Bologna – “Non moriva e mi sono stupito di quanto fosse resistente il corpo umano”. La confessione shock arriva da un ragazzo di poco più di 15 anni, accusato di aver ucciso una sua coetanea spinto da “una voce che sento dentro”.
Chiara Gualzetti
Il corpo di Chiara Gualzetti è stato trovato lunedì scorso nei boschi di Monteveglio, in provincia di Bologna, ma di lei non si avevano più notizie già dal giorno precedente. Sarebbe stata colpita con delle coltellate, poi presa a calci. “Ricordo che non moriva” avrebbe detto il suo presunto assassino agli inquirenti nel corso del primo interrogatorio di lunedì sera, durante il quale avrebbe confessato ogni cosa. A quello, ne è seguito un secondo, che ha fatto scattare il fermo a suo carico, perché il giovane “potrebbe uccidere ancora”.
Stando al suo racconto, sarebbe stato lui domenica scorsa a dare appuntamento a Chiara per fare una passeggiata. Ma una volta arrivati nel bosco l’avrebbe colpita con un coltello che aveva portato da casa, aggredendola prima alle spalle, e poi dandole una serie di calci in testa.
Gli ultimi istanti di Chiara in vita sono racchiusi in alcuni secondi ripresi da una telecamera di sicurezza piazzata davanti casa sua. La si vede in compagnia del ragazzo salire verso i campi e i boschi dove alcune ore dopo è stata trovata morta.
Il fermo firmato poco dopo descrive la confessione come “ricostruzione inoppugnabile per coerenza interna e riscontri esterni”, ne parla come una storia “a dir poco raccapricciante, sia per i numerosi dettagli macabri e cruenti sia per la freddezza del racconto sia per il movente, che può apparire sotto certi aspetti incredibile e sotto altri estremamente inquietante”, come riferisce il Corriere della Sera.
Ieri nel piccolo centro di Monteveglio, le vie si sono illuminate di fiaccole e candele. In prima fila i genitori della 15enne. “Mi affido alla giustizia – dice la mamma – e la voglio”.
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