Viterbo – Nel 1949 le massime autorità di Viterbo sono: Felice Mignone (Sindaco), Ferdinando Micara (presidente della Provincia), Carlo de Luca (presidente della Camera di Commercio), Carlo Minciotti (presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo), Gaetano Mastrobuono-Boscarini (Prefetto), Adelchi Albanesi (Vescovo). Viterbo mostra ancora le ferite della guerra.
Mignone Felice
I bombardamenti hanno distrutto il 60% delle abitazioni e la maggior parte dei monumenti (chiese, palazzi e fontane). In mezzo alle macerie di via Tommaso Carletti all’uscita del Buratti (ospitava la scuola media) si gioca a sassate tra chi studia l’inglese e chi il francese.
Si avverte un fervore di rinascita, peraltro testimoniato dal completamento dei restauri ai monumenti e dalle costruzioni di molti edifici: chiesa di San Francesco, chiesa della Verità, palazzetto di Valentino della Pagnotta, chiesa della Crocetta, chiostro duecentesco di Santa Maria in Gradi, oltre ai palazzi Incis di via Marconi, agli edifici nelle zone di Sant’Agostino, del Pilastro, di via Orologio Vecchio. Si porta a compimento la costruzione del collegio del Preziosissimo Sangue in via della Ferrovia, che può accogliere fino a mille ragazze. Prende forma via della Sapienza per collegare il Corso Italia a via Marconi.
Ancora macerie in piazza Verdi (per la caduta della Torretta di Palazzo Santoro) , in via Chigi, in via Vetulonia e nella stessa via Orologio Vecchio. Più di una critica per la nuova facciata della chiesa di San Bernardino in piazza della Morte disegnata da Rodolfo Salcini. Si costruiscono all’Ellera le prime case per i senzatetto.
Qualche polemica sulla ricostruzione di via Garibaldi e di via Matteotti. Alcuni avrebbero desiderato approfittare delle distruzioni per ricavarne due strade dritte. Da Porta Romana si sarebbe vista la Fontana Grande e dalla “svolta” la Fontana di Piazza della Rocca. Forse è stato un bene che si sia preferita la leggera angolazione che meglio caratterizza l’urbanistica medioevale della città.
Viterbo – Il teatro dell’Unione nel 1949
Il teatro Unione diventa comunale
La vita sociale e culturale riprende il suo lento cammino. Il Teatro Unione, in parte danneggiato dalle bombe, viene parzialmente utilizzato come sala cinematografica che va ad aggiungersi a quelle del Genio, del Corso, del Nazionale, di San Giorgio (ricavata nella palestra del Collegio Ragonesi, ma avrà vita breve) e, a luglio-agosto, alle arene Nazionale (nel cortile del Buon Pastore) Italia (nel giardino dell’attuale ristorante Richiastro) e Paradiso (via della Caserma) dove si svolge una breve stagione lirica. Il Teatro Unione con decreto prefettizio viene espropriato ai proprietari palchettisti e diventa comunale.
Iniziano i lavori per la costruzione dell’Auditorium di via Cavour sulle macerie della chiesa di san Leonardo e per la ricostruzione della chiesa di San Sisto nei cui pressi è stato aperto un fornice pedonale sulle mura castellane.
Alle lunghe serate invernali si fa fronte con i Circoli, provvidenziali ritrovi soprattutto per le feste danzanti, dotati di biliardo e tavoli da gioco. Il Circolo Viterbese (sopra Schenardi), il Circolo degli Impiegati (via Sacchi), il Circolo dei Commercianti (piazza delle Erbe), oltre a quelli dei partiti politici: Democrazia Cristiana (via dell’Orologio Vecchio), Pri (via della Rimessa) e quello dei Postelegrafonici. Tra queste “aggregazioni” c’è competizione sociale che separa l’impiegato dal negoziante, lo studente dall’operaio e così via.
Il Circolo Viterbese è quello più “in”. Questa dovizia di ritrovi favorisce il sorgere di numerosi complessi musicali dai nomi americaneggianti. Ricordo di aver partecipato con una compagnia di dilettanti ad uno spettacolo al Circolo dei Commercianti facendo la satira di alcuni personaggi viterbesi del tempo. Per esempio il negoziante Saggini allora presidente della locale squadra di calcio.
Fausto Ricci
Veglioni al Caffè Schenardi
Il Gran Caffè Schenardi, da parte sua, apre le sue sale ai veglioni di fine anno e di Carnevale, Accoglie anche le “giocate” dei soci del Circolo degli Scacchi costituito proprio nel 1949 da un gruppo di appassionati guidato da Corrado Buzzi. D’estate si balla all’Arena Lucciola, ricavata davanti a Pratogiardino nello spazio dove è oggi il parcheggio. E’ il ritrovo serale per la migliore gioventù viterbese. Piuttosto animati i concorsi di bellezza fra cui la prima edizione di Miss Viterbo: quella del 1949 sarà Ornella Neroni.
Il martedì dopo Pasqua c’è l’usanza di andare a fare la “Poggiata” al parco di Villa Lante. Si tratta di una merenda all’aperto, a base soprattutto di vino e porchetta di Bagnaia, nel corso della quale i più giovani si appartano per “pomiciare”. Il tenore Cesare Valletti si esibisce al Genio in un concerto con Tito Gobbi e Maria Caniglia. Il baritono Fausto Ricci organizza un concerto per beneficenza.
Sul fronte dello sport, la Viterbese partecipa inizialmente al campionato di Promozione, poi a quello di Prima Divisione. La squadra si chiama “Viterbo” e i giocatori non vestono di gialloblù ma hanno la casacca granata. Ecco una delle formazioni di quell’anno: Amorosi, Giovannoni, Pruner; Bernini, Nelli, Pinto; Borghese, Venditti, Casellato, Patara e Santini. I giocatori indossano maglie e calzoncini attillati, portano il sospensorio (sorta di perizoma rafforzato) e i parastinchi con stecche di legno. Il portiere si protegge le ginocchia con i “ginocchini” e usa calzoncini imbottiti lateralmente (si consideri che i terreni di gioco non sono erbosi).
Luigi Malè campione d’Italia
Giggetto Malè conquista a Milano il titolo italiano dei pesi medi contro Giovanni Fusaro. Al Campo Sportivo si disputa il III Concorso Ippico Internazionale. Negli anni successivi si svolgerà a Pratogiardino. Agli Occhi Bianchi si svolgono le gare per il campionato provinciale di “Ruzzolone”. Riprende il Gran Premio Ciclistico “Città di Viterbo” sul tradizionale percorso cittadino con partenza ed arrivo in via Ascenzi davanti al palazzo delle Poste. Non ricordo se nel 1949 correva anche “Schiggino”.
La “Macchina di Santa Rosa” firmata da Angelo Papini è la stessa degli anni precedenti. Il modello è praticamente quello del 1924 riverniciato e aggiustato ogni anno. Non si trovano i soldi per rinnovarlo. Occorrerà attendere il 1952 per vedere una “Macchina” nuova: quella di Rodolfo Salcini.
Vincenzo Ceniti
Console Touring Club
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