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Viterbo - La storia di Elisa Di Francesco che ringrazia i medici di Belcolle che l'hanno operata e che la stanno assistendo nelle cure

“Avevo un tumore al cervello grande come un’albicocca, ma non ho mai perso la speranza…”

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Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Vorrei raccontare la mia esperienza che purtroppo mi sono trovata a vivere e che ora posso dire di aver affrontato senza perdere le speranze, con la speranza di essere di conforto e sostegno a chi potrebbe trovarsi a vivere una situazione simile.

Ora finalmente sto bene e sono a casa, ma diciamo che ne ho passate molte, da quando mi era stato diagnosticato (a maggio) un tumore al cervello.

Viterbo - Belcolle

Viterbo – Belcolle


Tutto è successo all’improvviso una sera (in cui stavo festeggiando i 4 anni del mio secondo bimbo). Un forte mal di testa e perdita della sensibilità alla mano sinistra, stavo per accendere le candeline sulla torta e non riuscivo a sentirne il calore. Essendo infermiera capii che quello che mi stava succedendo non era una semplice “cervicale”.

Da lì è iniziato un lento percorso tra Tac, visite e consulenze, finché non si è arrivati alle conclusioni di ciò che avevo. Il primo intervento, avvenuto il 4 giugno, per cercare di togliere il più possibile della massa che avevo in testa era andato tutto bene. Solo che dopo si è presentata un’infezione per la quale ho dovuto subire un altro intervento il 22 giugno (data in cui avrei dovuto discutere la mia seconda laurea alla Sapienza, che ora discuterò il 22 settembre, dopo la seduta di radioterapia in collegamento da casa con l’università per la proclamazione).

E’ andato tutto bene, dopo un mese di antibiotici, preparati apposta per me da un’infettivologa dello Spallanzani, il neurochirurgo che mi ha seguito, primario del reparto di neurochirurgia di Viterbo, che conoscevo perché sempre a maggio aveva salvato la vita di una mia cara amica, non mi ha lasciato mai ed è stato straordinario nell’intervento.

La massa era grande quanto un albicocca e lui è riuscito a ridurlo a un nocciolo di ciliegia senza lesionare nessuna parte del cervello: posso camminare, vedere, fare tutto… il Signore c’ha messo un occhio! Ora sto facendo chemioterapia e radioterapia per provare togliere quel poco che è rimasto (ciò che i dottori hanno dovuto lasciare perché attaccato al talamo, altrimenti avrei rischiato di rimanere paraplegica).

Oggi vivo ogni giorno come una grazia immensa, mi godo i bimbi e penso di ritornare anche a lavoro (come caposala in una rsa di Viterbo). Vivo giorno per giorno, il resto viene da sé.

Avrei tantissimi ringraziamenti da fare partendo dall’équipe del reparto di Neurochirurgia di Belcolle, gli infermieri, i fisioterapisti (figure sanitarie fondamentali per la mia ripresa), e poi anche il reparto di radioterapia e oncologia che mi stanno ancora seguendo.

Un medico a cui devo tanto è anche un caro amico, medico di base di Viterbo, che ha aiutato mio marito nei momenti più difficili e nelle decisioni più critiche per la mia sopravvivenza.

Elisa Di Francesco in Tolomei


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15 settembre, 2021

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