Viterbo – “Subito dopo le feste sarò anche io in campagna elettorale”. L’ex sindaco di Viterbo Giovanni Arena non molla e pone anzi la propria candidatura alle prossime elezioni comunali previste il prossimo anno a primavera inoltrata dopo che ieri 19 consiglieri hanno formalizzato le proprie dimissioni mettendo la parola fine a tre anni e mezzo di governo cittadino a maggioranza di centrodestra uscito vincitore dalle urne del 2018.
Quanto successo in questi giorni per Arena è stata invece “una brutta pagina della politica viterbese e la dimostrazione lampante che hanno preferito la bega politica al bene collettivo. Hanno preferito pensare a se stessi piuttosto che alla città”.
“Io sto a posto con la coscienza – ha poi aggiunto Arena -. Ho dato tutto me stesso h24 senza mai tirarmi indietro. Penso di essere stato il sindaco più presente. Sono stato vittima di situazioni che non avevano nulla a che fare con l’amministrazione comunale. La mia era una maggioranza litigiosa, ma avevamo superato momenti ben peggiori. Ed ero pure abbastanza tranquillo perché avevamo in cantiere tutti i grandi progetti che ci sono stati finanziati. Adesso rischiamo di non rispettare le tempistiche per ottenere i finanziamenti. E chi ha firmato le dimissioni dovrà rispondere ai cittadini anche di questo”.
Viterbo – Giovanni Arena
Sindaco Arena, coma sta?
“Il giorno delle dimissioni dei consiglieri, onestamente, non sono stato bene. Ero molto dispiaciuto e amareggiato. Mi sono sentito vittima di situazioni nate fuori dal comune. Una reazione esagerata. La situazione della provincia, che ha finito con il terremotare la giunta, sembra più che altro una scusa. A meno che ad infastidirli non sia il fatto di essere un sindaco popolare tra le persone. Quindi un possibile competitor politico in futuro. Una strategia”.
Che tipo di strategia?
“Una strategia che punta a creare nuovi assetti futuri. Ragionamenti in vista delle prossime amministrative. E la stima che molte persone hanno nei miei riguardi avrebbe potuto essere ostacolante. Insomma, ‘facciamolo cadere, altrimenti Arena ce lo ritroviamo come sindaco uscente’. La politica è strana”.
Si riferisce a Fratelli d’Italia e Lega?
“Mi riferisco a chi oggi sta manovrando in vista dei prossimi assetti politici. Dico solo che la reazione che ha portato alla fine del mio mandato è stata troppo esagerata. In politica gli accordi si trovano. Anche in situazioni più difficili. Nei miei riguardi c’è stata invece una reazione esagerata. Poi, io non sono una persona che porta rancore. A me basta sapere che in questi giorni tantissime persone mi hanno scritto manifestandomi attestati di solidarietà, che in molti casi mi hanno anche commosso. Tantissime altre lo hanno fatto anche di persona. Negli uffici del comune, nelle scuole e per strada. A me basta sapere questo, sapere che la gente, in questo momento così difficile, mi ha manifestato tutta la sua solidarietà, affetto e stima. E questo mi ha risollevato e aiutato in maniera notevole, facendomi passare un Natale sereno. Subito dopo sarò di nuovo nelle strade a parlare con le persone come ho sempre fatto”.
Ha nulla da rimproverarsi?
“Io sto a posto con la coscienza. Ho dato tutto me stesso h24 senza mai tirarmi indietro. Penso di essere stato il sindaco più presente. Sono andato a tutti gli eventi che ho potuto, perché quando una persona organizza un evento è contento se poi ci va il sindaco. Ho anche costruito un rapporto splendido con gli studenti che in questi giorni mi hanno manifestato anche loro tutta la loro solidarietà. Sono stato vittima di situazioni che non avevano nulla a che fare con l’amministrazione comunale. La mia era una maggioranza litigiosa, ma avevamo superato momenti ben peggiori. Ed ero pure abbastanza tranquillo perché avevamo in cantiere tutti i grandi progetti che ci sono stati finanziati. Adesso rischiamo di non rispettare le tempistiche per ottenere i finanziamenti. E chi ha firmato le dimissioni dovrà rispondere ai cittadini anche di questo”.
Che succede adesso con i fondi del Pnrr e con un bilancio che non è stato ancora approvato?
