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Tarquinia – “Deficiente comunista…”. Forse pensava che il suo microfono fosse spento, ma la frase è partita e seppure in sottofondo, si sente.
Se l’è lasciata sfuggire il sindaco di Tarquinia, a quanto spiegano dal Pd Sandro Giulivi. Poco prima di alzarsi a fine seduta di consiglio, che si chiude con bel: “vaffa…”.
Cosa sia accaduto per far inalberare il primo cittadino, lo spiega il Partito democratico di Tarquinia, con un post su Facebook.
“Irrispettose parole pronunciate dal sindaco – dicono dal Pd – nei confronti del consigliere Celli, perché in consiglio abbiamo presentato un ordine del giorno col quale si chiedeva d’impegnare il sindaco e la giunta comunale a chiedere al governo di dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente adottando tutti i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili”.
Inoltre chiedevano di negare autorizzazioni a manifestazioni o iniziative sul territorio a questi movimenti e associazioni e a segnalare al prefetto la presenza di gruppi sul territorio o nei social.
Non se n’è discusso, però: “La nostra richiesta, appoggiata dai consiglieri Celli, Leoni, Andreani e Centini, non è stata neppure trattata, per 12 voti contrari del resto del consiglio.
Non condividiamo, ovviamente, le motivazioni del rifiuto, crediamo invece che sarebbe stato più opportuno discuterne e votare poi nel merito.
Ciò che riteniamo ancor più grave è che nella sede istituzionale del consiglio comunale, un sindaco si prenda la libertà d’insultare un consigliere d’opposizione, che è lì per svolgere il proprio compito e merita rispetto. Il sindaco può tenersi le sue idee, ma pretendiamo che si scusi col consigliere”.
A corredo del post, il Pd pubblica un paio d’estratti della seduta, sul finale, quando il segretario generale chiude i lavori.
Le frasi, seppure prestando una certa attenzione si sentono. Perché e rivolte a chi, magari sarà Giulivi, magari a spiegarlo.
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