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Viterbo - Iannacco, il presidente del comitato che dice "No" all'impianto: "E' quello che temiamo se dovesse essere realizzato"

“Biodigestore all’Acquarossa, arriveranno 99 tonnellate di rifiuti al giorno e 100 camion a settimana”

di Daniele Camilli
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Viterbo – “Il quantitativo giornaliero previsto è di 99 tonnellate di rifiuti organici. Ciò significa il passaggio di almeno 20 camion al giorno, 100 a settimana. Uno ogni quaranta minuti. Questo è quello cui probabilmente potremmo andare incontro nella zona industriale dell’Acquarossa qualora dovesse essere costruito, come previsto, il biodigestore. E la cosa ci preoccupa non poco”. Giovanni Iannacco è il presidente del comitato “No al biodigestore all’Acquarossa” ed è appena uscito dal palazzo del governo in piazza del plebiscito a Viterbo, dove a sede la prefettura e dove ieri s’è svolto, in tarda mattinata, l’incontro tra le due parti in campo. Da un lato, la l’azienda Biometano Tuscia, che ha tutte le carte in regola e tutte le autorizzazioni per realizzare il biodigestore nella zona industriale dell’Acquarossa. A ridosso della Teverina e a poca distanza dal sito archeologico di Ferento, dove sono nati madri e padri di imperatori, e dal teatro romano dove ogni anno si svolge un importante festival.


Viterbo - I cartelli lungo la Teverina che invitano ad opporsi al biodigestore

Viterbo – I cartelli del comitato “No al biodigestore” lungo la Teverina


I biodigestori sono stazioni di riciclaggio per lo smaltimento dei rifiuti organici, che poi trasformano in energia. Non sono una novità, molti si trovano già al nord. Ma questo sarebbe uno dei primi nella zona. Specialmente quella industriale dove ci sono imprese che si occupano di agroalimentare, carni, sport ed altro ancora. Investimenti economici e un pezzo consistente della classe imprenditoriale viterbese che, nelle settimane scorse, venuto fuori il progetto del biodigestore e tutte le carte in regola per la sua realizzazione, ha deciso di formare un comitato e chiedere lumi. Dettagliando le ragioni in tutta una serie di osservazioni sintetizzate poi da un “No” secco al biodigestore, che darà poi il nome al comitato presieduto da Giovanni Iannacco, imprenditore anch’esso.


Viterbo - Acquarossa - Il presidente del comitato No al biodigestore, Giovanni Iannacco

Viterbo – Acquarossa – Il presidente del comitato No al biodigestore, Giovanni Iannacco


“Tutti hanno diritto di fare impresa – precisa subito Iannacco -. Ed è proprio per questo motivo che abbiamo deciso di difendere le nostre. Noi non contestiamo le autorizzazioni e partiamo tutti dal presupposto che le regole sono state pienamente rispettate. Noi contestiamo l’opportunità di fare il biodigestore in una zona industriale che per come è fatta e per come nel corso degli anni è diventata, rischia di perdere la sua natura e di avere anche dei contraccolpi in termini di immagine e di tutta un’altra serie di conseguenze che abbiamo elencato agli organi competenti attraverso il lavoro di due legali. L’altra cosa che poi ci preoccupa è il passaggio dei camion. 99 tonnellate al giorno significano 990 quintali. Se consideriamo che i rifiuti provengono dalla provincia, quindi da piccoli paesi, dobbiamo anche immaginare mezzi di trasporto che non superano i 50 quintali. Dividendo 990 quintali per 50, ecco che vengono fuori una ventina di camion al giorno. Considerando poi che questi possano viaggiare lungo un arco di tempo di 16 ore giornaliere, ecco infine che otteniamo un camion ogni 40 minuti. Il tutto in una zona dove, ad oggi, passano pochi mezzi e le strade non sono certo le migliori. La rete viaria interna alla zona industriale, secondo noi, con un traffico simile ne risentirebbe. Inoltre, l’ingresso alla zona dalla Teverina presenta tutta una serie di problematiche”.

Criticità della mobilità sottolineate da uno dei due legali del comitato, vale a dire Stefania Buco che nell’ambito di tutta una serie di osservazioni, fa anche notare “la pericolosità di accesso al consorzio Acquarossa dalla strada provinciale Teverina. Impatto sul traffico e sulla viabilità”.


Viterbo - La zona dell'Acquarossa destinata al biodigestore

Viterbo – La zona dell’Acquarossa destinata al biodigestore


“Il progetto del biodigestore nella zona – spiega l’avvocato Buco nelle sue osservazioni – porterebbe ad un aumento di almeno 25/30 veicoli pesanti al giorno (oltre agli altri veicoli del personale lavorante presso il biodigestore) che per raggiungere l’autostrada e la superstrada trafficherebbero proprio su tale tratto”, andando “ad incidere pesantemente sulla viabilità, già compromessa”. 