“C’è il serio rischio che questi soldi vadano persi. Anche nel settore delle politiche sociali rischiamo di perdere milioni di finanziamenti, legati sempre al piano nazionale. E lo stesso vale per i progetti già finanziati, qualora non si dovessero rispettare le tempistiche previste. Non solo, ma l’assenza di un vertice politico fa venire meno anche il dialogo avviato con regione e governo e gestire al meglio i finanziamenti del Piano. Spero venga un bravo commissario. Ma la vedo difficile anche per lui, perché il comune di Viterbo è molto complesso e articolato”.
Viterbo – L’ex sindaco Giovanni Arena assieme alla sua ex giunta e maggioranza
Cosa direbbe ai viterbesi dopo quello che è successo? Tenuto anche conto che è successo in piena pandemia…
“Direi che è una brutta pagina della politica viterbese e la dimostrazione lampante che hanno preferito la bega politica al bene collettivo. Hanno preferito pensare a se stessi piuttosto che alla città. Un esempio di brutta politica. Il contrario di quello che dovremmo fare”.
E chi è che ha “begato”?
“I partiti della maggioranza. E per bega politica intendo coloro che hanno amplificato una situazione che poteva essere gestita tranquillamente in maniera diversa dagli stessi partiti che invece hanno preferito farmi cadere”.
Tutta la maggioranza, compresa Forza Italia?
“No, Forza Italia non c’entra. Gli altri invece mi dovrebbero spiegare invece come mai andava tutto quanto bene fino a qualche giorno fa e poi dopo le provinciali è precipitato tutto. Lega e FdI erano anche loro in maggioranza in provincia. E lo stesso Romoli avrebbe accettato anche il loro appoggio”.
Sì, ma FdI e Lega non avrebbero accettato quello del Pd?
“Ci sono situazioni simili in tutta Italia. L’amministrazione provinciale è un ente di secondo livello e non ci vedo nulla di scandaloso che tutte le forze politiche possano essere rappresentate in giunta. E questo perché la provincia è la casa di tutti i comuni della Tuscia. Si poteva trovare una soluzione diversa, ma si è voluto lo stesso far precipitare tutto. Poi si dice che sia stata fatta una scelta di questo tipo perché con il centrodestra, senza il il Pd, si sarebbe perso. Ma è solo un’ipotesi. Dopodiché tutti, anche Lega e Fratelli d’Italia, hanno sempre dialogato con il Pd”.
Però Lega e FdI hanno sempre dichiarato che stavano nella giunta di Pietro Nocchi per fronteggiare il periodo dell’emergenza Covid?
“Ma noi siamo ancora in piena emergenza Covid e i numeri sono molto più preoccupanti di allora. Non si può lasciare la città senza una guida politica in un momento come questo. Si possono verificare delle emergenze e in questi casi la risposta deve essere immediata. L’amministrazione non doveva cadere in un periodo di grande crisi pandemica. Senza contare il rischio di perdere i progetti finanziati. Chi si è dimesso ha avuto un atteggiamento superficiale. Si poteva fare in un altro momento. Magari la prossima primavera, ma non adesso”.
Viterbo – Giovanni Arena
Era proprio necessario votare per Alessandro Romoli come ha fatto?
“All’inizio non mi ero nemmeno posto il problema. Poi gli è stata data una valenza politica. Io sono stato segretario provinciale e comunale. Per certi aspetti un po’ la storia di Forza Italia a Viterbo. Il mio riferimento è Antonio Tajani e con lui abbiamo fatto un ragionamento. Chiunque avrebbe fatto come me e avrebbe votato il proprio riferimento di partito. Il voto alle provinciali è stata però una scusa per far finire l’amministrazione. Una fine dettata non dalla mia scelta, ma dalle contrapposizioni politiche senza pensare al bene della città”.
Non sarebbe stato meglio discutere la crisi in consiglio comunale e semmai farla finita lì?
“Certo. Personalmente avrei convocato volentieri un consiglio comunale straordinario dove ognuno avrebbe potuto esprimersi in maniera chiara ed evidente. Aprendo la bocca, anche perché in consiglio c’è diversa gente che non ha mai aperto bocca per tanti anni e poi ha partecipato alle dimissioni. Fare diversamente, come è stato fatto, è stata solo una manovra subdola. Così non s’è capito più niente e i cittadini non sanno i motivi per cui l’amministrazione non c’è più. Una vicenda in cui abbiamo tutti quanti abbiamo perso. Innanzitutto perché non abbiamo saputo salvaguardare la città in un periodo così delicato”.
Se lei non avesse votato per Romoli, Forza Italia cosa avrebbe fatto?
