Viterbo - Comune - Dopo il voto in provincia si rincorrono le voci su possibili dimissioni di consiglieri di maggioranza per tornare al voto - Vicenda destinata a chiudersi entro Natale

Amministrazione Arena al capolinea

Giovanni Arena

Viterbo – Prima è saltata la commissione, poi è saltato il capogruppo Forza Italia Giulio Marini e oggi salta il consiglio comunale. Prove tecniche per far saltare l’amministrazione Arena? Pare proprio di sì.

Il clima all’interno del centrodestra a palazzo dei Priori si fa sempre più teso. La spaccatura alle elezioni provinciali, con FdI e Lega da una parte e FI dall’altra pare insanabile.

Ieri mattina, come primo segnale, i leghisti hanno fatto saltare la quarta commissione. Non fermandosi davanti a nulla, nemmeno a Santa Rosa. Era in discussione l’avvio del progetto per la nuova macchina.

Poi, al termine di una riunione dei capigruppo tutt’altro che distesa, la decisione da parte di Giulio Marini di lasciare il ruolo di capogruppo azzurro. L’ex sindaco, insieme all’attuale, sono i due politici cui gli alleati, in comune ma non in provincia, addebitano le maggiori responsabilità per la scelta di correre separati e insieme al Pd a palazzo Gentili.

Oggi tocca al consiglio comunale saltare. Convocato da tempo, ieri dal centrodestra diverse chiamate, anche a consiglieri d’opposizione per sincerarsi del fatto che non avrebbero mantenuto, eventualmente, il numero legale.

Con i numeri della minoranza, magari con Forza Italia e qualche altro esponente, forse temevano che la seduta comunque si sarebbe avviata. 

Ma c’è chi sostiene come le chiamate siano servite anche a saggiare il terreno su un eventuale appoggio a firmare per dimettersi e tornare al voto. FdI e Lega, pure con Fondazione non hanno numeri a sufficienza. Tuttavia, li troverebbero con estrema facilità e in abbondanza dalle parti dell’opposizione.

Per tutta la giornata di ieri, è circolata voce di un documento, cui diversi esponenti di maggioranza avrebbero già posto la loro firma si parla di 12 o 13, in cui secondo alcuni si chiede ad Arena una revisione totale dell’attuale assetto politico in comune (leggi fuori Forza Italia dalla maggioranza), ma per altri è solo l’anticamera della richiesta di sfiducia. Tutti a casa per andare a votare in primavera.

La seconda ipotesi è quella ritenuta più probabile. Anche se allo stato attuale, i giochi non sono ancora fatti. Ci vorranno un paio di giorni per avere un quadro più chiaro.

Intanto, oggi si riunisce la terza commissione e quindi il 23 seduta di consiglio. Tecnica, per far proseguire la progettazione legata alla Qualità dell’abitare e poi tutto può accadere.

Con la provincia che in questa vicenda è la miccia che ha innescato una crisi senza apparente ritorno. Tutto parte da molto tempo prima, da un’amministrazione che gli alleati hanno da sempre ritenuto eccessivamente a trazione Forza Italia e con un sindaco troppo legato al suo partito. Questa l’accusa e la scelta di schierarsi nel voto a palazzo Gentili è stata solo l’ennesima conferma.

Ecco perché, arrivati a questo punto, l’amministrazione comunale appare arrivata proprio al capolinea.

Intanto dall’opposizione, Giacomo Barelli (Forza civica) lancia un messaggio d’incoraggiamento, si fa per dire: “Per me Arena si deve dimettere il prima possibile per come ha ridotto la città e chi continua a sostenerlo non fa altro che aggravare la situazione di Viterbo e dei viterbesi”.

Poco probabile che accada. In una simile situazione, nei venti giorni che la legge concede al primo cittadino per ripensarci, non succederebbe niente. Siamo a i titoli di coda.

Giuseppe Ferlicca

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