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Coronavirus - Da lunedì le misure restrittive ma Frontini (Viterbo 2020) invita i sindaci a impugnare il provvedimento governativo: "Dobbiamo rispettare le regole ma vanno proporzionate alle situazioni reali"

“Essere relegati in zona rossa è inaccettabile con questi numeri”

di Giuseppe Ferlicca
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Viterbo - Chiara Frontini

Viterbo – Chiara Frontini

Viterbo – “Essere relegati in zona rossa è inaccettabile con questi numeri”. Come il resto del Lazio, da lunedì anche a Viterbo scattano le restrizioni per il Covid, ma Chiara Frontini non ci sta. Prudenza e rispetto delle regole, ma queste ultime andrebbero calibrate sulle reali situazioni dei territori.

“Nella Tuscia gli attualmente positivi sono il 3.8% della popolazione – spiega Frontini – fonti Agenas ci dicono che nella nostra provincia è previsto un decremento del -5% dei contagi nei prossimi giorni, in controtendenza rispetto alle altre province del Lazio.

Credo che il tentativo di sottolineare questa oggettiva differenza tra il dato di Viterbo e quello regionale vada fatto”.

Per questo la consigliera Viterbo 2020 si rivolge direttamente al sindaco del capoluogo Giovanni Maria Arena. E non solo.

“Lo dobbiamo ai cittadini viterbesi. Scriviamo a Zingaretti e Speranza chiedendo di differenziare le diverse situazioni nei comuni, come hanno fatto nei giorni scorsi i sindaci della Basilicata, o come la Toscana, che è arancione con 80 comuni, quelli più colpiti, in zona rossa.

Chiediamo il sostegno degli altri sindaci della provincia. Impugniamo il provvedimento al Tar, se serve, come hanno fatto altri enti Locali prima di noi”.

Un’azione necessaria, per Frontini, anche se con i piedi ben piantati a terra.

“Dobbiamo continuare a rispettare le regole e prestare la massima attenzione – sottolinea Frontini – perché questo maledetto virus ci ha dimostrato che non scherza, ma anche le regole devono essere proporzionate ai dati reali.

Altrimenti si rischia di vessare incomprensibilmente cittadini già stremati, genitori che vedono i loro figli di nuovo confinati in dad, esercizi commerciali già duramente provati, si rischia di approfondire ulteriormente quel divario che c’è tra chi ha tutele e chi deve cavarsela da solo. E non credo che Viterbo, come tutta l’Italia, possa permetterselo”.

L’appello parte dal capoluogo, ma in caso di risposta negativa Frontini ha l’alternativa: “Se Viterbo non risponde, magari l’iniziativa può partire dai sindaci dei comuni della provincia”. La proposta è stata lanciata. Sono in molti via social ad avere risposto.

Giuseppe Ferlicca


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13 marzo, 2021

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