“Non sarebbe cambiato niente. Non sarei stato io coerente con la mia storia politica e con il mio stesso partito. Ma non sarebbe successo niente”.
Non l’avrebbero sfiduciata loro?
“No, assolutamente”.
Viterbo – L’ex assessore della Lega Claudio Ubertini
Cosa direbbe ai capigruppo (ex) della maggioranza se ce li avesse tutti quanti di fronte in questo momento?
“Non sono un vendicativo e non sono un rancoroso. Diversi di loro mi hanno anche scritto messaggi sentiti e affettuosi anche a livello personale. Una vicinanza umana che ho gradito. Gli direi tuttavia che hanno sbagliato mettendo davanti agli interessi della città quelli del proprio partito. Ed io personalmente non voglio avere nulla sulla coscienza per scelte che non sono dipese dalla mia volontà”.
Che impressione le ha fatto vedere persone con cui ha condiviso tre anni e mezzo di amministrazione voltarle le spalle e dimettersi?
“Non è stato un bello spettacolo. E’ stata una vera e propria delusione”.
Forza Italia, in comune, l’ha sostenuta fino in fondo?
“Sì, e tutti mi sono stati anche vicino”.
Ha avuto modo di parlare con il prefetto?
“No. L’ultima volta l’ho incontrato in occasione dell’apertura del museo dei portici. Ci siamo scambiati una battuta e basta, senza trattenermi troppo a lungo. Non abbiamo comunque parlato di questa situazione”.
Quale sarà il suo futuro politico? Qualcuno parla già di un suo ruolo in provincia…
“Personalmente sono molto legato alle vicende cittadine viterbesi e, una volta passate le feste, sarò anche io in campagna elettorale”.
Si candiderà quindi alle prossime elezioni comunali?
“Finché il Padre eterno mi darà la forza, il mio ruolo sarà sempre al servizio del territorio. Come ho sempre fatto negli ultimi trent’anni. Il tutto, con il consenso degli elettori. Chiederò comunque ai cittadini di esprimersi”.
Per tornare a fare il sindaco o il consigliere comunale?
“Per fare il sindaco servono basi solide che lo consentano. Vediamo come si muove anche chi mi sta intorno”.
Pare che al momento del deposito delle firme dei consiglieri dimissionari al protocollo ci siano stati dei problemi. Tant’è vero che lei formalmente sarà ancora sindaco fino al 27 dicembre. E’ così?
“Quando hanno presentato le firme al protocollo io stavo nel mio ufficio e mi è stato detto che ciascun consigliere avrebbe dovuto depositare lui stesso la firma al protocollo. Oppure tramite Pec. E questo ha portato via tutta la mattinata. Ma serve ancora un ulteriore passaggio formale da parte della prefettura. Formalmente sono ancora sindaco di Viterbo fino al 27 dicembre”.
Viterbo – Palazzo dei Priori – Consiglio comunale
Cosa consiglierebbe al commissario che la sostituirà?
“Innanzitutto, per qualsiasi cosa sono a disposizione. Poi gli direi di seguire con particolare attenzione tutta una serie di progettualità già avviate. Per non far perdere i finanziamenti alla città. A partire dai fondi del Pnrr, un’opportunità che non tornerà più in futuro. Ma non sarà facile, per una sola persona. Ma ho fiducia negli uffici e sono sicuro che lo aiuteranno a fare il bene della città. Poi spero che il commissario si occupi sostanzialmente di tre cose importanti per i cittadini. L’appalto dei rifiuti, il mutuo da 5 milioni per l’asfaltatura delle strade, l’appalto del verde pubblico con la manutenzione delle rotatorie. Ci sono poi da seguire la riqualificazione di Sallupara e San Pellegrino. Infine la pandemia e le conseguenze drammatiche sulla vita economica e sociale delle persone. Insomma, tutti motivi che dicono chiaramente che adesso non era proprio il momento di far cadere l’amministrazione. Era invece il momento di dare il massimo”.
Che ne pensa invece del comportamento dell’opposizione?
“Ci sono due tipi di opposizione. L’opposizione che ha preferito non firmare le dimissioni, volendo invece discutere la crisi in consiglio. La stessa cosa che volevo fare anche io. Poi c’è stata un’opposizione che ha preferito andare alle dimissioni. Una scelta molto discutibile, ma che personalmente rispetto. Come ho sempre fatto con tutte le scelte degli avversari che mi sono trovato di fronte lungo tutta una vita”.
Daniele Camilli
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