Viterbo – La sala del consiglio provinciale
Viterbo – “Non possiamo essere un territorio da cui si prendono le risorse senza investire sul futuro dei nostri figli”. Famiano Crucianelli ha accompagnato anche con queste parole la presentazione del progetto “La terra che vorrei, tagliamo i pesticidi, sosteniamo il biologico” voluto dal Biodistretto della Via Amerina che presiede e finanziato da Arsial. Questa mattina nella sala consiliare della provincia, in via Saffi a Viterbo.
Assieme a Crucianelli, c’erano anche la segretaria del Biodistretto, Sandra Gasbarri, il coordinatore del progetto, Andrea Ferrante, e il presidente della provincia Pietro Nocchi. Collegato in piattaforma, il presidente Arsial, Mario Ciarla.
Viterbo – Famiano Crucianelli
“Una tematica, quella dei pesticidi – ha commentato Nocchi – che va affrontata a partire dal territorio e che porta con sé anche la questione del potenziamento del biologico. Valori che vanno al di là dell’agroalimentare stesso”.
Il progetto vede inoltre la partecipazione di 5 comuni della Tuscia, Vallerano, Vignanello, Corchiano, Canepina e Gallese.
“Il Biodistretto – spiega Ferrante – punta a implementare la transizione agroecologica del territorio, sostenendo processi che portino alla riduzione dell’uso di input esterni, migliorare la qualità delle filiere castanicole e corilicole nel rispetto della salute degli agricoltori, dei cittadini, del suolo, dell’acqua e dell’ambiente”.
Viterbo – Andrea Ferrante
Il progetto prevede anche di avviare cinque sportelli informativi in tutti e cinque i comuni. “Tutti – sta scritto sul sito del Biodistretto – avranno una presenza di un tecnico qualificato ogni settimana, da maggio a luglio. Gli sportelli saranno sostenuti da un coordinamento tecnico-scientifico grazie al supporto del comitato scientifico del Biodistretto. Lo sportello è rivolto a tutte le aziende sul territorio sia le aziende convenzionali che biologiche”. Gli sportelli saranno poi accompagnati da un lavoro di monitoraggio. “Un sistema di monitoraggio specifico – spiega il sito internet del Biodistretto – sarà dedicato per la cimice asiatica. I risultati del monitoraggio saranno a sostegno del lavoro dello sportello e dell’emissione dei bollettini ed il monitoraggio specifico per la cimice asiatica. Il monitoraggio si baserà sui rilievi fatti nei noccioleti con osservazioni e conteggi diretti”.
Viterbo – Pietro Nocchi
Il progetto, oltre newsletter, bollettini e incontri divulgativi, prevede anche il “controllo del rispetto dell’esecuzione delle ordinanze comunali. I comuni – riporta il progetto – hanno emesso ordinanze sulla base del Pan (Piano nazionale utilizzo fitofarmaci) che richiedono una sostenuta attività di controllo. Nei controlli si coinvolgeranno la polizia locale, i carabinieri forestali, le guardie ambientali e le altre associazioni di volontariato impegnate nella protezione dell’ambiente. Il progetto si prefigge di organizzare il coordinamento dei diversi soggetti coinvolti, tenendo presente il diverso livello di responsabilità, e di sostenere i costi di trasporto delle organizzazioni di volontariato coinvolte nelle attività”.
Viterbo – Sandra Gasbarri
Sono 13 i comuni che fanno parte del Biodistretto della Via Amerina e delle Forre: Calcata, Castel Sant’Elia, Canepina, Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Nepi, Orte, Vallerano, Vasanello e Vignanello. Diversi i comuni che hanno adottato ordinanze per l’utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura. Ordinanze che regolamentano l’uso dei pesticidi in prossimità di case e corsi d’acqua o in coincidenza con determinati eventi atmosferici. Alcune vietano anche glifosato (un diserbante) e neocotinoidi (insetticidi).
“Non possiamo essere un territorio da cui si prendono le risorse senza guardare alla sua sostenibilità – ha aggiunto Crucianelli -. Questa sostenibilità ha un costo, ma è un investimento sul futuro dei nostri figli”.
Daniele Camilli
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