Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
    • Facebook
    • Twitter
    • LinkedIn
    • Google Bookmarks
    • Webnews
    • YahooMyWeb
    • MySpace
  • Stampa Articolo
  • Email This Post

Viterbo - In un libro di documenti che vanno dalle infuocate assemblee al Pidocchietto ai blitz delle forze dell'ordine a piazza delle Erbe

La “spigolosa” gioventù che animava Viterbo alla fine degli anni Settanta…

di Silvana Cortignani
Condividi la notizia:

Lo spigolo

Lo Spigolo


Viterbo – “Lo Spigolo Reloaded 1978-’80>2021” ovvero una raccolta delle avventure straordinarie di un gruppo di liceali rivoluzionari, prevalentemente del Ruffini, che alla fine degli anni Settanta si aggiravano dalle parti del corso e di piazza delle Erbe.

Tra loro c’erano Antonello Ricci e Guido Landucci che, a distanza di quarant’anni, hanno unito le forze e con la complicità di Dario Tredicucci, Massimo Giacci e molti altri si sono dedicati all’amarcord perché la città non ne perda la memoria. 

Non un’operazione nostalgia, ma il recupero di un pezzo di storia che non è solo dei protagonisti, ma del capoluogo, dicono. Quando nessuno avrebbe osato immaginare dopo nemmeno un decennio la caduta del muro di Berlino. We can be heroes, just for one day. 


Lo Spigolo - I collaboratori

Lo Spigolo – I collaboratori


Erano tempi in cui, al corso e in piazza delle Erbe, ancora si faceva volantinaggio, i quindici-ventenni discutendo di politica per incazzarsi, si era missini o comunisti guai-a-dire-democristiani e le forze dell’ordine badavano che non si radunassero le folle.

Le “folle” si radunavano alle assemblee del Metropolitan e del Pidocchietto di via Cavour, ex cinema parrocchiale diventato non si sa come il covo privilegiato di studenti che sognavano di cambiare il mondo.

Non sarà un caso che hanno partecipato col cuore anche Franco Grattarola, Stefano Polacchi e Luigi “Gigi” Dei, degli “spigolosi” all’epoca storici avversari.

Oltre alla sigaretta perennemente tra le dita, l’eskimo, la sciarpetta rossa e la borsa di cuoio di Tolfa a tracolla, avevano l’ulteriore difetto di essere grafomani.

Passavano pomeriggi e sere a battere sui tasti delle macchine da scrivere per gli articoli al vetriolo sullo Spigolo e la selva di volantini ciclostilati da distribuire a tappeto fuori scuola e in centro.


Lo Spigolo - Guido Landucci "mimo" in piazza delle Erbe il 21 luglio 1980

Lo Spigolo – Guido Landucci “mimo” in piazza delle Erbe il 21 luglio 1980


A Viterbo doveva ancora aprire il primo pub: Mafalda, in via Cardinal la Fontaine sarebbe arrivato qualche anno dopo grazie a Franco Grattarola e “Giggggi” Dei.

Per comunicare c’erano solo i telefoni fissi e a volte nemmeno quelli. I “media” erano la televisione con pochi canali e per molti ancora in bianco e nero e la radio, trasgressiva se la si sintonizzava sulle private. Ne sa qualcosa Alberto Carli, che per avere messo su “Disperato erotico stomp” di Lucio Dalla fu censurato. 

Lo Spigolo, anzi lo Spigolo reloaded, a quarant’anni di distanza è la magnanima e fuori commercio “opera somma” di David Ghaleb Editore in cui, per non farsi mancare niente ma “in fondo-dove-si-nota-di-meno”, c’è anche il libriccino “Lì e Là”.


Lo Spigolo - Landucci fermato, identificato e portato in questura

Lo Spigolo – Il “sospetto” Guido Landucci fermato in piazza delle Erbe, identificato e portato in questura


“Lì e Là”. A suo tempo stroncato senza se e senza ma dall’intellighenzia per eccesso di leggerezza: per lo più poesie d’amore, scritte all’uopo da Massimo Giacci, Guido Landucci, Massimo Onofri, Antonello Ricci e Claudio Brachino (proprio loro non degli omonimi). Dovevano finanziare lo Spigolo ed erano in vendita a 1000 lire.

Il 21 luglio 1980 Guido Landucci, per promuovere gli acquisti, si improvvisà mimo, presentandosi in piazza delle Erbe con la faccia dipinta di bianco e per questo fu fermato come sospetto, identificato e condotto presso la vicina questura di via Saffi sotto la quale, come ricorda lui stesso sul suo profilo Facebook: “Fui acclamato e reclamato “libero!” da una folla urlante”.

Le foto del “fattaccio” e l’articolo indirizzato a Messaggero, Tempo e Paese Sera (“mai pubblicato”, scrive Landucci) sono del sociologo Francesco Mattioli futuro prof alla Sapienza e anche collaboratore di Tusciaweb.

Silvana Cortignani


Lo Spigolo - La lettera del testimone oculare Francesco Mattioli ai giornali

Lo Spigolo – La lettera del testimone oculare Francesco Mattioli ai giornali


 

 

 

 

 


Condividi la notizia:
25 luglio, 2021

                               Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564PRIVACY POLICY

Test nuovo sito su aruba container https://www.tusciaweb.it/sindaco-cercasi-ci-vorrebbe-diogene/