Viterbo – “Riaprite le aule studio dell’Università degli studi della Tuscia e della casa dello studente, perché è da marzo che sono chiuse e così non si può più andare avanti”. La richiesta è spontanea e viene da tre ragazzi. Tutti e tre di Viterbo. Due sono iscritti all’Unitus, il terzo al Politecnico di Milano. 21, 24 e 21 anni. Alessio Delle Monache del Politecnico, Samuele Salimbeni, dipartimento Distu, e Francesco Febbraro, Deim. Hanno lanciato una petizione on line, su docs.google.com. E in meno di 72 ore hanno raccolto oltre 200 firme. A sottoscriverla, studenti Unitus, fuori sede e studenti viterbesi tornati in città da altri atenei italiani. Più di 200 studenti che chiedono l’apertura delle aule studio universitarie, chiuse ormai da quasi dieci mesi.
In rete c’è anche un’altra petizione. Ad organizzarla, in tal caso, è l’Aucs studenti. Partita un paio di giorni fa su change.org, ha raccolto finora una settantina di firme.
Viterbo – Alessio Delle Monache, Samuele Salimbeni e Francesco Febbraro
“La chiusura delle aule studio universitarie ha comportato un forte disagio nella preparazione degli esami e nello studio in generale – raccontano Delle Monache, Salimbeni e Febbraro -. Erano un punto di riferimento, soprattutto per studiare e preparare gli esami. Adesso, per poter studiare, un nostro diritto, o fare didattica a distanza, siamo costretti a girare per i bar del centro storico, laddove è possibile. E la concentrazione non è delle migliori”.
Libri
Perché non restate a casa? “Innanzitutto – rispondono i tre studenti che hanno lanciato la petizione – perché paghiamo le tasse e le tasse universitarie comprendono anche la possibilità di avvalersi delle strutture e di poter studiare anche in sede, nel rispetto della normativa anti Covid. Perché l’università degli studi non ci permette di farlo? Perché in altri poli universitari è possibile accedere alle aule studio, con tutti i dispositivi del caso, e qui a Viterbo no? Ad esempio in diverse altre realtà, come ad esempio Roma, è possibile farlo. Infine – spiegano Delle Monache, Salimbeni e Febbraro – molti studenti hanno anche fratelli e sorelle anch’essi iscritti all’università o alle scuole superiori. Anche loro devono fare didattica a distanza. E in una casa fare didattica a distanza tutti insieme, con le esigenze che caratterizzano il quotidiano di un’abitazione, non è affatto semplice. Anzi, tutt’altro. E comunque sia, avere a disposizione le aule studio dell’università è un nostro diritto. Un diritto per cui paghiamo. Quanto meno, dopo 10 mesi, l’Unitus ci deve dare qualche spiegazione e dire come mai da altre parti le aule studio sono aperte e a Viterbo no”.
Viterbo – Unitus – L’ingresso principale di Santa Maria in Gradi
L’Università degli studi della Tuscia conta tra gli 8 mila e i 10 mila studenti circa, distribuiti su più complessi all’interno della città di Viterbo. Le tasse, esclusi i vincitori di borsa di studio, vanno da un minimo di 15o euro circa a un massimo di quasi 1800 euro, a seconda delle fasce di reddito.
Le aule studio sono in tutto 6: Riello 1 (Polo tecnico scientifico), Riello 2, San Carlo, Santa Maria in Gradi (Polo umanistico sociale), residenza universitaria Cardarelli Disco Lazio e residenza universitaria San Sisto Disco Lazio.
Viterbo – Casa dello studente via Cardarelli
“Il problema più consistente, dovuto alla chiusura delle aule studio – sottolineano gli studenti – l’hanno avuto in particolar modo gli studenti fuori sede. Tanti sono dovuti ritornare a casa, seguendo da lì le lezioni, perché le possibilità di studiare e concentrarsi sono davvero poche”.
“La questione delle aule studio – precisano poi i tre studenti della petizione – riguarda infine una parte della popolazione studentesca che è tornata a Viterbo da altre sedi universitarie, dove avevano a disposizione molti servizi. Arrivati a Viterbo hanno trovato invece tutto chiuso, con le aule studio inaccessibili”.
“L’obiettivo della nostra petizione è quello di chiedere alle autorità competenti la riapertura delle aule studio dell’Università e della casa dello studente. Infine – concludono Alessio Delle Monache, Samuele Salimbeni e Francesco Febbraro -, l’altro obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica a un argomento che rischia di essere messo nel dimenticatoio, quando invece è di fondamentale importanza per noi studenti, la nostra crescita e non da ultimo la possibilità di preparare gli esami in tutta serenità”.
Per aderire alla petizione, basta collegarsi in rete e accedere alla pagina lasciando nome, cognome, indirizzo mail e dipartimento universitario di appartenenza.
Daniele Camilli
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564PRIVACY POLICY