Roma – Che le cose non sarebbero andate bene, in fondo, lo si è sempre saputo. Che il paese, già ferito dalla crisi sanitaria, sarebbe stato colpito duramente anche da quella economica si è trasformato in certezza nel corso del lungo e buio anno del Covid. Ora però abbiamo il drammatico senso della misura, e a quelle previsioni possiamo dare numeri precisi.
Lavoro
Nel febbraio 2021 ci sono in Italia 945mila occupati in meno rispetto al febbraio 2020, quando il mondo non era stato ancora travolto dalla pandemia. A dirlo sono i dati dell’Istat sull’occupazione pubblicati oggi. Una panoramica drammatica quella fotografata dall’istituto di rilevazione statistica, che potrebbe anche peggiorare nei prossimi mesi dal momento che il 30 giugno terminerà il blocco dei licenziamenti.
Nel documento Istat si legge: “Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione, registrate dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino a gennaio 2021, hanno determinato un crollo dell’occupazione rispetto a febbraio 2020 (-4,1% pari a -945mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-590mila) e autonomi (-355mila) e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 2,2 punti percentuali”.
Come conseguenza di questa situazione, nell’arco degli ultimi 12 mesi è aumentato il numero di persone in cerca di un’occupazione (+0,9%, pari a +21mila unità). Ma soprattutto è aumentato il numero degli inattivi compresi nella fascia d’età 15-64, che sale a 717mila unità (+5,4%).
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