Tuscania – Riceviamo e pubblichiamo – Sabato prossimo 2 ottobre, per iniziativa di un gruppo di amici, al teatro Pocci dalle 16 verrà ricordato Enio Staccini. Dai racconti di esperienze vissute verrà fatta emergere la figura di un uomo innamorato della cultura, dell’arte e del suo paese. Un uomo, non un personaggio, perché Enio Staccini ha sempre ripudiato la retorica tronfia e meretricia che purtroppo ancora oggi siamo costretti ad ascoltare un po’ dappertutto.
Uno scrittore, un grande bibliotecario, un competente e gradevole divulgatore della cultura locale, un attento promotore turistico del territorio e di Tuscania: certamente, ma non solo. Enio Staccini per me e per la mia generazione rappresenta l’uomo dell’emancipazione.
Il primo che ha dato vita a un luogo della cultura libera, antirepressiva e alternativa. Per sua personale iniziativa e in modo del tutto informale ha permesso a tanti giovani e non di incontrarsi in un locale per assaporare e scoprire la bellezza dell’arte, della musica classica e di quella progressive, di scambiare libri e riviste e soprattutto di aprirsi a nuovi e più vasti orizzonti.
“La Canala”, così era stato battezzato il locale, dove non è mai entrato né il bigottismo tutto “Dio, patria, famiglia” né l’ubriacatura estremistica degli anni di piombo.
Enio Staccini un argonauta? Non lo so. Anzi no, perché non ha mai seguito alcun Giasone. Un uomo libero e libertario che ha sempre pagato di suo le proprie scelte di vita. Un uomo senza nessun tipo di sponsor per le sue iniziative.
Le tante cose belle realizzate in biblioteca per favorire la lettura e la cultura, le guide turistiche, le raccolte fotografiche che raccontano tante vicende della storia di Tuscania, le collaborazioni rese con entusiasmo a tanti operatori culturali che gli hanno chiesto aiuto, a dimostrare il valore di un uomo che ha dedicato la propria vita allo studio, alla ricerca del bello e agli affetti.
Fiorenzo De Stefanis
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