Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – In merito alle dichiarazioni dell’assessore Paolo Barbieri, mi sento in dovere di estendere alcune precisazioni poiché ciò che egli afferma è a volte una mezza verità (cioè una mezza bugia) e a volte qualcosa di assolutamente falso.
In parole povere, l’assessore Paolo Barbieri entra barcollando in un campo minato e, purtroppo per lui, di mine ne pesta parecchie. Andiamo con ordine.
Viterbo – Sant’Angelo il paese delle fiabe – Gianluca Chiovelli di Acas
Anzitutto rigetto il tono subdolamente offensivo del “volevano i soldi loro”. Sul mio disinteresse Barbieri può eventualmente chiedere lumi a Sant’Angelo, Roma e Viterbo e sentire cosa gli rispondono. Personalmente non ho mai chiesto “soldi”, ma solo un aiuto. Un aiuto anzitutto a Sant’Angelo e poi al progetto murales che doveva tradursi in un investimento sui servizi essenziali (strade, bagni, restauro proprietà comunali, manutenzione e pulizia eccetera). Nulla è stato fatto.
D’altra parte non sono uno straccione e non vivo certo per mendicare i trenta denari di Barbieri.
Acas è riuscita a realizzare 50 opere d’arte senza spendere un centesimo dei contribuenti viterbesi e altrettante ne farà, allo stesso modo. L’intento principale era solo di coinvolgere il comune in un’azione parallela e virtuosa da cui l’intero territorio avrebbe tratto giovamento. Ma a Barbieri e compagnia ciò non è piaciuto, evidentemente. L’unica volta che l’ho incontrato, aprile 2019, per la questione dei bagni pubblici, disse che costavano troppo. Lo disse in generale, mai rivolto direttamente a me. Come se non esistessi. Tale era (ed è) il livello di collaborazione esibito dall’assessore.
Io ho incontrato tutti, dal 2016 a oggi. Barbieri, Giovanni Arena (due volte), Laura Allegrini, Marco De Carolis (due volte), Elpidio Micci (tre volte), Andrea Micci, il senatore Fusco. Ho conosciuto da vicino Erbetti, si è discusso con Insogna e con tutto il gruppo di Chiara Frontini e di Viterbo 2020. Ho anticipato il progetto all’ex sindaco Michelini (due volte) e, in primis, all’ex vice Luisa Ciambella.
La mail e la Pec del comune e l’ufficio protocollo in questi anni sono stati intasati di nostri appelli, proposte, considerazioni, inviti. Il comune è sempre stato al corrente di tutto, ieri oggi e domani, che fosse di destra centro o sinistra, perché Acas non è, per quanto possa sembrare incredibile, una clientela in cerca di denari, ma un operatore civile sul territorio. E nessuno può dire, a meno di mentire spudoratamente: “non c’era una proposta”. È falso. Di proposte ce ne sono state cento. E lui lo sa.
La mina più grande di tutte, però, Barbieri la pesta affermando che il comune, in sostanza, può fare come meglio crede. Non è così.
A parte i basilari principi di equità e giustizia cui un uomo delle istituzioni si dovrebbe attenere, c’è un problema insormontabile. Il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione italiana statuisce che (cito da Wikipedia): “Se un ente inferiore è capace di svolgere bene un compito, l’ente superiore non deve intervenire, ma può eventualmente sostenerne l’azione”. E per ente inferiore ci si riferisce anche a gruppi di cittadini e ad associazioni culturali.
In altre parole: se il comune è negligente o assente o menefreghista, i cittadini possono sostituirsi nella sua azione. E se a tale azione arride il successo, l’ente superiore (il comune) “non” deve intervenire o, al massimo, può aiutare l’ente inferiore, cioè i cittadini, nell’azione meritoria. Il perfetto contrario di quanto dice Barbieri. Acas si è sostituita nell’azione al comune inadempiente e ora è il comune che deve inchinarsi al successo della sua opera riqualificante. E che il progetto murales abbia successo e che il comune sia inetto (tanto da non aver piantato un chiodo a Sant’Angelo in tre anni) è sotto gli occhi di tutti.
Dal canto nostro difenderemo tale privilegio concessoci dalla massima carta in tutte le sedi opportune, sino al massimo grado possibile (presidenza della Repubblica).
Barbieri non può fare come vuole, insomma; le sue sono sparate arroganti e che ignorano le migliori dinamiche istituzionali. Senza contare l’essenza discriminatoria e vessatoria dell’iniziativa comunale nei nostri riguardi di cui si accorge ogni cittadino in buona fede.
Sulla questione “Chiovelli è di Roma e non di Viterbo” sarebbe giusto stendere un velo di pietà. La mia famiglia è nata e discende da Sant’Angelo ben prima che spuntassero i baffi del trisnonno di Barbieri. Ancor oggi i miei genitori santangiolesi versano fior di imposte al comune, tanto da ingrossare le sue casse che, come tutti sanno, si aprono regolarmente per pagare proprio lo stipendio dell’assessore.
Il tema dello ius sanguinis funziona poco, caro Barbieri. Altra mina pestata.
Da ultimo: conosco Martoz solo perché ha dipinto un murale a pochi passi da casa mia. Non conosco Marco Cannavò. Su di loro, in generale, non ho, quindi, opinioni. Su questa vicenda, invece, sì. E devo confessare a entrambi che, in tale occasione, la loro indelicatezza è stata massima. Entrare a piedi pari in un progetto ideato e concepito da altri, senza nemmeno consultarne gli artefici, è di slealtà evidentissima. Tanto più in quanto i due ignorano lo stile complessivo, l’anima e il simbolismo sottesi all’intero ciclo delle nostre cinquanta opere.
Martoz e Cannavò vengono a infrangere un equilibrio artistico perfetto.
Non solo, ma, e questo è grave, essi mancano di rispetto alle decine di colleghe e colleghi che a noi e al progetto hanno prestato fiducia (e non a Barbieri e ai suoi 10mila denari), sacrificandosi con umiltà e con un lavoro paziente ed entusiasta a cui decine di migliaia di visitatori hanno reso omaggio.
Gianluca Chiovelli
presidente dell’associazione Acas
– Barbieri: “I tre porcellini? Liberi di scegliere a chi dare 10mila euro per il murale” – “Una porcata dare 10mila euro ‘fuori regione’ per il murale dei tre porcellini”
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