Viterbo - San Lazzaro - Percorrendo i viali della parte antica - Colonnine di marmo a terra ed erba infestante

Al vecchio cimitero lapidi rotte, tombe transennate e rifiuti abbandonati

Viterbo – (ma.ma) – Lapidi rotte, tombe transennate, rifiuti abbandonati, fili per i lumini penzolanti, erba infestante che avvolge colonnine di marmo. Questo è quello che si vede entrando al cimitero San Lazzaro di Viterbo. Percorrendo i viali della parte antica si rimane tristemente sorpresi.

Viterbo – La parte vecchia del cimitero San Lazzaro

Un degrado e un’incuria che non passano inosservati. Tralasciando l’erba, che in alcuni casi è davvero infestante e invade ogni angolo, non possono non balzare all’occhio le tante lapidi rotte con i resti lasciati abbandonati accanto alle foto dei defunti. 

Viterbo – La parte vecchia del cimitero San Lazzaro

Tanti anche i fili dei lumini che penzolano, pericolo per chi è di passaggio e non dovesse vederli. Come a preoccupare anche lo stato di alcune ringhiere, con l’estremità appuntita, che si ritrovano ad essere inclinate, in un’innaturale posizione.

Viterbo – La parte vecchia del cimitero San Lazzaro

Ci sono decine di loculi abbandonati, ma c’è anche chi si affanna a sistemare quello della propria famiglia e lascia un fiore in ricordo di chi gli è accanto, anche se sconosciuto. 

Viterbo – La parte vecchia del cimitero San Lazzaro

Tante le tombe antiche, preziose per il loro ricordo e la loro struttura. Le colonnine però sono a terra, le ali degli angeli frantumate, le croci ripiegate su loro stesse. Non contando inoltre i rifiuti che ogni tanto si trovano abbandonati qua e là, probabile residuo di vecchi fusti da riempire con l’acqua per innaffiare i fiori. 

Viterbo – La parte vecchia del cimitero San Lazzaro

Camminando attraverso i sentieri si scoprono anche tombe transennate, altre con le lapidi rialzate, lumini rotti con vetri lasciati sparsi. 

Viterbo – La parte vecchia del cimitero San Lazzaro

E dispiace. La sensazione nell’uscire dal cimitero è quella di una profonda tristezza. Parliamo della memoria di un’intera città, e non solo, e di una splendida struttura monumentale, unica anche da un puto di vista architettonico.