti umani antichi mummificati, tra i quali, oltre a santa Rosa, la celebre mummia del ghiacciaio del Similaun e la mummia di San Bernardino da Siena. 


Santa Rosa - Centenario ricognizione scientifica

Santa Rosa – Il cuore fu estratto nel 1921


Un esame attento sul corpo mummificato rilevò l’agenesia, ossia la mancanza dello sterno, l’osso che si trova sopra il cuore, cui si collegano le costole formando la gabbia toracica. Santa Rosa è l’unico caso al mondo di una persona che sia riuscita a vivere per circa 18 anni nonostante questa rarissima malformazione congenita.

Rosina era cardiopatica. “L’esame sul cuore – ricorda don Emanuele Germani, responsabile comunicazioni della diocesi – evidenziò anche una malformazione al cuore con anomalie cardiache. Queste ed altre complicanze portarono gli scienziati a classificare come sindrome di Cantrell la malattia che provocò poi la morte della piccola Rosa nel 1251″. La “pentalogia di Cantrell” è una patologia letale presente alla nascita, che colpisce i neonati.

“Capasso ha trasmesso a tutti un momento carico di emozione quando ha ripercorso i momenti più importanti della ricognizione sul corpo incorrotto di santa Rosa. Dove non arriva la scienza a dare certe risposte, arriva la fede che misteriosamente svela e chiarisce certi misteri”, sottolinea il sacerdote. 

Tra gli interventi quelli del dottor Antonio Maria Lanzetti, presidente dell’Ordine dei medici, del vicario generale della diocesi don Luigi Fabbri e della superiora, suor Francesca Pizzaia. 


Santa Rosa - Centenario ricognizione scientifica

Il professor Capasso in videocollegamento per il centenario della prima ricognizione sulla mummia


Sono passati nel frattempo dieci anni da quando, nel 2011, uscì su Repubblica un articolo firmato da Carlo Picozza intitolato “La pulzella di Viterbo che sconcerta gli studiosi”.

“Convisse con un handicap letale la patrona dei fiorai – vi si legge – il cui culto è diffuso dal Brasile alla Colombia”. 

Il cuore è il più antico reperto anatomico con cardiopatia congenita che si conosca – spiega il primario cardiologo pediatra Bruno Marino, che coadiuvò Capasso nella ricognizione – è un miracolo che sia conservato così ed è un miracolo che, con quella malformazione, santa Rosa sia vissuta 18 anni senza alcun intervento, peraltro impensabile in quegli anni”.

“Eravamo stati chiamati per togliere dal corpo della santa i segni di restauri precedenti, in particolare dell’ ultimo del ’21 – ricorda Capasso – rimossi i resti di cellulosa, lucidature, balsamo del Perù applicati come vernici, ci accorgemmo che il corpo si era mantenuto perfettamente benché non ci fossero tracce di trattamenti conservativi”.

“Sulla testa – prosegue – resti di capelli segnalavano un’anomalia genomica, la trisomia, che li fa spuntare a ciuffi di tre. Con meraviglia ci trovammo di fronte a un’iride così conservata da permettere di stabilire il colore degli occhi, azzurro; anche i fragilissimi tessuti molli dell’occhio e il fegato erano in ottimo stato”.

Quando stava male, Rosina, che “di crisi cardiache ne deve aver sopportate diverse”, dal letto chiedeva alla madre di posarle sul petto menta in mazzetti e una croce: “La menta, che è un broncodilatatore per alleviare le difficoltà respiratorie – dice Marino – la seconda per raccomandare l’anima a Dio”.

Sul braccio sinistro abbiamo trovato una cicatrice causata da una ferita da punta di freccia”, ricorda Capasso. Rosa sarebbe stata ferita mentre trasportava pietre per la difesa di Viterbo dall’assedio delle truppe di Federico II. “Come ha potuto quella cicatrice conservarsi così bene, nonostante i restauri della mummia, gli incendi, i terremoti cui questa è stata sottoposta? Come ha potuto la santa sopravvivere anche a quella ferita grave, senza infezioni quando gli antibiotici non c’erano? E come poteva una ragazza così malata trasportare pietre così pesanti?”, si chiedono gli esperti.

“La scienza – concludono – non spiega tutto. L’ esame moderno di una mummia antica, con qualche risposta, ci ha messo davanti a tante domande”.


Viterbo - La processione del cuore di Santa Rosa

L’ultima “uscita” del cuore della patrona prima della pandemia, il 2 settembre 2019


Per il secondo anno consecutivo nel frattempo, causa emergenza Covid, è saltata la solenne processione del 2 settembre con il cuore di santa Rosa, che sfila dal santuario al duomo e viceversa, accompagnata dal corteo storico composto da circa 310 figuranti con costumi dei vari secoli, a partire dal 1200 fino ad arrivare al 1800, che rappresentano le massime autorità viterbesi, con le rispettive milizie.

“La processione rinnova l’antica usanza – viene ricordato sulla pagina Facebook “Santuario-Monastero Santa Rosa” –  per la quale le autorità cittadine insieme al clero si recavano, e si recano tutt’oggi, a rendere omaggio alla patrona, come deliberato nel 1512 dal Consiglio dei Quaranta, “…con voto e giuramento solenne per celebrare, ogni anno in perpetuo, la sua festa per i santi benefici che il sommo Dio, per intercessione della santa, ha concesso e concede alla città”.

Il corteo storico è seguito da una rappresentanza del sodalizio dei facchini, che portano a spalla il prezioso reliquario contenente il cuore.

Silvana Cortignani


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4 settembre, 2021

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