“Appare quindi necessario – prosegue l’avvocato – che il comune di Viterbo unitamente alla provincia, proprietaria della strada provinciale Teverina e del comando dei Vigili urbani di Viterbo facciano un sopralluogo direttamente sul posto valutando e analizzando tutte le problematiche del caso e che comunque facciano uno studio e una sintesi della situazione viabilità-sinistri stradali attuali e impatto sulla viabilità – traffico”.

La riunione in prefettura di ieri ha affrontato anche questo aspetto, con la Polizia locale che ha chiesto altra documentazione a disposizione. Nel frattempo il comitato, cui fanno riferimento circa 200 lavoratori della zona, sente l’esigenza di aggiornare la seduta in prefettura. “Abbiamo chiesto di poterci rivedere nuovamente – spiega Iannacco – quanto meno per sapere quali sono le valutazioni che faranno Polizia locale e provincia”. Su una questione sollevata già in consiglio comunale dall’opposizione e attualmente seguita dalla consigliera di Viterbo 2020, Chiara Frontini, presente anch’essa alla riunione dell’altro giorno a palazzo del governo, dove c’erano anche l’assessore comunale Claudio Ubertini, urbanistica, i vigili urbani, alcune organizzazioni di categoria e i rappresentanti di provincia e comunali.

Durante l’incontro in prefettura, il comitato ha posto le sue ragioni, già presentate con una lunga lettera di osservazioni dell’avvocato del comitato Daniele Sterrantino indirizzata alla regione Lazio e per conoscenza a provincia, comune, ministero beni culturali, soprintendenza, Asl, Vigili del fuoco ed altri.


Viterbo - La prefettura con la bandiera della Croce rossa

Viterbo – Il palazzo della prefettura


“In primo luogo – spiega Sterrantino per conto del comitato – l’area oggetto del possibile insediamento (del biodigestore ndr), come si è già accennato, è posta nelle immediate vicinanze di un’importante realtà occupazionale, visto che già solo le rappresentate società (e senza tenere conto, vuoi di tutte le altre società che compongono il consorzio Acquarossa che dell’indotto derivante dalle varie attività esercitate) impiegano stabilmente oltre 200 dipendenti”. In secondo luogo “va poi la considerazione che a 150 metri dalla stessa prevista collocazione del digestore si ritrovano ben 9 attività facenti parte del settore agricolo e agroalimentare (mercati ortofrutticoli all’ingrosso), che la mattina hanno i banchi della frutta per la vendita e costituiscono l’unico mercato ortofrutticolo all’ingrosso del comune di Viterbo”. Il biodigestore sarebbe poi “separato soltanto da una strada rispetto ad un altro impianto del settore ambientale che tratta rifiuti urbani non pericolosi”.


Viterbo - I cartelli lungo la Teverina che invitano ad opporsi al biodigestore

Viterbo – I cartelli del comitato lungo la Teverina


Altro punto sottolineato dall’avvocato del comitato. “Confinante con l’area in cui si prevede la collocazione dell’impianto v’è poi l’associazione sportiva Scuola padel Viterbo dove vengono svolte quotidianamente attività sportive, e che altresì in ragione delle convenzioni con molteplici istituti scolastici per lo svolgimento di attività motorie vede soprattutto la presenza (oltre che di adulti) di numerosi bambini e ragazzi provenienti da tutto il comune di Viterbo, ma anche da comuni limitrofi quali Montefiascone e Vitorchiano”. “Analoga considerazione va poi in relazione ad altra azienda che svolge corsi di formazione accreditati dalla regione Lazio, con problemi di viabilità per l’area per tutta l’utenza dei corsi”.


Il teatro romano di Ferento

Viterbo – Il teatro romano di Ferento


“In via generale – aggiunge Sterrantino – in ragione anche solo di quanto sopra esposto, l’ubicazione del biodigestore provocherebbe gravi criticità della mobilità e della viabilità di zona, vista anche la pericolosità di accesso al consorzio stesso dalla Strada Teverina, stante il conseguente e non valutato aggravio di traffico veicolare sulle viabilità e sulle strutture esistenti, non consone a sopportare il carico di traffico conseguente.  Altro connesso aspetto, su cui ci si riserva ulteriore eventuale approfondimento, è poi quello relativo alle inevitabili criticità urbanistiche che la decisione in parola comporterebbe. Non par dubbio, infatti, che l’ubicazione del biodigestore ridurrebbe le potenzialità edificatorie dell’area, per come indicate nelle norme urbanistiche vigenti, mortificando così per il futuro la possibile espansione di un ampio comparto produttivo ed occupazionale che interessa tutti i comuni limitrofi”.

Il timore è infatti, e questa volta a farlo notare è Iannacco, “che da queste parti poi non ci possa più venire nessuno”.

Daniele Camilli


Articoli: “Biodigestore Acquarossa, sono necessari ulteriori approfondimenti”“Il territorio non può diventare una pattumiera, no al biodigestore” – Biodigestore tra Acquarossa e Ferento, imprenditori pronti a dare battaglia…


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16 luglio, 2021

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