Cronaca - Venerdì è stato colpito da divieto di avvicinamento anche dal luogo di lavoro della vittima

Accusato di stupro dalla fidanzata, il gip: “Non in grado di controllare le pulsioni”

Violenza sulla donne

Viterbo – (sil.co.) – Incastrato dalle mutandine strappate alla vittima per violentarla e poi gettate nella spazzatura dove le hanno trovate i carabinieri durante la perquisizione della sua abitazione.

E’ il cinquantenne che il 29 agosto pomeriggio avrebbe abusato della compagna, parrebbe in preda all’ennesimo attacco di gelosia, colpito lo scorso venerdì dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dalla donna e anche dal suo luogo di lavoro.

– Le strappa le mutandine e la violenta, al gip: “Lei era consenziente”

Non a caso gli è stato vietato di avvicinarsi anche al luogo di lavoro, dal momento che la vittima durante la settimana ha un impiego per cui vive fuori provincia. Il 29 agosto era domenica e lei si trovava a Viterbo appositamente per trascorrere l’ultimo weekend di agosto in compagnia del fidanzato. La sera stessa sarebbe dovuta ripartire. La misura è stata disposta relativamente ai reati di violenza sessuale e lesioni. 

L’indagato viene descritto nella richiesta di misura del pm accolta dal gip come “persona non in grado di controllare le proprie pulsioni, che lo spingono ad agire verosimilmente perché mosso da istinti violenti e da un senso di possesso della donna, di cui ritiene di poter fare uso come un oggetto, sottoponendola a percosse e rapporti sessuali non voluti, intenti lesivi cui non è in grado di contrapporre argini”.

Tutto sarebbe filato liscio fino a quando l’uomo non le avrebbe fatto l’ennesima scenata solo perché lei, dopo due rapporti, avrebbe rifiutato il terzo. La coppia si sarebbe trovata in camera e lui, strappandole la biancheria, l’avrebbe gettata sul letto, incurante delle sue urla, anzi tappandole la bocca con una mano per farla tacere, e abusandone.

La primavera scorsa, in occasione di una scenata di gelosia, l’avrebbe riempita di botte, ma lei lo avrebbe perdonato. Stavolta è finita al pronto soccorso dell’ospedale di Belcolle, dove è stata medicata con una prognosi di dieci giorni. 

Non contento, dopo avere fatto sesso, le avrebbe distrutto due telefonini e si sarebbe appropriato di dieci euro dalla borsa. Quindi le avrebbe strappato di dosso una collana e un bracciale che le aveva regalato durante la relazione sentimentale, durata un paio di anni prima della brusca interruzione. Anche i gioielli sono stati rinvenuti, sembrerebbe rotti e ammaccati, durante la perquisizione domiciliare.

Dopo lo stupro, la vittima si sarebbe allontanata con la scusa di andare in bagno dove si sarebbe rivestita in tutta fretta, ad eccezione della biancheria che le era stata strappata ed era rimasta in camera, chiedendo soccorso a una coppia di amici che le hanno dato appuntamento nei pressi di un supermercato, dove l’indagato li ha raggiunti, dando in escandescenze, mentre sul posto intervenivano i carabinieri. 

Successivamente alla querela da parte della donna, il cinquantenne avrebbe continuato a cercarla, chiamandola innumerevoli volte al telefono, tanto che nella misura cautelare si dispone espressamente anche il “divieto assoluto di comunicare con qualsiasi mezzo con la parte offesa”.

Difeso dall’avvocato Paolo Delle Monache, martedì il cinquantenne è comparso davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia negando tutto e parlando di “rapporti sessuali consenzienti”.